Le abbuffate compulsive si possono curare con un farmaco

Le abbuffate compulsive sono indice di un problema psicologico: il cibo molto spesso è una valvola di sfogo su cui si riflettono disagi ben più gravi. Un team di scienziati italiani ha sviluppato un farmaco che potrebbe aiutare chi soffre di disturbi dell’alimentazione come la bulimia e le abbuffate compulsive: si tratta della memantina, medicina in uso per l’Alzheimer.

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anoressia cronica

Anoressia, donna di 30 anni a dieta da quando ne aveva 10 sembra un’anziana di 70

 

anoressia cronica

La dieta spesso si può trasformare in una vera e propria malattia. Ci sono persone molto complessate che non riescono a guardarsi allo specchio con serenità, accettando i propri difetti e le proprie debolezze. Il risultato? Danneggiano il loro corpo, causandosi gravi problemi di salute, con regimi alimentari così restrittivi che possono anche portare dritti verso la morte. Quella di oggi è la storia di Helen Gillespie, una donna di 30, che ha passato gran parte della sua vita, praticamente a non mangiare.

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abbuffate compulsive

Scoperta una terapia contro le abbuffate compulsive

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Testa nel frigorifero a qualsiasi ora della notte, voglia incontrollata di cibo e soprattutto una strana fame, che non è appetito ma solo voglia di mangiare in grandi quantità. Per fortuna non è un sentimento comune a tutti, ma le abbuffate compulsive sono frequenti e abbastanza diffuse. Rappresentano un vero e proprio disturbo dell’alimentazione, esattamente come la bulimia (che tra l’altro hanno diversi punti in comune).

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giornata fiocchetto lilla

Disturbi del comportamento alimentare, la giornata del Fiocchetto Lilla

giornata fiocchetto lillaSi dice spesso che nella nostra società l’immagine è tutto: certamente non è solo quella che conta ma è altrettanto vero che, per molte persone essa riveste un ruolo essenziale, soprattutto nella costruzione della propria autostima. Purtroppo per molti l’immagine diventa un problema e spesso questo malessere può sfociare in comportamenti alimentati distruttivi. Proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi del comportamento alimentare è nata l’associazione “Mi nutro di vita”.

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Il perfezionismo favorisce l’insorgere dei disturbi alimentari

La perfezione non esiste. Eppure alcune persone passano la loro vita a cercarla disperatamente. È una corsa contro il tempo, contro i propri limiti e può portare a delle vere e proprie manie, come i disturbi alimentari. Guardarsi allo specchio e non riconoscersi o fare di tutto per diventare qualcosa di impossibile: sono due meccanismi pericolosi che favoriscono l’insorgere di malattie.

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La mania dello sport può causare l’ortoressia e la sindrome di Highlander

Ci sono tanti modi per essere malati e ci sono tante ossessioni diverse. Anche lo sport e quindi la mania di un fisico perfetto può trasformarsi in una fissazione. Purtroppo quando una qualsiasi abitudine salutare si trasforma in una ragione di vita, c’è qualcosa che non funziona. Lo abbiamo già potuto notare con l’ortoressia, che significa avere un’esasperata attenzione dietetica e consumare solo alimenti sani.

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Nasce un blog dedicato ai disturbi alimentari

E’ nato da poco un blog per sostenere tutte le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare come la bulimia e l’anoressia, patologie molto pericolose, che portano ad uno stato di pericolosa malnutrizione e anche alla morte.

Il blog è gestito dalla utenti della comunità della “Casa delle farfalle”, una struttura residenziale dell’Assl numero 10 del Veneto Orientale per il trattamento dei disturbi alimentari. E’ un luogo virtuale in cui incontrarsi e relazionarsi con altre persone che vivono gli stessi problemi.

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L’obesità è causa di emarginazione sociale

L’obesità è un grave problema di salute. Questo è un concetto abbastanza appurato e veritiero, le persone con qualche chilo in più devono fare i conti anche con un altro genere di disturbo: la discriminazione. Essere grassi significa essere soggetti a un giudizio molto negativo da parte di chi, purtroppo, ci osserva. Il perché? La nostra società ha dei canoni estetici e in qualche modo tutto è costruito attorno a quelli. A sollevare la questione è Lenny Vartanian della School of Psychology dell’Università del New South Wales, in Australia.

Ha realizzato uno studio durante il quale i volontari hanno dovuto rispondere a una serie di questionari sulla percezione delle persone obese. È risultato che sono particolarmente tenute a distanza, come altri gruppi: fumatori e tossicodipendenti. Forse non ci rendiamo nemmeno conto di questo meccanismo anche perché non è in quello che si dice, ma in come ci si comporta.

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Disturbi alimentari: il cervello non sa resistere alle tentazioni

Il cervello non sa proprio dire di no ai cosiddetti “peccati di gola”, perché? Ha fame di ricompense. Questo, l’esito di una ricerca condotta da Eric Stice, uno studioso americano dei laboratori dell’Oregon Research Institute. I risultati dello studio sono stati pubblicato anche sulla rivista di settore Journal of Neuroscience.

Secondo l’esperto, i disturbi alimentari non sarebbero dettati da un deficit degli ormoni rilassanti stuzzicati dal cibo, al contrario, è il cervello a rendere il nostro appetito insaziabile, perché più sensibile rispetto alla norma a forme di ricompensa stimolate dal gusto di un buon piatto.

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Disturbi alimentari, la tv è nemica della linea

In quasi tutte le case c’è una televisione vicino a un tavolo da pranzo e puntualmente durante i pasti catalizza l’attenzione dei commensali, favorendo l’insorgere di disturbi alimentari. La cosa più tipica è cenare, guardando il telegiornale. È un grave errore, per l’effetto ipnotico della tv che spinge ad avere abitudini alimentari sbagliate: c’è chi, preso dal suo programma preferito, mangia troppo o chi, invece, troppo poco.

Secondo i dati dell’ dell’Osservatorio ADI – Nestlé, il 33% delle persone che consuma i pasti davanti al piccolo schermo è obeso, mentre il 27% è sottopeso, mentre il 30% è in sovrappeso. Le percentuali sono state raccolte su un campione molto vasto, 13 mila persone, durante uno studio per verificare le abitudini alimentari del Paese.

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