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Ipertensione addio con un mix di erbe e spezie indiane

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Come si cura la pressione arteriosa troppo alta? La prima risposta utile è eliminando il sale dalla dieta. C’è però un altro valido alleato e si tratta del Venthamarai chooranam, una miscela di erbe e spezie indiane. A dimostrare l’efficace di questo cocktail è stato un team di esperti del Centre for Toxicology and Developmental Research (CEFT) della Sri Ramachandra University (Chennai, India).

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Dieta Dash per dimagrire e ridurre la cellulite senza troppe rinunce e sacrifici

La dieta dash (acronimo di Dietary Approach to Stop Hypertension) è stata elaborata negli anni ’90 dallo statunitense Institute of Health appositamente per chi soffre di ipertensione. Attualmente è tornata in auge grazie a un gruppo di studiosi che, dopo averla messa a confronto con altre 29 regimi dietetici simili, l’hanno giudicata la più efficace per prevenire e controllare il diabete e mantenere il cuore in salute. Si tratta infatti di una dieta a basso contenuto di grassi saturi, colesterolo e grassi totali in cui rivestono un ruolo centrale frutta e verdura, latticini magri, cereali integrali, pesce, carni bianche e frutta a guscio a discapito di carne rossa (inclusi i tagli magri) bibite zuccherate e dolci in genere, che in combinazione con altre modificazioni dello stile di vita aiuta a tenere sotto controllo l’ipertensione e abbassa i livelli di colesterolo cattivo (LDL). Fondamentale anche la riduzione del consumo di sale per contrastare la ritenzione idrica: i menu della dieta dash apportano in media 2300 mg di sodio al giorno.

 

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Quali sono i cibi da evitare con l’ipertensione?

Con la pressione alta non si scherza. È molto importante in caso di ipertensione fare attenzione alla dieta e soprattutto a tutte le fonti di sodio. È stato dimostrato che lo stile di vita, l’eccesso di alcol, una dieta piena di grassi, il sale, lo stress, la mancanza di fibre, di esercizio e il sovrappeso siano alla base di questo disturbo.

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La dieta contro l’ipertensione

L’ipertensione è un disturbo molto comune e anche pericoloso. Ci sono dei fattori importanti che possono influenzare l’innalzamento della pressione, quali lo stress, la mancanza di attività fisica, il fumo e il sovrappeso. Nei casi più gravi, questa malattia si cura con una terapia farmacologica e una dieta opportuna. L’alimentazione, infatti, ha un ruolo chiave e può davvero essere molto utile per mantenere controllata l’ipertensione.

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Dieta Dash contro l’ipertensione

Secondo le stime, in Italia sono oltre 10 milioni le persone ipertese e con valori di pressione arteriosa superiori alla norma; l’ipertensione, infatti, è una malattia molto diffusa di cui soffrono il 21% degli uomini e il 24% delle donne. Per combattere questa patologia, un aiuto arriva dall’alimentazione e nello specifico da un regime alimentare, ovvero la dieta Dash.

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Pressione più bassa con una dieta a base di patate

 

Erano il cibo dei poveri in passato, poi per molti anni sono diventate un attento alla linea. Le prime cose che si eliminano dalla dieta, quando si pratica l’inconsapevole fai da te, sono la pasta e le patate. È un gravissimo errore e in molti casi inutile. Qualche tempo fa abbiamo riportato uno studio in cui si diceva che questo tubero non ingrassa e ora, invece, aggiungiamo che mantiene bassa la pressione.

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Cuore, un aiuto dalle alghe

Le alghe sono un valido alleato del cuore, aiutano a combattere l’ipertensione e a prevenire i disturbi cardiovascolari. Il merito, sarebbe delle proteine contenute, che avrebbero un ruolo molto simile a quello del latte.

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Una dieta ricca di potassio contro l’ipertensione

Pressione alta? Per correre ai ripari ci vuole il potassio. È questo il consiglio di un gruppo di ricercatori italiani della Società Italiana per l’Ipertensione Arteriosa ha ben pensato di aumentare le dosi di questo sale nella dieta per curare l’ipertensione. Ovviamente non è molto complicato e non è necessario prendere integratori particolari (almeno non nei casi meno gravi), basta abbondare in banane e in legumi. Ma come mai? Il segreto sta nella sua capacità di favorire il riassorbimento del sodio.

