Uno spuntino goloso, sempre pronto, che incontri il gusto di bambini e ragazzi: è la cosiddetta frutta secca, un alimento su cui è facile ricevere opinioni scordanti. Fa bene? Fa male? È adatta ai più piccoli o è assolutamente te da evitare? Vediamolo insieme. Innanzitutto, è bene fare una distinzione fondamentale la frutta secca rappresentata dai semi oleosi (noci, nocciole, pistacchi, mandorle e così via) e la frutta essiccata, ottenuta dalla disidratazione (all’aria o in forno a basse temperature) di molte varietà della frutta che viene di solito consumata fresca: uva, mele, albicocche, banane, prugne…
Quest’ultima è povera di grassi ma ricca di zuccheri, oltre che di fibre e può contribuire ad aiutare un intestino un po’ pigro. Di contro, però, dato l’elevato contenuto di calorie, è necessario comunque limitare i quantitativi, soprattutto in caso di ragazzi con tendenza al sovrappeso. Diverso è il discorso per la frutta secca propiamente detta, chiamata anche frutta a guscio lipidica perché povera di zuccheri e ricchissima invece di acid igrassi: in media, il contenuto lipidico va dal 55% al 65%.