Ricette light: torta salata ai funghi

La torta salata ai funghi è un piatto molto gustoso, con un buon apporto di fibre alimentari, selenio, vitamina A, che aiuta a tenere sotto controllo i trigliceridi e a regolarizzare l’intestino. Questa ricetta è ideale per chi deve attenersi ad un regime ipocalorico, ma anche per chi vuole mantenersi leggero, ma senza deludere le aspettative del palato!

La torta salata ai funghi è priva di grassi animali e ha un’apporto calorico di 340 chilocalorie a porzione, può essere consumata come piatto unico se accompagnata da un bel piatto di insalata.

Scopri di più

La dieta dimagrante funziona meglio con piatti pronti

Ultimo giorno di festa e poi bisogna tornare a fare i conti con la linea. La bilancia spaventa tutti non c’è nulla da fare, ma tra uova di cioccolato e pranzi in famiglia, la pancia è lievitata. E poi ricordiamoci la temuta prova costume: circa novanta giorni per il grande evento. Esistono, per chi è in sovrappeso o obeso, numerosi Servizi di dietetica e nutrizione clinica ospedaliera che fanno anche attività ambulatoriale. La domanda che ci si pone è meglio cucinare a casa da soli o sfruttare i pasti pronti, con menù specifici?

Secondo un recente studio dell’Università of California di San Diego, è decisamente meglio la seconda opzione: ha, infatti, dimostrato l’efficacia di un programma commerciale per dimagrire molto diffuso negli Stati Uniti. Sono state coinvolte nello studio più di 400 donne con età media di 44 anni e un indice di massa corporea di 34. Per avere un’idea di questo dato, bisogna considerare che il massimo dovrebbe essere 30.

Scopri di più

Trigliceridi, controllare i livelli per prevenire l’ictus

Una ricerca della Copenhagen University Hospital ha evidenziato come la misura dei grassi nel sangue potrebbe diventare una spia diagnostica per la prevenzione precoce dell’infarto cerebrale. Secondo gli esperti il rischio di ictus sale, quando si hanno livelli più alti di trigliceridi non a digiuno. Per giungere a tale conclusione sono stati esaminati i dati clinici di quasi 14 mila persone, monitorate per 33 anni.

Le raccomandazioni sanitarie puntano sempre il dito sul colesterolo come fattore chiave per prevenire l’ictus, evitando di prendere in considerazione il valore dei trigliceridi misurati dopo i pasti. Bene, i ricercatori hanno voluto mettere sotto la lente di ingrandimento un altro fattore di rischio.

Scopri di più

Per dimagrire rompere gli schemi

Rompere gli schemi: è la parola d’ordine di vuole di chi vuole dimagrire per davvero. Non solo sul piano psicologico, ma anche su quello alimentare. Chi si mette a dieta e rispetta per 8 settimane i consigli del nutrizionista senza sgar­rare, dimagrisce molto meno (circa 2 kg e mezzo), rispetto a chi mangia ciò che vuole e il giorno dopo fa un piccolo pasto e basta. Questi ultimi perdono 6 kg. Questo è il risultato di una ricerca dell’Università dell’Illinois (USA) con­dotta da un gruppo di ricercatori molto autore­voli. L’indagine smentisce tutti i luoghi comuni: il primo è quello che digiunare, dopo che si è mangiato molto nei giorni precedenti, non serva. Non solo: la “dieta dei giorni alterni“, fatta di cibi da consumare a volontà (con la sola preoccupazione di stare attenti ai grassi) seguiti il giorno dopo da un quasi totale digiuno (solo 400-450 calorie) dà risultati inaspettati.

Dopo 8 settimane, così hanno evidenziato i ricercatori americani, si sono avuti miglioramenti della pressione arteriosa e dei livelli di colesterolo e trigliceridi. Il colesterolo LDI, quello “cattivo”, si riduceva del 25% in coloro che un giorno si lasciavano andare e l’altro optavano per un regi­me di semi-digiuno. Da che cosa dipende questo risul­tato? Perché quelli che fanno una dieta con calorie ben controllare perdono meno peso? Perché la routine li fa sentire inadeguati.

