Kim Kardashian, come ha perso venti chili dopo il parto

Kim Kardashian è spesso protagonista del gossip internazionale. Milionaria, imprenditrice, non si sa bene di cosa, è diventata famosa per il suo fisico avvenente, per un surreale reality sulla sua famiglia e per i vari amori. Ultimamente però ha raggiunto la popolarità anche per un altro dettaglio: la gravidanza che le ha fatto prendere ben 26 chili.

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nuova dieta atkins

La nuova dieta Atkins

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Della famosa dieta Atkins, il regime alimentare iperproteico ideato dal dottor Robert Atkins avevamo parlato qualche tempo fa grazie alla ritrovata forma fisica di Kim Kardashian. La diva di Hollywood ha dichiarato di aver perso i trenta chili accumulati durante la gravidanza grazie alla dieta Atkins. Sulla scia del successo di questa dieta, anche in Italia si sta diffondendo la “nuova versione” di questo regime alimentare dimagrante.

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Il segreto della forma fisica di Kim Kardashian? La dieta Atkins

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Vi siete chiesti come ha fatto Kim Kardashian a ritrovare una forma fantastica dopo il parto? Grazie alla dieta Atkins. La bella Kim, che era ingrassata di quasi trenta chili durante la gravidanza, si è mostrata nei giorni scorsi in tutto il suo splendore e con un corpo che non lasciava immaginare la recente gestazione. Tutto merito della dieta Atkins, dunque? La Kardashian dice di sì, ovviamente accompagnata da un severo programma di allenamento.

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Dieta Atkins diete proteiche aumentano rischio infarto ictus 5%

Dieta Atkins e diete proteiche, aumentano il rischio di infarto e ictus del 5%

Dieta Atkins diete proteiche aumentano rischio infarto ictus 5%

Le diete proteiche, di cui fa parte anche la popolare dieta Atkins, tornano sul banco degli imputati. Gli esperti, infatti, mettono in guardia dai potenziali rischi per il cuore e non solo. Seguire un regime dietetico iperproteico fa sì perdere peso più rapidamente, ma a caro prezzo, aumentando il rischio di infarto e ictus del 5%. Percentuale che arriva addirittura al 60% se si privilegiano le proteine per lunghi periodi.

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Le cinque diete dimagranti più pericolose per la salute

Le diete dimagranti possono essere rischiose per la salute. Lo abbiamo detto diverse volte che seguire regimi molto rigidi, magari senza l’aiuto di un nutrizionista, può essere pericoloso, perché si possono creare delle carenze nutritive gravi o danneggiare il funzionamento del metabolismo. A lanciare l’allarme, in quest’ occasione, è  dell’Agenzia di sicurezza sanitaria alimentazione, ambiente e lavoro (Anses) della Francia che in un uno studio ha messo in evidenza i danni che possono provocare alcune diete.

Il dito è stato puntato verso le note  Atkins, Dukan, Montignac, Weight Watchers. Tutte, secondo gli esperti francesi, comportano uno squilibrio importante a livello di vitamine, di minerali e dei macronutrienti (lipidi, glucidi e proteine). L’Anses sostiene, inoltre, che nell’80% delle diete l’assunzione di proteine è superiore all’apporto consigliato. E che nel 95% dei casi, dopo aver seguito questi piani di dimagrimento, le persone tendono a riacquistare subito peso.

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Le sette diete più in voga dell’estate

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Se avete deciso di raggiungere il luogo di villeggiatura in piena forma e senza quei chiletti di troppo che vi portate dietro dall’inverno, non vi resta che mettervi a dieta; quale seguire? Eccovi le sette diete più in voga dell’estate! Alcune sono novità, altre sono delle “vecchie conoscenze” ben note agli habitué delle diete. Vediamole insieme.

Dieta Atkins. Consiste nel ridurre i carboidrati e aumentare il consumo di proteine, meglio se di origine vegetale come la soia e i fagioli; questa dieta, che era da sempre considerata pericolosa per la salute, è stata recentemente rivalutata da alcuni studi condotti in America che la sua sicurezza.

Dieta a chilometri zero. Questa dieta si basa su alimenti prodotti entro 70 chilometri dalla zona nella quale vivete e, quindi, su prodotti freschi acquistati direttamente dagli agricoltori, nelle cooperative alimentari o nelle fattorie a conduzione familiare, l’importante è che siano prodotti locali.

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Le diete iperproteiche ipocaloriche

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Le diete iperproteiche ipocaloriche sono quelle caratterizzate da un elevato apporto di proteine e grassi e da un ridotto introito di carboidrati. Vanno quindi distinte dalle diete ipercaloriche iperproteiche nelle quali un consumo eccessivo di proteine si accompagna ad un apporto adeguato di carboidrati. Mentre in quest’ultimo caso infatti le proteine in eccesso si trasformano in grasso di deposito, nel caso delle diete iperproteiche ipocaloriche grassi e proteine vengono utilizzati per soddisfare le esigenze energetiche dell’organismo al posto dei carboidrati.

Tutte le diete low carb si basano infatti sull’assunto che, in assenza di carboidrati nella dieta, i grassi alimentari non possono essere trasformati in grassi di deposito e vengono bruciati dall’organismo favorendo così il dimagrimento. Inoltre l’organismo ha bisogno di più energia per metabolizzare le proteine, con il conseguente aumento del metabolismo basale.

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La dieta atkins: perchè mangiando proteine si dimagrisce?

