Quando si soffre di glicemia alta c’è sempre la necessità di seguire un regime alimentare corretto, il più possibile ipocalorico in base alle esigenze della persona e comunque caratterizzato da alimenti con indice glicemico basso: vediamo insieme quali sono i frutti da evitare quando si ha bisogno di mantenere basso questo valore.
glicemia
Stop alla dieta con il metodo ACPG di Aboca
Basta con le diete ‘fai da te’ e con il conteggio delle calorie mentre siamo in procinto di consumare i pasti. A determinare sovrappeso, obesità e adiposità localizzate è il picco glicemico post prandiale, ovvero la variazione della concentrazione di glucosio nel sangue dopo un pasto.
Poggia su queste premesse il “Metodo dell’Alimentazione consapevole del picco glicemico” (ACPG) sviluppato da Aboca insieme al dottor Pier Luigi Rossi, medico specialista in Scienze dell’Alimentazione.
Un approccio serio al problema del peso comporta una fondamentale attenzione ai processi alla base della formazione degli accumuli di grasso, per i quali è determinante non solo la “quantità”, ma anche la “qualità” delle calorie introdotte.
“Le variazioni della glicemia post prandiale – afferma il dott. Rossi – hanno una maggiore responsabilità metabolica e ormonale per favorire l’incremento del peso corporeo e della massa adiposa. Nelle persone con normale tolleranza al glucosio, dopo i pasti generalmente la glicemia non aumenta oltre i 140 mg/dl (7,8 mmol/l) per poi tornare ai livelli preprandiali entro due o tre ore. È quindi salutare che il picco glicemico dopo pasto non superi il valore di 140 mg/100 ml”.
Ai fini del controllo del peso corporeo, come consigliato dall’esperto, è importante il ruolo delle oscillazioni che subiscono i livelli di glucosio nel sangue durante la giornata. In base a queste oscillazioni possiamo infatti capire quanto un alimento sia corretto per la nostra salute.
Se si vuole mantenere la salute metabolica è quindi necessario limitare le oscillazioni di glicemia ed evitare picchi glicemici eccessivamente alti.
In pratica è importante capire cosa succede al nostro corpo quando mangiamo un alimento e sulla base di questo cambiare la nostra alimentazione. La glicemia è uno dei parametri che cambia dopo i pasti e l’osservazione dei valori glicemici ci porta a scegliere il cibo migliore per il nostro corpo.
Il metodo ACPG si basa proprio sulla misurazione della glicemia dopo i pasti. Tramite una piccola puntura sul dito è possibile quantificare il glucosio nel tuo sangue e avere un feedback immediato sulla reazione del corpo agli alimenti.
Il percorso di alimentazione consapevole ci porta a diventare protagonisti della nostra salute, a scegliere in modo autonomo una strategia alimentare sana ma soprattutto personalizzata.
Tutti gli approfondimenti utili sul metodo ACPG sono disponibili al sito https://metodoacpg.it/. Dopo la registrazione, gratuita, si possono vedere i video dei seminari curati dal dott. Rossi, scaricare la guida alimentare, si ha a disposizione la tabella glicemia e tanti altri materiali utili per una alimentazione consapevole.
Inoltre, in tutte le farmacie, parafarmacie ed erboristerie fiduciarie Aboca è anche disponibile il libretto illustrativo “Conosci il tuo corpo, scegli il tuo cibo” che presenta il metodo ACPG nel suo insieme.
Gli alimenti con indice glicemico più basso
L’indice glicemico degli alimenti è un valore che indica la velocità con la quale gli zuccheri vengono assorbiti nel sangue; ad un indice glicemico alto corrisponde, quindi un’impennata della glicemia che a lungo andare può portare al diabete e a patologie come l’obesità. Quali sono gli alimenti con un indice glicemico basso da includere nella dieta? Scopriamolo in questo post.
Dieta vegetariana e diabete: è un connubio possibile?
Diabete e dieta vegetariana è un binomio possibile; chi è diabetico deve prestare molta attenzione all’alimentazione eppure, nonostante le difficoltà iniziali legate al rapporto con i carboidrati e le fibre, non è impossibile seguire una dieta vegetariana, a patto di seguire alcune accortezze.
Barry Sears, chi è il padre della dieta a Zona
Una delle diete più famose nel mondo è la dieta a zona; questo regime alimentare dimagrante, pur facendo parte delle diete “storiche” è tra quelli che ha più seguaci in barba alle mode e alla diete del momento. Chissà se il suo ideatore, il biochimico statunitense Barry Sears, aveva immaginato un tale successo!