Scopri di più

La cassia: l’integratore naturale se ingrassi su fianchi e glutei!

cassia nomane

Una dieta ad alto contenuto di grassi può appesantire il metabolismo a causa dell’elevato apporto di calorie (basti pensare che un cucchiaio di olio vegetale o di burro sfiora le 100 kcal). Tuttavia, un’alimentazione ricca di grassi provoca anche uno squilibrio dell’orolo­gio biologico interno, mandando così in tilt i normali ritmi del metabolismo e provocando squilibri ormonali e sovrappeso. Occorre quin­di rivedere la dieta e assumere l’integratore giu­sto: la Cassia nomane.

La cassia è una pianta spontanea tropicale, non va confusa con la più nota cassia angustifolia, la quale ha proprietà prevalentemente lassative. La cassia nomane è ricca di flavonoidi e di altre sostanze che inibiscono l’azione della lipasi, gli enzimi del pancreas deputati alla digestione dei grassi. In questo modo riduce del 30% l’assorbimento dei grassi limitando così l’apporto calorico complessivo e diminuendo il livello di trigliceridi e colesterolo nel sangue. Potresti essere intasata di grassi se:

  • L’adipe si accumula prevalentemente nella parte inferiore della pancia, a livello di fianchi e glutei.
  • La tua dieta è molto ricca di cibi origine animale (burro, margarina  formaggi e salumi).
  • In genere, sei molto golosa di alimenti fritti e unti.
  •  Hai spesso la sensazione di avere la pancia gonfia a breve distanza dall’ultimo pasto.
  • Hai elevati livelli di trigliceridi e colesterolo nel sangue

Scopri di più

Ipertrigliceridemia: come svuotare il magazzino dei grassi

lotta-ai-trigliceridi

L’ipertrigliceridemia è una condizione che esprime un alto tasso di trigliceridi nel sangue. Può essere isolata o associata ad un contemporaneo aumento del colesterolo: in entrambi i casi si parla di dislipidemie, cioè di un’anomalia che consiste in un eccessiva presenza di grassi in circolo; in realtà, nel sangue, queste sostanze lipidiche vengono trasportate da proteine particolari, le lipoproteine, di diverso tipo, ed è proprio sulla distinzione tra le proteine associate a questi grassi che vengono classificate le dislipidemie.

In particolare, l’ipertrigliceridemia può essere primitiva o secondaria, cioè conseguenza di errati comportamenti alimentari, abuso di alcolici, stile di vita sbagliato, effetti collaterali di farmaci, op­pure connessa a determinate pa­tologie. L’eccesso di trigliceridi non è im­plicato direttamente nella forma­zione della placca arteriosclerotica (conseguenza per lo più di ec­cesso di colesterolo), però è un importante fattore di rischio delle malattie cardiovascolari, con cui è decisamente associato.

Per chiarire il concetto sul com­portamento da adottare da parte di chi “ha i trigliceridi alti“, è im­portante considerare il rapporto tra eccesso di trigliceridi e sin­drome metabolica. E’ questa una patologia multifattoriale, in continuo aumento in occidente, legata alla sedenta­rietà e al cattivo stile di vita, com­portamenti largamente diffusi in questa parte del mondo; la carat­teristica fondamentale consiste nell’aumento del grasso viscerale, cioè quello depositato nel­l’addome, ed è contraddistinta, a seconda dei criteri di classifica­zione, dalla presenza di almeno tre dei seguenti segni:

  • Ridotta intolleranza al glucosio
  • Diminuzione del colesterolo HDL al di sotto di 40 mg/dl (e 50 mg per le donne)
  • Aumento dei trigliceridi al di sopra di 150 mg/dl
  • Aumento della circonferenza addominale (>102 cm nell’uomo e 88 cm nella donna)
  • Ipertensione arteriosa.

Scopri di più