Il nostro organismo, per mantenere in funzione gli organi, ha costantemente bisogno di glucosio. Il cervello è in assoluto quello che ne consuma di più, nonostante rappresenti soltanto il 2% della massa corporea. La glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue) è regolata principalmente dall’insulina e dal glucagone, ma intervengono anche altri ormoni come l’adrenalina e le altre catecolamine.
innalzamento glicemia
Ingrassi in fretta se hai la glicemia alta!
Un elevato livello di glucosio nel sangue (iperglicemia) a digiuno segnala che il metabolismo dei carboidrati è in difficoltà. In genere la glicemia aumenta pochi minuti dopo l’ingestione di cibi contenenti carboidrati (pasta, pane ecc.). Con l’aumento di glucosio nel sangue, il pancreas secerne insulina, ormone che favorisce l’ingresso e l’utilizzo del glucosio nelle cellule, abbassando così la glicemia. Tuttavia, quando la dieta prevede un eccessivo consumo di carboidrati (più del 60% in ogni singolo pasto) o l’apporto di carboidrati raffinati (zucchero, dolci, caramelle), la secrezione di insulina è intensa e brusca e determina la trasformazione degli zuccheri in cuscinetti adiposi.
L’eccesso di dolci e zuccheri si deposita prima di tutto nella zona addominale. Se la circonferenza del tuo punto vita supera gli 88 cm, devi subito correre ai ripari…ecco i pericoli di una dieta troppo zuccherina:
- Sensazione di fame già poco dopo il pasto
- Desiderio costante di zuccheri (dolci, pane, focacce ecc.)
- Aumento della massa grassa
- Peggioramento della ritenzione idrica
- Ridotta tolleranza al glucosio
- Aumento del livello di grassi nel sangue
- Deposito di adipe sulle pareti dei vasi sanguigni nei casi più gravi, il diabete
Snack salati e dolci, perchè non riusciamo a farne a meno?
Perchè quando indulgiamo al consumo di cibi troppo dolci, o troppo salati, sembra poi che non possiamo più farne a meno? Ve lo siete mai chiesto? Bene, a quanto pare questo singolare, per quanto comune, fenomeno accade perchè questo tipo di cibo agisce sul nostro cervello esattamente come una droga, ossia provocando modificazioni chimiche del tutto simili a quelle causate dall’abuso di stupefacenti.
A provarlo è stato uno studio dell’American College of Neuropsychopharmacology, coordinato da Bart Hoebel dell’Università di Princeton, i cui risultati sono stati resi noti già nel 2008. I ricercatori hanno sottoposto delle cavie da laboratorio a un periodo di digiuno al termine del quale hanno somministrato loro dei cibi molto dolci. All’inevitabile abbuffata è seguito un aumento della secrezione di dopammina, un neurotrasmettitore, a livello di una zona del cervello denominata nucleus accumbens; un meccanismo che, come accennato, si verifica anche durante l’abuso di stupefacenti. L’effetto però, spiega Hoebel, si è verificato solo quando il consumo di dolci seguiva a una fase di digiuno.