Chi soffre di pressione alta sa bene che deve evitare di mangiare salato, perché è noto che il sodio è il nemico numero uno di questa patologia. Bilanciare in questo modo i due componenti può davvero cambiare la vita di molte persone. Ha, infatti, commentato così Pasquale Strazzullo, direttore dell’Unità di Medicina Interna, Ipertensione e Prevenzione Cardiovascolare dell’università Federico II di Napoli e autore dello studio:

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Fragole e mirtilli combattono l’ipertensione

Non è stagione per una bella macedonia di frutta, ma per i golosi, che non rinunciano alle primizie o semplicemente amano i succhi, c’è una notizia interessante: fragole e mirtilli combatto l’ipertensione. A sostenerlo è uno studio che, realizzato dall’Università dell’East Anglia e di Harvard e pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, ha evidenziato come il consumo di almeno una porzione alla settimana di questi frutti sia relazionabile alla diminuzione fino al 10% di sviluppare ipertensione arteriosa.

Non è la prima volta che parliamo di alimenti che fanno bene alla salute e dovremmo ormai sapere che i flavonoidi, contenuti in diversi vegetali e negli alimenti da essi derivati (dalla frutta fresca al e al vino rosso), e le antocianine, tipiche di fragole e mirtilli, sono devi elisir di benessere.

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Il succo di melograno riduce le infezioni e i problemi cardiovascolari

Il melograno è un frutto molto particolare: dolce e delicato si può mangiare a fine pasto, ma anche in abbinamento a qualche piatto salato. Quello che lo rende ancora più speciale è la proprietà che ha scoperto uno studio americano presentato a Denver all’ultimo congresso dell’American Society of Nephrology. Sembra essere una risorsa per coloro che soffrono di malattie renali o sono in dialisi.

Proprio così. Il melograno sembra essere in grado di ridurre gli effetti collaterali dovuti alla dialisi. I ricercatori dell‘Istituto Universitario di Tecnologia di Haifa in Israele per arrivare a questo risultato hanno analizzato 101 pazienti in dialisi che per un anno, tre volte alla settimana, prima di sottoporsi alla terapia bevevano o un bicchiere di succo di melograno o un placebo.

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Prevenire l’ipertensione, gli adolescenti consumino meno sale

Per non diventare ipertesi da adulti , gli adolescenti devono ridurre il sale aggiunto negli alimenti. Il consiglio arriva da uno studio presentato al congresso dell’American Heart Association secondo il quale sono sufficienti tre grammi di sale in meno al giorno per ridurre dal 44% al 63% il numero di giovani che da adulti saranno affetti da ipertensione. Gli autori dello studio hanno messo a punto un sistema informatico in grado di valutare gli effetti positivi per la salute derivanti da una riduzione del consumo di sale nell’adolescenza, fascia di età in cui si tende spesso a fare il pieno di cibi salati, ed hanno visto come la riduzione di un solo grammo consente una diminuzione dei valori di pressione sistolica di circa 0,8 mm Hg.

Ovviamente per incidere davvero sulla salute bisogna ridurre il sale di almeno di 3 grammi. Questo taglio infatti, secondo gli esperti, potrebbe favorire una riduzione compresa tra il 7 e il 12 per cento del rischio di malattia coronarica, tra l’8 e il 14 per cento di infarto, tra il 5 e l’8 per cento di ictus e tra il 5 e il 9 per cento della mortalità per qualunque altra causa.

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Potassio, antipertensivo naturale

Aumentare il consumo di potassio potrebbe avere sulla pressione arteriosa gli stessi effetti benefici della riduzione del sale. A sostenerlo è un gruppo di ricercatori dell’Università di Wageningen, in Germania, coordinati dalla dottoressa Linda van Mierlo, in base a uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Archives of Internel Medicine. Gli studiosi tedeschi hanno monitorato il consumo di potassio in 21 paesi tra cui Cina, Nuova Zelanda e Olanda stimandolo tra 1.7 e 3.7 grammi al giorno, mentre la razione giornaliera raccomandata è di 4.7 grammi al giorno.

Se il consumo di potassio aumentasse fino al livello consigliato-afferma la van Mierlo-la pressione sistolica dei cittadini di questi paesi calerebbe con un effetto paragonabile alla riduzione di quattro grammi al giorno di sale. Il bilancio fra introito di potassio e introito di sale è infatti basilare nel controllo dell’ipertensione.

