Troppi grassi saturi mettono a rischio le articolazioni

La salute delle articolazioni dipende anche dalla dieta. Sebbene i problemi alle articolazioni siano collegati all’obesità in quanto un eccessivo peso corporeo le può sollecitare e affaticare, un recente studio scientifico ha dimostrato che anche la qualità della nostra alimentazione ha a che fare con la salute delle articolazioni.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports e dimostra il ruolo chiave dell’alimentazione nella correlazione con malattie delle articolazioni come l’osteoartrosi che colpisce le ginocchia, le anche, le mani e la colonna vertebrale.

GRASSI BUONI E GRASSI CATTIVI NELLA DIETA, QUALI SONO E DOVE SI TROVANO

I ricercatori della Queensland University of Technology, in collaborazione con un team della Southern Queensland University, hanno trovato per la prima volta una correlazione tra un’alimentazione ricca di grassi saturi e l’insorgenza dell’osteoartrosi. Lo scopo dello studio era verificare come le diete ricche di grassi saturi ( olio di palma, olio di cocco, burro e cibi industriali) avessero effetti negativi sulla salute delle cartilagini. La scoperta è che una dieta composta da carboidrati e dal 20% di grassi saturi può produrre modificazioni artrosiche nel ginocchio.

FONTI ALIMENTARI DI GRASSI BUONI, QUALI SCEGLIERE?

A lungo andare, l’assunzione di grassi animali, burro ed olio di palma derivat,i indebolisce la cartilagine, che perde il suo effetto di cuscinetto ammortizzante, causando dolore. Al contrario, l’assunzione dei grassi animali che contengono acido laurico, e di un grasso saturo contenuto nell’olio della noce di cocco, sembra abbiano l’effetto opposto, cioè diminuirebbero il deterioramento della cartilagine.

I CIBI GRASSI PORTANO ALL’INFERTILITA’ MASCHILE

Una cosa è certa: l’insorgenza di malattie come l’osteoartrosi ha più a che fare con quello che mangiamo piuttosto che con l’usura delle articolazioni.

 

Tagliare grassi dalla dieta può accorciare la vita

A volte non si sa proprio cosa mangiare. Ci sono giornate che si apre il frigorifero senza pensare, giornate che qualsiasi cosa va bene purché sia leggero e pronto, convinti in questo modo di tagliare le calorie e risparmiare in salute e tempo. Purtroppo non è così. Anche bandire i grassi dalla dieta non fa bene. E con bandire, non significa non pranzare nei fast food, ma preferire il latte magro o scremato o lo yogurt con lo 0,001% di grassi.

Secondo i ricercatori delle Università del Texas – Health Science Center San Antonio Barshop Institute for Longevity and Aging Studies, e l’Università del Colorado (Usa) tagliare i grassi può essere dannoso proprio come mangiarne in eccesso. E per giungere a questa tesi, hanno eseguito una ricerca su 41 topi geneticamente modificati in procinto di perdere peso.

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Grassi alimentari, com’è difficile mangiare quelli giusti

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Grassi, fosse solo un problema di quantità… Neanche la qualità dei lipidi che si assumono con la dieta, infatti, va lasciata al caso. Le raccomandazioni nutrizionali non si limitano a ribadire che i grassi alimentari non dovrebbero costituire più dei 30 per cento dell’energia assunta ogni giorno. Per cominciare ricordano che i famigerati grassi saturi dovrebbero essere una parte minoritaria dell’introito lipidico: un terzo dei 30 per cento, quindi il 10 per cento delle calorie totali (ma c’è chi dice il 7).

Anche sul fronte del grassi polinsaturi, ar­rivano indicazioni dettagliate: i noti “omega 3” dovrebbero rappresentare lo 0,5 per cento dell’energia, gli “omega 6”  il 2 per cento, e – importante – il rapporto tra le due quote do­vrebbe mantenersi costante. Tradotto per una dieta da 2 mi­la calorie al di, i grassi ne do­vrebbero dare 600 e quindi  non pesare fisicamente più di 66-67 grammi al giorno, e gli introiti “parziali” rispettare le proporzioni dette.

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