La pasta, per noi italiani è una vera passione, la mangiamo quasi una volta al giorno e riusciamo a cucinarla davvero in moltissimi modi diversi. Insieme alla pizza, è il piatto più copiato, tanto che è diventato protagonista assoluto di un “festival”: World Pasta Day che si chiude oggi in Brasile dove trecento delegati da tutto il mondo e scienziati provenienti da 15 paesi produttori e consumatori si sono incontrati per discutere sul ruolo sociale e nutrizionale degli spaghetti e delle sorelle minori. È importante consumare pasta per restare in salute?
Di solito chi si mette a dieta cerca di evitare i carboidrati, che però non devono mancare in un regime ben bilanciato. Pensate che in Italia si consumano 26 chili di pasta a persona all’anno, contro i 6,4 dei Brasiliani. Questo Paese però è il terzo produttore mondiale di pasta. Nonostante l’industria funzioni bene, l’alimentazione non è curata: si consuma anche lì troppa carne, troppe fibre, legumi, frutta e verdura.
Il governo sta cercando di correre ai ripari e di utilizzare la popolarità della pasta per lanciare una campagna di prevenzione ed educazione alimentare contro l’anemia ferropriva, diffusissima, aggiungendo ferro e acido folico in alcuni alimenti, e tra questi anche la pasta. Ovviamente, l’Italia batte tutti i record. Secondo il Censis, ben 2,1 milioni di persone mangiano pasta a pranzo e a cena sette giorni su sette. Nonostante quanto si possa pensare, l’apporto calorico è abbastanza contenuto se si fa il confronto con altri alimenti: un etto di pasta di grano duro, che ha però un elevato potere saziante, dà un apporto di circa 350 calorie. Ma allora cosa fa ingrassare? La risposta è semplice: i condimenti. Questo carboidrato, però, ha il vantaggio di essere a rilascio lento e di fornire dunque energia in modo graduale: è anche per questo motivo che viene consumato dagli sportivi.
[Fonte: LaRepubblica]