Vi è mai capitato di mangiare i cibi industriali e di sentire dei fastidi gastrointestinali? Secondo uno studio condotto recentemente, ciò potrebbe dipendere da alcune fibre che vengono aggiunte a questi preparati.
La ricerca è stata pubblicata sul Journal of the American Dietetic Association e ha analizzato soprattutto la presenza di inulina all’interno dei cibi industriali; l’inulina è un a fibra solubile che si trova naturalmente in molto cibi, ma che viene utilizzata anche come additivo nella preparazione di cibi confezionati. Proprio per il fatto che è così diffusa, un team di ricercatori americani ha deciso di studiare la tollerabilità di questa fibra nell’organismo e di stabilire le dosi consigliate per non incorrere in controindicazioni.
La ricerca è stata condotta con l’ausilio di un gruppo di ventisei volontari di età compresa tra i 18 e i 60 anni, che sono stati tenuti una notte a digiuno e poi fornito loro, una volta a settimana per cinque settimane, una colazione a base di taralli con crema di formaggio, succo d’arancia nel quale era stato aggiunto un integrazione di inulina o un placebo. In entrambi i casi, l’inulina ha favorito lo sviluppo di sintomi di disturbi gastrointestinali come gonfiore e flatulenza, e sulle basi di questi fastidi i medici hanno fissato i limiti di tollerabilità di questa fibra, ovvero dai 5 ai 10 grammi al giorno; superate queste dosi ci sono alte possibilità di sviluppare disturbi intestinali.