Dieta e salute: 5 cibi alcalini da mangiare ogni giorno

Tra le varie novità in campo di nutrizione, una delle più note è la dieta alcalina. I suoi sostenitori affermano che molti dei cibi che mangiamo ogni giorno, e in particolare i cibi confezionati ed industriali, abbiano un effetto acidificante sul nostro organismo che per questo motivo è più soggetto a infiammazioni, problemi della pelle, unghie fragili, calo delle difese immunitarie e anche tumori.

Ecco perchè sarebbe necessario introdurre ogni giorno nella dieta gli alimenti che non in grado di riportare l’equilibrio alcalino. Ecco 5 cibi alcalini da mangiare ogni giorno per stare bene:

1. Tuberi e radici

Barbabietole, ravanelli ma anche rape e carote. I tuberi e le radici hanno un effetto alcalinizzante e poi sono ricche di sali minerali e fibre e quindi aiutano molto a mantenere alta la salute generale dell’organismo.

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2. Crucifere

Stiamo parlando della grande famiglia dei cavoli e dei broccoli che oltre a spostare il pH del corpo verso una leggera alcalinità hanno anche il pregio di rinforzare il sistema immunitario e migliorare la digestione. Ce ne sono di tantissime varietà, per ogni stagione, dunque non è difficile inserirli stabilmente nella dieta settimanale.

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3. Vegetali a foglia verde

Tutte le verdure a foglia verde sono alimenti sani che dovrebbero essere mangiati spesso, sia crudi che cotti al vapore, alternandoli a seconda della stagionalità. Ad esempio: spinaci bietole, cicoria che oltre a mantenere l’equilibrio acido-base nel corpo contengono fibre, minerali e vitamine.

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4. Limoni

Anche se questi frutti hanno un pH acido a causa del loro contenuto di acido citrico, in realtà hanno un effetto alcalinizzante che si aziona solo dopo che il limone si trova nell’organismo. Ecco perchè alcuni consgiliano di assumerlo con un po’ d’acqua la mattina a digiuno. Il limone aiuta il sistema immunitario, disintossica il fegato, migliora la digestione e aiuta la perdita di peso.

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5. Mele

Come la maggior parte della frutta, anche le mele sono alcalinizzanti e poi sono fonte di fibre, vitamine, minerali e altre sostanze utili all’organismo per rimanere in buona salute. L’ideale sarebbe consumarle con la buccia che è la parte più ricca di nutrienti, ma per poterle mangiare integralmente è necessario assicurarsi che la frutta sia di provenienza biologica.

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Dieta Wellbeing cos’è come funziona

La dieta Wellbeing è il frutto dello studio del dottor Luca Naitana, biologo nutrizionista e naturopata, che per anni ha studiato le proprietà curative del cibo per il desiderio di aiutare la moglie, ammalata di sclerosi multipla. Dai suoi studi nasce il metodo Wellbeing che parte dal presupposto che il cibo, quando è scelto con attenzione e abbinato nel modo giusto, può aiutare il corpo a stare meglio.

Il primo passo del metodo Wellbeing è la depurazione. Bisogna effettuarla per 4-6 giorni ogni inizio mese attraverso una restrizione calorica: in questo modo l’organismo si resetta e compie una pulizia cellulare utile per il corpo e per la mente. Per mangiare bene bisogna associare bene i cibi. Gli abbinamenti corretti sono quelli a base di verdure crude e proteine animali o vegetali, verdure cotte e crude, verdure cotte e cereali integrali. Anche la dissociazione dei cibi è importante. Le proteine animali andrebbero assunte separatamente dai carboidrati per preservare lo stato di alcalinità dell’organismo. Per il benessere gioca un ruolo fondamentale anche la salute dell’intestino che bisogna aiutare con uno stile di vita corretto che comprenda una buona dose di attività fisica, consumo limitato di caffè, alcol e zucchero.

Sono 10 i consigli fondamentali da seguire per il metodo Wellbeing:

  1. Consuma almeno 5 pasti al giorno
  2. Mangia frutta fresca di stagione lontano dai pasti.
  3. Comincia pranzo e cena con una porzione abbondante di verdura cruda di stagione.
  4. All’inizio della dieta alleggerisci il carico su fegato e reni escludendo l’assunzione di carne rossa, maiale, affettati, insaccati e uova. Nel mese successivo possono essere reintrodotti, 1 alla settimana.
  5. Le proteine animali non devono superare il 10% delle calorie giornaliere. Ok alla carne da 1 a 3 volte alla settimana, il pesce da 2 a 5.
  6. Assumi cereali integrali biologici in chicco e pasta biologica integrale di kamut, farro o grano saraceno.
  7. Limita o evita il pane a pranzo.
  8. Utilizza olio evo spremuto a freddo, solo a crudo
  9. Cotture ideali: al vapore, al forno dolce, brasatura (a fuoco lento con poca acqua e vino e/o limone), al cartoccio con carta da forno e non di alluminio, alla griglia, avendo cura di non bruciare l’alimento.
  10. Esegui tutti i giorni esercizi aerobici (corsa o camminata veloce) e anaerobici (pesi).

