La tisana alla malva contro la stipsi

Chi ne soffre lo sa bene: la stipsi è un disturbo difficile da contrastare e, secondo recenti stime, ne soffrirebbe un italiano su tre, in maggioranza donne. Secondo una ricerca condotta dall’Università di Tel Aviv, una delle cause più frequenti della stipsi sarebbe la scarsa assunzione di liquidi che, invece, aiuterebbero a contrastarla.

A parte bere tanta acqua, un buon modo per assumere liquidi è quello di bere le tisane, soprattutto quelle a base di estratti di piante utili per combattere la stitichezza, come ad esempio la malva; tra i suoi componenti attivi ci sono le vitamine del gruppo A, B e C, mucillaggini, antocianine, tannino e oli essenziali.

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Depurarsi con le tisane

Con l’arrivo della primavera implica varie conseguenze tra cui il bisogno di rimettersi in forma dopo il torpore invernale e preparare il fisico all’arrivo del­l’estate. Anche gli animali in que­sto periodo dell’anno tendono a depurare il loro organismo man­giando erbe nei giardini, perché non dovremmo farlo anche noi? Per rinnovare il sangue e depu­rarsi esistono un’infinità di piante officinali diuretiche, epatostimo­lanti, drenanti, e con azione acce­lerante sul metabolismo.

La pianta più nota e più diffusa per le sue proprietà diuretiche e per gli effetti positivi sul fegato è il taras­saco, comunemente noto come dente di leone o soffione. Di questa pianta dal fiore giallo (che si trova facilmente in campagna, anche ai bordi delle strade) viene essiccata la radice oppure usata come infuso o tintura madre, anche per le sue proprietà digestive. Per questo spesso una cura depu­rativa a base di tarassaco viene consigliata dopo periodi in cui si è mangiato troppo (pensate alle ab­buffate di Natale e Pasqua) o dopo una terapia farmacologica partico­larmente pesante.

 Se, però, oltre alla depurazione del fisico ci interessa anche il recupero della linea in vista della bella sta­gione, le piante che faranno al caso nostro saranno: la quercia marina, i peduncoli di ciliegio, la radice di gramigna, le foglie di betulla e le fo­glie e fiori di malva. La quercia marina è un’alga delle coste dell’Atlantico, ricca di iodio, che stimola la tiroide ed è utiliz­zata anche contro la cellulite (scio­gliendola nella vasca da bagno). I peduncoli di ciliegio sono molto utili come sedativi delle vie urina­rie in caso di cistiti ricorrenti, ten­denze alla calcolosi renale e insufficienza renale, oltre ad avere proprietà lassative.

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Tisane depurative per i bambini

bambini e tisane

Le bevande a base di estratti vegetali (infusi o ti­sane) si rivelano non solo un gradevole modo per dissetarsi soprattutto nei mesi invernali, ma anche un vero e proprio supporto terapeutico, utile a prevenire l’accumulo di tossine e problemi intestinali e metabolici di varia natura. Il principio di base è sempre lo stesso: quel­lo di estrarre i principi attivi di alcune parti di vegetali (foglie, fiori, frutti, semi) per mezzo di acqua bollente. Nel caso di bambini, però, bisogna scegliere con attenzione la composizione della bevanda, evitando le piante che possono avere effetti troppo marcati sull’organismo dei piccoli.

Solo per restare nell’ambito dei bebè, un ruolo di primo piano spetta ad esempio alle tisa­ne e agli infusi di finocchio, che possono  alleviare i disturbi derivanti dalle coliche gassose, assai frequenti nei bambini di primi mesi di vita, e a riattivare l’intestino nei bimbi più grandi . Spesso si parla indistintamente di tisana e infuso ma ciò è errato; anche se questi due termini vengono utilizzati come sinonimi, infusi e tisane sono due preparati con caratteristiche distinte.

Nella tisana si usano sia le parti tenere che quelle più dure della pianta, che vengono immerse in acqua bollente e lasciate in infusione per non più di 5 minuti. Nell’infuso si usano invece solo i fiori e le foglie finemente sminuzzati, sopra i quali viene versata l’acqua bollente. Il tempo di infusione arriva ai 10 minuti, dopo i quali si filtra la bevanda. In questo post indichiamo dunque le erbe da utilizzare per il benessere dei più piccoli.

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Eritema solare: come curarlo con le erbe

tintarella

L’eritema è un’infiammazione della pelle caratterizzata da un arrossamento a chiazze con zone in rilievo, ed è spesso accompagnato da una sensazione di bruciore mista a prurito, che prende il nome medico di “cociore”; di solito questa dermatite colpisce le persone più predisposte e si presenta dopo le prime esposizioni al sole.

A provocare l’eritema è il calore dei raggi solari, e quindi il primo consiglio è quello di non esporsi nelle ore più calde della giornata, cioè dalle 12 alle 16,30.

Contro il rossore giovano le proprietà della calendula, pianta preziosa per i suoi pigmenti flavonici e per l’azione sinergica dei suoi principi attivi dall’effetto antinfiammatorio; è un rimedio a cui si può ricorrere in pomata ma anche per uso interno: 20 gocce due volte al giorno. In alternativa, una pianta utile e dalle proprietà curative può essere la bardana: 20 gocce due volte al giorno, oppure le proprietà rinfrescanti e antirossore di malva e menta, efficaci per infusi da bere due volte al giorno.

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