Mango, frutto esotico dalle tante proprietà benefiche
Il mango è uno tra i frutti esotici più ricchi di sostanze benefiche per l’organismo, ideale per tenere sotto controllo gli zuccheri nel sangue, e quindi la glicemia, le infiammazioni del corpo, uno dei principali fattori di rischio di molte malattie tra le quali il cancro. Recentemente, il manco è stato protagonista di una ricerca scientifica condotta dalla Oklahoma State University, che ne ha ulteriormente evidenziato le sue proprietà benefiche.
Dall’aceto un aiuto per tenere sotto controllo la glicemia
Insieme all’olio, uno dei condimenti più famosi è l’aceto, un prodotto che viene usato fin dall’antichità sia a scopo medicinale che per insaporire i piatti. All’aceto vengono attribuite diverse proprietà benefiche, tra le quali che sia in grado di agire sugli accumuli di grasso, che possegga facoltà antitumorali e che sia utile per tenere sotto controllo la glicemia; in particolare, quest’ultima proprietà è stata protagonista di uno studio scientifico condotto da un gruppo di ricercatori coreani.
Sonnolenza post prandiale, cause e rimedi
Dopo pranzo capita spesso di essere assaliti dalla cosiddetta sonnolenza post prandiale, comunemente conosciuta come “abbiocco”, della quale molte persone sono afflitte. Se da una parte è normale che l’organismo spenda molte energie con la digestione, in realtà non dovremmo sentire questa sonnolenza che in alcune persone è particolarmente acute. Scopriamo il motivo e come si può porre rimedio.
Come controllare la glicemia durante pranzi e cene importanti
Il nostro organismo, per mantenere in funzione gli organi, ha costantemente bisogno di glucosio. Il cervello è in assoluto quello che ne consuma di più, nonostante rappresenti soltanto il 2% della massa corporea. La glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue) è regolata principalmente dall’insulina e dal glucagone, ma intervengono anche altri ormoni come l’adrenalina e le altre catecolamine.
La verdura come primo piatto riduce le calorie e la glicemia
Esiste un pasto ideale? È ovvio che sì. È davvero molto importante che la dieta quotidiana sia ben bilanciata. Dai ricercatori dell’Università di Osaka (Giappone) arriva il consiglio di usare un trucchetto: mangiare una buona dose di verdura prima di cominciare: invece, del solito primo o dell’antipasto, una bella insalatona. In tanti ristoranti già si fa.
Questa strategia serve per saziare, diminuire di conseguenza le calorie che verranno poi ingerite durante il pasto e controllare la glicemia nei casi di diabete di tipo 2. Non è poi un sacrificio così grande. Molte persone consumano l’insalata o le verdure come contorno o alla fine del pasto, basta solo spostare l’ordine delle portate. Si è giunti a questa tesi dopo aver monitorato un gruppo di pazienti diabetici.
I medici si sono accorti che queste persone avevano livelli di glicemia più bassi quando la verdura veniva mangiata all’inizio del pranzo o della cena. Così si è deciso di fare uno studio un po’ più approfondito. I medici hanno raccolto due gruppi di volontari diabetici: al primo è stato fatto seguire il metodo «verdura prima, carboidrati poi», al secondo invece la tecnica più complicata chiamata «razioni di scambio».
Quali sono stati i risultati? Dopo un anno bisogna dire che entrambe le diete hanno abbastanza funzionato. Sicuramente quella che ha portato livelli di benefici maggiori è stata la prima che ha mostrato una riduzione dell’emoglobina glicata, ma anche della pressione e dei livelli dei lipidi plasmatici. Gabriele Riccardi, presidente Società italiana di diabetologia ha commentato:
Iniziare il pasto con delle verdure, molto voluminose ma poco caloriche comporta una dilatazione dello stomaco e, quindi, un importante stimolo alla sazietà che, a sua volta, induce a ridurre la successiva assunzione di cibi più ricchi di energie e causa dell’innalzamento della glicemia soprattutto nelle persone con diabete. Attenzione, però: perché questo segnale arrivi al cervello occorrono almeno 15 minuti quindi è bene “prendere tempo” tra una portata e l’altra e masticare a lungo ogni boccone.
[Fonte: Corriere]
Caffè, dopo un pasto grasso fa salire gli zuccheri
Brutte notizie per chi è solito concludere il pranzo con una bella tazzina di caffè. Dopo un pasto ricco di grassi, infatti, farebbe salire gli zuccheri nel sangue. Lo sostiene una una ricerca condotta dall’Università di Guelph in Canada.