Dieta alcalina: elenco dei cibi permessi

La dieta alcalina si basa sul principio secondo cui l’organismo funziona meglio in un ambiente alcalino mentre l’alimentazione comune, con prodotti di origine animale e carboidrati spesso trasformati, crea un effetto acidificante. Quali sono i cibi permessi nella dieta alcalina? Li scopriamo insieme a quelli da evitare.

dieta alcalina

Secondo la dieta alcalina va consumato ogni giorno il 70-80% di alimenti alcalini e solo il 20-30% di alimenti acidi. Così si torna ad un sistema alimentare più simile a quello dei nostri antenati che si nutrivano soprattutto di frutta, verdura, semi e noci e non conoscevano i carboidrati raffinati di cui è spesso piena la nostra dieta attuale.

Cibi alcalinizzanti da preferire

I cibi alcalini da favorire sono frutta fresca, verdura, frutta secca come le mandorle, miglio, legumi sia freschi che surgelati, particolarmente i fagioli, e ancora patate e miele. In particolare sono da preferire tra le verdure: carote, sedano, biete, spinaci, broccoli, cavolfiore e zucca. Tra la frutta: mela, pera, arance (anche in succo), banane, fragole, ciliegie, mango, pompelmo, ananas, melone, datteri, avocado e uva.

Cibi acidificanti da ridurre

Sono da ridurre pesce, carne, soia e derivati, noci. È meglio scegliere fonti proteiche di origine vegetale anziché animale, riducendo comunque la frequenza d’uso di questi cibi al 30% massimo della quota di cibi acidificanti concessi nella dieta alcalina. Tra il pesce è meglio scegliere spigola, salmone, tonno o trota.

Cibi acidificanti da evitare

Pane e prodotti da forno, zucchero e dolci, bevande zuccherate, latticini e cerali raffinati. Questi ultimi vanno sostituiti con cereali integrali ma in piccole quantità. Fa eccezione il miglio che si può consumare a piacere.

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La dieta alcalina

La dieta alcalina, come è facile immaginare, si basa sul consumo di cibi (frutta, verdura, noci, tuberi) che, una volta metabolizzati, rilasciano nell’organismo residui alcalini, a scapito di alimenti acidificanti quali carni, formaggi, pesci, crostacei, albume d’uovo, latte, alcuni tipi di legumi, tè, caffè e cereali.
Il presupposto di questa dieta, nota anche come alcalinizzante, è che un consumo eccessivo di cibi che rilasciano residui metabolici acidi finisca per alterare l’equilibrio acido-basico dell’organismo causando la perdita di minerali essenziali nelle ossa alla quale seguirebbe una sorta di acidosi cronica che, per quanto di lieve entità, esporrebbe allo sviluppo di alcune patologie e contribuirebbe alla percezione di un malessere generale a causa dell’aumento dei radicali liberi e dell’indebolimento del sistema immunitario.

La dieta del pH

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La pancia si appiattisce, il corpo diventa subito e asciutto: sono i risultati del regime alcalinizzante, in grado di riattivare il metabolismo e favorire il benessere.

Il menù alcalinizzante aiuta a ristabilire l’equilibrio acido-alcalino (o basico) dell’organismo, che spesso risulta troppo acido per diversi fattori, per esempio un’alimentazione iperproteica e povera di frutta e verdura, oppure uno stile di vita troppo sedentario.

Nel post di ieri abbiamo visto cos’è il pH, come verificare il suo livello nell’organismo e come tenerlo sotto controllo, oggi vi proponiamo una dieta alcalinizzante da seguire nel causo in cui, dopo i controlli, il vostro pH risulti ripetutamente acido.

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Acidità e pH: cosa sono e come mantenerli sotto controllo

Chissà quante volte avrete sentito parlare di acidità (o acidosi) e di pH senza sapere bene cosa fossero: oggi affronteremo proprio questo argomento. Usando termini medici si può affermare che l’acidosi si verifica quando nel sangue aumenta la quantità di acidi facendo diminuire il valore del pH.

Le principali conseguenze dell’acidosi sono due: l’aumento dei radicali liberi e l’indebolimento del sistema immunitario, che potrebbero portare alla comparsa di fastidiosi disturbi. Per stare bene occorre, dunque, mantenere il pH dell’organismo al suo valore naturale, ossia 7, cercando di equilibrare la dieta di tutti i giorni, inserendo nel menù la giusta di alimenti alcalini e acidi.

La sigla “pH” è un’abbreviazione che deriva dal latino, “p” sta per “potentia” e “H” per “hydrogeni”, e serve a definire la concentrazione di ioni idrogeni all’interno di una sostanza. Per valutare l’acidità dell’organismo basta misurare il valore del pH delle urine utilizzando apposite strisce reperibili in farmacia.

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