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Era il 1972 quando il dott. Atkins pubblicò il libro Dr. Atkins Diet Revolution, e fu subito un successo. Il dott Atkins fu uno dei primi a sostenere la salubrità di una dieta a basso contenuto di carboidrati, e da lì una miriade di diete, ognuna con le sue varianti, cominciarono a seguire. La razio della dieta atkins si basa su questo assioma: il corpo per stare bene ha bisogno maggiormente di proteine invece che di carboidrati. La dieta non prevede un calcolo delle calorie, a parte lo stare attenti ai carboidrati.

Nella parte iniziale si mangia poco , ma questo permette al corpo di adattarsi ai cambiamenti alimentari; la tipologia di alimenti assunti fa si che il corpo attinga alle riserve dei grassi per prendere l’energia che gli serve e ciò provoca un progressivo dimagrimento. I carboidrati hanno invece la funzione di trasformare il glucosio in grasso per l’organismo, facendoci ingrassare (questo sempre secondo la dieta atkins).

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Dieta South Beach

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Messa a punto dal cardiologo Arthur Agatston, che la descrive nel libro “The South Beach Diet: the delicious, doctor-designed foolproof plan for fast and healthy weight loss”,  la dieta South Beach si basa sulla restrizione dei carboidrati, sull’indice glicemico degli alimenti e sulla distinzione tra grassi buoni e grassi cattivi.

Sono ritenuti grassi cattivi i grassi saturi e polinsaturi contenuti negli alimenti raffinati e di origine animale, mentre sono da ritenere grassi buoni i grassi saturi, come l’olio extravergine di oliva.

Analogamente a quanto abbiamo già visto per la Dieta Atkins anche la dieta South Beach è suddivisa in più fasi:

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Dieta del minestrone

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Come la dieta della banana, anche la dieta del minestrone è una delle cosiddette diete a tema, prevede cioè il consumo prevalente di un solo tipo di alimento o pietanza, in questo caso il minestrone di verdure.

Fu  messa a punto appositamente al Sacred Memorial Hospital di St. Louis per i soggetti obesi che dovevano sottoporsi a interventi chirurgici e andava seguita per 10/14 giorni.

Il fatto che sia stata elaborata in ambito ospedaliero non deve far pensare che la dieta del minestrone sia per forza sana ed equilibrata, infatti lo scarso apporto calorico e la eliminazione quasi totale di nutrienti fondamentali per il nostro benessere come proteine e carboidrati, rendono fortemente sconsigliabile osservarla per un periodo superiore a quello indicato: 1-2 settimane al massimo.

I primi giorni di dieta prevedono l’assunzione esclusiva di minestrone, frutta, succhi di frutta non zuccherati e tè cui vanno ad aggiungersi, a partire dal quarto giorno, carne, riso integrale, latte o yogurt.

Primo giorno

Colazione: caffè o tè-frutta a scelta (escluse uva e banane)

Spuntino: succo di frutta senza zucchero

Pranzo: minestrone-mele

Merenda: succo di frutta senza zucchero

Cena: minestrone-pere.

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Dieta dell’Astronauta

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Come la dieta scarsdale e la dieta Atkins, anche la dieta dell’astronauta è una dieta low carb, ossia a basso contenuto di carboidrati. Più precisamente, la cosiddetta dieta dell’astronauta, che però non ha nulla a che vedere con l’alimentazione tipica degli esploratori dello spazio, può essere considerata una variante della dieta Atkins, con la quale condivide il principio secondo il quale la drastica riduzione di carboidrati costringe il corpo a bruciare i grassi evitandone l’accumulo.

Per questo motivo, alla eliminazione quasi esclusiva di cibi ricchi di carboidrati, corrisponde un aumento dell’assunzione di quelli contenenti grassi e proteine. Quindi in questo regime dietetico sono assolutamente vietati pasta, pane, riso e cereali, fortemente limitati frutta e patate, mentre è possibile consumare liberamente burro e formaggi grassi.

Tuttavia, rispetto alla dieta Atkins, la dieta dell’astronauta si caratterizza per una diversa ripartizione giornaliera di grassi, proteine e carboidrati:

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Dieta Atkins

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La dieta Atkins

La dieta Atkins prende il nome dal suo ideatore, il cardiologo statunitense  Robert C. Atkins che la elaborò negli anni ’70 e, in seguito, ne illustrò dettagliatamente i principi nel manuale dal titolo: “Dr Atkins New Diet Revolution”.

Analogamente alla dieta scarsdale, la dieta Atkins è caratterizzata da un regime alimentare povero di carboidrati e ricco di proteine cui vanno però ad aggiungersi i grassi. Questa dieta si fonda infatti sull’assunto che la riduzione drastica dell’apporto giornaliero di carboidrati costringa il corpo a bruciare grassi e proteine per produrre energia, con il conseguente dimagrimento.

Anche in questo tipo di dieta quindi non è importante la quantità di calorie assunta giornalmente, quanto piuttosto il tipo di alimenti consumati.

Vanno dunque eliminati dai pasti cibi quali pasta, pane, riso, biscotti, legumi secchi, alcol e dolci, mentre è possibile mangiare uova, carne, pesce, formaggi, olio e burro.

La dieta Atkins si articola in 4 fasi:

Induzione

La fase di “Induzione” dovrebbe essere seguita per almeno due settimane durante le quali la quantità giornaliera di carboidrati non deve superare i 20 grammi. Tale quantità deve essere assunta principalmente attraverso il consumo di insalate e verdure.

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