Secondo il team di studiosi, i cibi ricchi di grassi saturi interferiscono con la capacità dell’organismo di neutralizzare gli zuccheri nel sangue, ma la caffeina ne amplificherebbe addirittura l’effetto, con ricadute negative soprattutto per i diabetici.
Alimentazione equilibrata, come ridurre gli zuccheri
Come ridurre gli zuccheri? In occasione delle feste di Natale un modo per tenere controllato il peso, senza mettersi a dieta, è quello di tagliare gli zuccheri. Proprio ieri abbiamo detto che per prevenire la carie bisogna fare attenzione all’azione combinata di zuccheri e carboidrati, ma come sapete bene, troppo zucchero nella dieta si traduce in colesterolo e di conseguenza in malattie cardiache, in aumento di peso e molti altri problemi di salute.
Quale migliore occasione quella delle feste natalizie per curare di più la propria alimentazione? Non vi suggerisco qualche dieta rigida dell’ultimo momento perché non sarebbe produttiva, piuttosto cercate di trovare una misura nel cibo che vi permetta di togliervi qualche sfizio, senza esagerare.
Come togliere 3cm dal girovita
Se ci teniamo davvero alla linea di tanto in tanto dovremmo dare un occhio alla glicemia ossia al livello di glucosio nel sangue. E’ una “spia” molto importante del metabolismo dei carboidrati e del metabolismo in generale. Tanto più adesso dopo il mese di pranzi e cenoni. Il periodo delle festività, infatti, comporta un aumento generale delle calorie introdotte con la dieta e alcuni «strappi» alle regole alimentari basilari, primo fra tutti un maggiore apporto di dolci e zuccheri.
Le conseguenze le paghiamo subito, con gonfiori, fame nervosa, stipsi, ma rischiamo di pagarle anche la prossima estate a causa del brusco rallentamento del metabolismo. Se vogliamo avere una linea perfetta a giugno dobbiamo occuparci già adesso del nostro metabolismo. La prima cosa da fare è aiutare l’organismo a drenare il surplus di tossine. Occorrono poi cibi riattivanti e alcuni rimedi naturali specifici per il metabolismo dei carboidrati.
Indice glicemico: cos’è e come mantenerlo sotto controllo
L’indice glicemico (IG) di un alimento rappresenta la velocità con cui aumenta la glicemia, cioè la concentrazione di glucosio nel sangue, in seguito alla sua assunzione. L’IG è espresso in centesimi, quindi, a seconda del picco raggiunto, i cibi sono divisi in tre classi: a basso indice glicemico, cioè inferiori a 40, medio, cioè tra 40 e 70, e alto, vale a dire maggiore di 70.
Tanto per fare un esempio, le patate lesse hanno un indice glicemico pari a 70, decisamente più alto rispetto alla pasta cotta al dente che ha un IG pari a 45; la pasta al dente ha un indice inferiore a quella scotta, perché le molecole non sono già rotte dalla cottura e il cibo si trasforma più lentamente in glucosio.
In sintesi, i regimi basati su questo valore reputano favorevoli, perché a basso IG, tutta la verdura, tranne le patate, quasi tutta la frutta, alcuni cereali, come orzo e avena, e sfavorevoli tutti i carboidrati raffinati, vale a dire pasta, pane, riso, dolci e zuccheri.
Gelato o sorbetto? Una lotta a colpi di bontà!
Fresco spuntino per un pieno di energia, preziosa integrazione alimentare, proposta alternativa per un pranzo leggero: il gelato può contribuire in tanti modi al benessere e alla salute, senza tralasciare il gusto! Anche se il denominatore comune di ogni gelato è la sua fresa bontà, le caratteristiche nutritive cambiano secondo la qualità e la quantità degli ingredienti.
Una distinzione fondamentale, in questo senso, è quella tra sorbetti alla frutta e gelati alla crema: i primi sono composti sostanzialmente da acqua, frutta e una certa quantità di zucchero, mentre le creme si arricchiscono dell’apporto di latte e di uova. La differenza sul piano nutritivo non è da poco: mentre 100 grammi di sorbetto al limone non arrivano a 150 kcal, un cono panna e cioccolato fornisce circa 300 kcal, con una presenza significativa di proteine, calcio e grassi.
Ecco allora delinearsi le due “facce” del gelato:
il sorbetto si presta in modo ideale a rinfrescare l’organismo, aiutandolo a combattere la disidratazione, a ristabilire rapidamente il tono energetico e a reintegrare i sali minerali persi attraverso il sudore; per la sua leggerezza è ideale anche per chi è a dieta.