Istat: gli italiani seguono un’alimentazione corretta con più pesce nella dieta

La dieta degli italiani sta cambiando di nuovo, e questa volta pare che gli effetti della crisi si stiano piano piano attenuando, anche se ancora in maniera molto lieve. L’Istat infatti ha certificato in questi giorni che sebbene la spesa media alimentare per le famiglie italiane sia rimasta praticamente uguale (447, 96 euro mensili nel 2016), si sta sempre di più diffondendo un’attenzione per l’alimentazione corretta.

Insomma, la crisi economica e la necessità di regolare la spesa alimentare, avrebbero influito positivamente sulle scelte alimentari degli italiani che adesso preferiscono alimenti freschi, carne e pesce e tornano a frequentare locali e ristoranti.

LA DIETA DEGLI ITALIANI, COM’E’ CAMBIATA DAL DOPOGUERRA AD OGGI

Emerge un dato interessante che riguarda il consumo della carne, che sebbene resta la componenente alimentare più importante ha diminuto la sua presenza nel carrello della spesa (-4,8% sul 2015). Cresce invece la spesa per la frutta (+3,1%) e soprattutto per pesce e prodotti ittici (+9,5%).

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Aumenta anche la spesa per servizi ricettivi e ristorazione, che sale del 4,8%, tornando così ai livelli precedenti alla crisi. Gli italiani quindi hanno qualche denaro in più da spendere per frequentare ristoranti e servizi ricreativi o culturali. Salgono infatti del + 2,9% e le spese per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura. Insomma gli italiani mangiano meglio, anche fuori di casa, e si concedono qualche divertimento in più.

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Si riduce il gap tra Nord e Sud ma aumenta il divario tra chi vive nelle grandi città metropolitane e chi negli altri comuni. Le famiglie residenti nelle città metropolitane hanno avuto una marcata crescita della spesa media mensile per beni e servizi non alimentari.

La dieta degli italiani, com’è cambiata dal dopoguerra ad oggi

Molta più carne, frutta e verdura, meno vino, pasta e pane. Così è cambiata la dieta degli italiani dal dopoguerra ad oggi, almeno secondo i dati emersi dal rappporto Coldiretti-Censis sulle nostre abitudini alimentari. In particolare l’aumento dei consumi di carne si attesta attualmente intorno al 300% mentre per i consumi di vino si registra un calo di oltre un terzo. Qausi un addio invece quello degli italiani alla pasta fatta a mano cui viene preferita, probabilmente per ragioni di praticità ed economicità, la pasta prodotta industrialmente, al lardo e allo strutto, largamente sostituiti dall’olio extravergine di oliva che scalza (fortunatamente) anche la terribile margarina.

Quanto all’aumento del consumo di carne, questo riguarda soprattutto la carne bovina a scapito di quella di pollo (più magra) mentre a dare (forse) una mano ai consumi di frutta potrebbe essere stata l’introduzione di nuove varietà fra le quali il kiwi, arrivato nel nostro paese negli anni ‘ottanta. Sotto il profilo alimentare d’altra parte l’italiano è un consumatore versatile se è vero che nel carrello della spesa mette indifferentemente surgelati (69,6%), cibo in scatola  (58,7%)  e prodotti a denominazione (Dop e Igp) non disdegnando l’opportunità di fare acquisti direttamente dal produttore (41,4%).

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Lo spuntino di metà mattina, una nuova abitudine per gli italiani

Secondo il rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani, lo spuntino è diventato un appuntamento irrinunciabile per due italiani su tre: il 62,3% di essi infatti si concede sempre una pausa per lo spuntino alla mattina, tra la colazione e il pranzo, mentre il 63,8% preferisce rimandarlo al pomeriggio (in questo caso si chiama merenda) per non arrivare troppo affamato a cena. Un buon 52,2% invece si ferma per mangiare qualcosa sia alla mattina che al pomeriggio.

Gli amanti dello spuntino sono soprattutto donne, giovani, single e residenti al Sud e nelle isole. Tra gli alimenti più gettonati troviamo: frutta e yogurt (molto bene), cracker, cornetti, brioche e merendine (un po’ meno bene). Sembra quindi che gli italiani abbiano fatto ampio spazio a questa nuova abitudine alimentare adeguandosi sostanzialmente all’indicazione della stragrande maggioranza dei nutrizionisti di consumare cinque pasti bilanciati al giorno.

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Il 40% degli italiani vorrebbe mangiare meglio ma non ci riesce

Secondo quanto emerso dal primo rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani, il 37% degli abitanti del Bel Paese vorrebbe mangiare bene ma non ci riesce: di questi il 40,5% ha un’età compresa tra i 30 e i 44 anni e oltre il 40% sono donne, nel 43% dei casi casalinghe. Quasi il 33% degli italiani dichiara invece di seguire una dieta sana; tra questi si trovano soprattutto anziani (40,3%) e laureati (37,6%). Il 43% di noi d’altra parte è in sovrappeso e l’11% obeso.

Tuttavia, sempre secondo i dati del rapporto Coldiretti/Censis, questa situazione, per certi versi sconfortante, non è il frutto di disinformazione: quasi il 62% degli intervistati dichiara infatti di essere

molto informato sui valori nutrizionali, le calorie e i grassi riguardanti i vari alimenti

Nel 51,1% dei casi queste informazioni vengono ricercate e ottenute proprio sul web, mentre solo il 34% degli italiani si rivolge a quotidiani, settimanali e periodici, il 25,5% a familiari ed amici (25,5%) e il 25,6% ai negozianti e al personale del punto vendita per saperne di più su ciò che porta in tavola.

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La Piramide Alimentare Italiana

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Allo scopo di orientare gli italiani verso comportamenti alimentari più salutari, il Ministero della salute ha affidato, nel 2003, a un gruppo di esperti il compito di elaborare un modello di dieta in armonia sia con gli stili di vita odierni che con la tradizione alimentare del nostro paese. E’ nata così, ad opera dell’Istituto di Scienza dell’alimentazione dell’Università di Roma “La Sapienza”, la piramide alimentare italiana. Questa particolare piramide alimentare indica i consumi alimentari giornalieri consigliati in base al criterio della quantità benessere (QB).

Più in generale, la piramide alimentare è una rappresentazione grafica che può essere utilizzata per descrivere un qualunque tipo di dieta al fine di visualizzare con immediatezza su quali principi si basa il modello alimentare in oggetto. Qualunque sia il modello dietetico rappresentato, la logica secondo la quale viene costruita la piramide è sempre la stessa: alla sua base troviamo collocati gli alimenti che vanno consumati tutti i giorni e man mano che si sale verso l’apice quelli la cui frequenza di assunzione consigliata si dirada.

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