Diario di una dieta, perchè si mangia anche se non si ha fame?

L’essere umano è programmato per mangiare. Questo è abbastanza ovvio. Mangiare è necessario per sopravvivere. Quello che è meno ovvio è il perchè ogni circostanza sia un buon pretesto per farlo. Mangiamo quando siamo felici, mangiamo quando siamo tristi, pare che serva a colmare il vuoto che sentiamo dentro, mangiamo quando siamo annoiati, mangiamo quando siamo stanchi (alzi la mano che non si sente affamatissima dopo la corsa o la palestra). Insomma mangiamo sempre, fatta eccezione mentre dormiamo.

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Diario di una dieta, la caduta

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Ero arrabbiatissima con me stessa e con la bilancia, che mi aveva fatto lo sgarbo di fermarsi. Non avevo più perso un grammo e i morsi della fame mi sembravano inaccettabili. Ripetevo a me stessa che non avrei dovuto arrendermi, che era una fase normale in qualsiasi dieta e invece cedetti.

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Diario di una dieta, quando la bilancia all’improvviso si ferma

Dieci giorni di dieta e due chili persi. Un risultato formidabile non c’è che dire. Me ne andavo in giro fiera di me stessa aspettando che tutto il mondo notasse quanto mi ero assottigliata ma la mia perdita di peso sembrava passare del tutto inosservata ed ogni volta che incontravo qualcuno che non vedevo da diversi giorni aspettavo inutilmente che si pronunciasse sulla mia ritrovata silohuette. Niente da fare…toccava sempre a me, con un piglio da deficiente, chiedere “Ma non mi trovi dimagrita?”.

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Diario di una dieta, le tentazioni della dispensa

Ed eccomì lì con 400 grammi in meno e un nuovo giorno di dieta da affrontare. I giorni che seguirono al primo furono tutti in discesa. Il secondo e il terzo almeno. La perdita di peso non fu più significativa come il primo giorno ma a un ritmo di 100-150 grammi al giorno la mia dieta fai da te sembrava dare i risultati sperati e condurmi inesorabilmente verso lo smaltimento del primo chilo di troppo.

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Diario di una dieta, il primo appuntamento con la bilancia

La notte che precedette il primo appuntamento con la bilancia fu lunga e travagliata, come si dice in questi casi. Mi rigirai per tutta la notte nel letto svegliandomi di continuo. “Quanto avrò perso” mi chiedevo durante i miei brevi e frequenti risvegli, per poi ripiombare subito in un sonno agitato. Mi sentii quasi tentata di alzarmi nel bel mezzo della notte per andare a pesarmi. Non so perchè non lo feci. Forse mi sare tolta subito il pensiero e avrei ricominciato a dormire in santa pace.

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Diario di una dieta, il primo giorno

 

 

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Devo ammettere che personalmente nelle diete ci sono sempre stata immersa. Ero una di quelle bambine che potevano vantare, negli anni ’80 non era così facile, una mamma sempre a dieta. Ricordo che una volta fece la dieta della dottoressa Tirone. Ve la ricordate la dottoressa Tirone? Io si! E chi se la scorda! La sua dieta era in vendita in farmacia con un kit di tavolette e integratori. Una scatola che conteneva il piano alimentare stampato su un foglio lungo come un lenzuolo. Mia madre lo scrutava come se fosse una pergamena sacra attenendosi rigorosamente alle prescrizioni e mentre era intenta ad attingere alla sua personalissima fonte del sapere alimentare non tollerava di essere disturbata da nessuno.

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Diario di una dieta, la decisione di cominciare

 

 

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Non sono mai stata quella che mia madre definirebbe una silfide. Voglio dire, non sono mai stata un tipo magrolino anche se definirmi grassa mi è sempre sembrato troppo. Sono una donna in carne. Lo sono sempre stata sin da quando avevo 12 o 13 anni. La mia vita da questo punto di vista è stato tutto un alternarsi di: “che gran sedere che hai!” e “ma no stai bene così!”.

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