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Ipertensione e alimentazione

Secondo quanto dichiarato di recente dal dottor Bruno Trimarco, presidente della SIIA (Società Italiana dell’Ipertensione arteriosa) e ordinario di medicina interna all’Università degli Studi di Napoli Federico II, circa il 20% degli italiani soffre di ipertensione arteriosa e la metà di essi, nonostante sia perfettamente consapevole del proprio stato di salute, non segue le indicazioni degli specialisti sullo stile alimentare più adeguato per tenere a bada il disturbo ed evitare così di incorrere in accidenti cardiovascolari quali ictus e infarto.

Eppure, nei casi in cui, secondo il giudizio del medico, l’ipertensione primaria, ovvero non dipendente da malattie cardiovascolari o endocrine (caso in cui si parla di ipertensione secondaria) non ha ancora raggiunto livelli allarmanti, per scampare il pericolo basterebbe seguire la dieta giusta ed eliminare i fattori di rischio quali vita sedentaria, vizio del fumo e stress. La dieta può comunque giovare anche a coloro che sono affetti da ipertensione secondaria, coadiuvando l’azione dei farmaci anti ipertensivi.

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L’alimentazione iposodica

dieta iposodica

Come evidenziato da molti studi, noi italiani siamo grandi consumatori di sale, tanto che ne assumiamo dieci volte in più delle dosi consigliate, forse perché tendiamo a preferire i cibi saporiti rispetti a quelli con un minor apporto di sale.  

I cibi troppo salati fanno male, non solo perché provocano la ritenzione idrica e la comparsa di quel fastidioso inestetismo che è la cellulite, ma soprattutto perché troppo sale mina il benessere e la salute del nostro organismo; infatti, l’eccesso di sodio è fra le principali cause dell’ipertensione e delle malattie cardiocircolatorie. Secondo gli esperti, la dose giornaliera raccomandata di sale è compresa tra 575 e 3500 mg/giorno, e quindi per scongiurare problemi di salute, è bene attenersi a queste dosi.

La prima regola è non usare il sale per condire ma usare le spezie, come il pepe, il peperoncino, l’origano, l’erba cipollina e la maggiorana che, oltre a donare sapore ai cibi, fanno bene al nostro organismo.

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Un pezzo di cioccolato al giorno combatte l’ipertensione

L’ipertensione è una patologia che colpisce una sempre più larga fetta della popolazione mondiale. Tra i primi interventi, oltre a quello farmacologico, c’è sempre un controllo sulla dieta. In particolare si tende a ridurre l’apporto di sale e a controllare l’apporto di altri tipi di alimenti. A chi, però, sarebbe venuto in mente che mangiare un pezzo di cioccolato al giorno potesse essere una pratica salutare anziché un peccato di gola? Ad un team di ricercatori australiani dell’University of Adelaide sì, tanto che ha deciso di condurre uno studio in merito.

Secondo la ricerca condotta dalla dott.ssa Karin Ried e colleghi, non sempre c’è bisogno di ricorrere ai farmaci per tenere sotto controllo la pressione arteriosa. Ci sono, difatti, alcuni tipi di alimenti che possono contribuire ad aiutare a mantenerla a livelli adeguati. Uno di questi è il cioccolato che, grazie alla presenza di flavonoidi, può aprire in maniera del tutto naturale i vasi sanguigni e facilitare lo scorrimento del sangue.

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Ictus e infarto, ecco i fattori di rischio che hanno in comune

Pressione alta, vizio del fumo, girovita largo, dieta sbagliata (per esempio perchè povera di frutta e verdura e troppo ricca di grassi), vita sedentaria, grassi nel sangue, diabete mellito, alcol, stress e depressione, sono i nove fattori di rischio comuni a ictus e infarto. A dimostrarlo sono stati due studi, condotti dai canadesi Martin ÒDonnell e Salim Yusuf, della McMaster University, presentati durante il Congresso Mondiale di Cardiologia tenutosi nei giorni scorsi a Pechino.

Gli studi, che hanno visto coinvolte circa 21.000 persone residenti in 22 Paesi del mondo, hanno inoltre dimostrato che per l‘ictus ischemico e cerebrale esiste un decimo fattore di rischio rappresentato dalla malattie cardiache. Tuttavia, tali fattori, che sono responsabili al 90% del rischio di infarto e ictus, giocano un ruolo differente nella loro insorgenza:  per esempio, sembra che la pressione alta sia il più importante fattore di rischio per gli ictus mentre i grassi nel sangue rappresentino il più importante fattore di rischio per l‘infarto cardiaco.

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