Gli italiani cambiano dieta per paura del batterio killer

 

Un’altra psicosi sta monopolizzando le nostre tavole. Non è la prima volta che un virus, in questo caso un batterio, modifichi l’alimentazione delle persone, per paura, per difesa o semplicemente perché non si sa che cosa mangiare. La selezione “naturale” è toccata ai cetrioli e la colpa è di quello che è stato soprannominato il batterio killer. Secondo l’ Eurobarometro, un cittadino europeo su tre (il 35 per cento) evita di acquistare quei prodotti che possono essere “incriminati”. Oggi succede al cetriolo, quello che qualche anno fa è accaduto alla carne di pollo.

A diffondere questo dato è la Coldiretti che sta cercando di tenere controllate le reazioni delle persone, soprattutto degli agricoltori che potrebbero buttare tonnellate di cetrioli, ma anche di altra frutta e verdura, tutta coltivata e raccolta in Italia. E quindi sicura.

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Tonno al monossido: quali pericoli per la salute

Abbiamo tante volte parlato dell’importanza di consumare il pesce durante una dieta equilibrata e delle tante proprietà del pesce. Sono ormai noti gli innumerevoli vantaggi che si ottengono da una dieta che prevede una frequenza di consumo settimanale di pesce maggiore rispetto alle carni rosse e molte le persone che preferiscono consumare il pesce all’interno del proprio regime alimentare.

E’ importante stare sempre molto vigili quando si acquistano gli alimenti, specie se si tratta di alimenti a rischio truffa. Le cronache italiane hanno, infatti, messo in guardia dall’ultima frode internazionale e nazionale: il finto pesce fresco. Questa frode ha puntato su una delle caratteristiche del pesce fresco, il colore del pesce: la truffa riguarda il trattamento del tonno a pinna gialla con delle sostanze che donano al pesce un colore rosso vivo.

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Il pesce “vegetariano” tutela di più la salute

Mangiare pesce fa bene alla salute, ma non è sufficiente. È necessario sapere anche di cosa si sono cibati i pesciolini che finiscono nel nostro piatto. A dirlo è il progetto europeo ‘Aquamax‘ (‘Sustainable aquafeeds to maximise the health benefits of farmed fish for consumers‘) che sostiene che i salmoni e le trote salmonate d’allevamento sono più buone, se nutrite con mangime a base di verdure.

I ricercatori  hanno studiato i benefici nutrizionali dei pesci allevati con una dieta che sostituisce alcuni degli ingredienti marini con verdure. Hanno valutato se il salmone allevato può ancora essere considerato un cibo sano quando il 50 per cento della sua dieta si basa su mangimi vegetali. Questa ricerca cambia un po’ le carte in tavola, perché quando siamo abituati a parlare di agricoltura biologica, facciamo un po’ più fatica a pensare anche all’alimentazione dei pesci, ma la catena alimentare inizia da lontano.

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Gli italiani bevono soprattutto acqua del rubinetto

Cosa bevete a tavola? L’ultima indagine di Aqua Italia, l’associazione delle aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie, federata ad Anima (Confindustria), ha evidenziato un nuovo trend: a pranzo e a cena, gli italiani nel 46% dei casi bevono soprattutto acqua del rubinetto. Un dato che inverte le tendenze degli ultimi anni che vedevano primeggiare l’acqua in bottiglia.

Questa scalata dell’acqua del rubinetto è iniziata circa 4 anni fa con la diffusione di molti depuratori, che hanno permesso di eliminare le bottiglie, tra l’altro antipatica fonte di pet o di vetro. Certo la segnalazione di diossina nelle acque comunali di una paio di mesi fa non fa stare tranquilli.

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Cibo più sicuro, l’etichetta “salva made in Italy” è legge

Lo scandalo diossina prima nell’acqua e poi nella carne di maiale e infine anche nelle uova, sta facendo discutere e riflettere.  In campo alimentare, purtroppo, le misure di sicurezza non sono mai troppe. L’Italia ha reso obbligatoria l’etichetta di provenienza sui cibi, per garantire l’origine, ma anche la qualità del prodotto. Un passo decisivo che sarà sicuramente di esempio all’Europa.

Secondo i dati del rapporto Coldiretti-Eurispes, circa un terzo della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati, per un valore di 51 miliardi di euro di fatturato, deriva da materie prime importate, trasformate e vendute con il marchio Made in Italy, nonostante provenissero da qualsiasi zona del pianeta.

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Carne di maiale e diossina

In questi giorni le notizie che arrivano sul rischio di diossina nelle carni di maiale, uova, polli, latte preoccupano in molti. Com’è noto, in Germania sono stati chiusi tantissimi allevamenti (558 su 4709) per via di un riscontro nei maiali di un elevato quantitativo di diossina che sarebbe ben al di sopra delle quantità considerate dannose per l’organismo. Come arriva la diossina negli alimenti che consumiamo?

Sembra che tale sostanza tossica sia contenuta nei mangimi consumati dagli animali d’allevamento e che, non essendo solubile in acqua ma solo nei lipidi, le carni a più alto contenuto di grassi siano le più colpite. Come si possono evitare i rischi per la salute non rinunciando a cibi fondamentali per una dieta equilibrata? Se pensiamo, infatti, che ogni anno tanti cibi risultano a rischio per la salute dovremmo, per evitare “contaminazioni del corpo”, eliminarli tutti.

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