Salumi e insaccati aumentano il rischio di diabete

 

Cosa mangiare per contrastare il rischio di diabete di tipo 2? Ognuno di noi deve seguire una dieta, ovviamente calcolata sul proprio stile di vita e sulle necessità riguardanti la propria salute. Insomma, i regimi devono essere personalizzati, anche se ci sono delle regole comuni da tenere ben presenti. Per esempio, che consumare salumi e insaccati può aumentare il rischio di diabete.

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La frutta secca aiuta a prevenire tumori e diabete

La frutta secca, regina indiscussa delle festività natalizie oramai lontane, è un toccasana per il cuore e per le arterie, ma è anche un’alleata preziosa contro i tumori e il diabete. A sostenerlo, sono un gruppo di ricercatori del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, ma anche uno studio dell’American Association for Cancer Research.

Il team di studiosi americani, infatti, durante la conferenza Experimental Biology 2011 che si è tenuta a Washington D.C., ha dimostrato non solo che i pistacchi sono meno calorici di quanto generalmente si creda, ma sono anche in grado di ridurre il rischio di sviluppare patologie a carico del sistema cardiovascolare, e secondo i ricercatori basterebbe una porzione di pistacchi (43-85 grammi) al giorno.

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Digiuno, una tecnica per prevenire il diabete

Digiunare fa bene alla salute. Qualcuno sostiene il contrario, soprattutto appena sente bussare i morsi della fame. Eppure secondo i ricercatori dell’Heart Institute dell’Intermountain Medical Center di Murray (Utah, Usa), il digiuno, se programmato ed effettuato sotto stretto controllo, riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e di malattie coronariche.

Non stiamo quindi parlando di saltare il pasto occasionalmente o di regimi alimentari improvvisati, ma di un digiuno studiato, magari proprio da un medico. Il motivo di questo risultato? Non mangiare provoca la fame, ovviamente, e il nostro corpo in risposta produce più colesterolo, permettendo così di utilizzarlo come fonte di combustibile al posto del glucosio. Questo meccanismo fa diminuire le cellule adipose: meno se ne hanno, meno è probabile che si sviluppi il diabete.

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Diabete, il caffè rallenta l’assorbimento del glucosio

Per gli italiani il caffè è un piacere cui non si può rinunciare: corto, lungo, macchiato, dec. Ovviamente bisogna berlo con moderazione, perché se da un lato ha un effetto drenante, quindi migliora la circolazione e aiuta a sconfiggere la cellulite, dall’altro la caffeina è un eccitante e influisce sul cuore. Ma c’è molto di più. Secondo un recente studio dell’INRAN (Istituto nazionale per la ricerca in materia di alimenti e nutrizione), il caffè è in grado di inibire uno degli enzimi intestinali deputati alla digestione dei carboidrati.

Questo potrebbe essere un punto a suo favore, perché in questo modo si determina un rallentamento nell’assorbimento del glucosio, attenuando così il picco glicemico che si osserva dopo il consumo di un pasto, contribuendo alla riduzione del rischio di diabete di tipo 2.  Insomma, in caffè per sconfiggere il diabete.

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La dieta non basta a prevenire il diabete di tipo 2

Per scongiurare il rischio di insorgenza del diabete di tipo 2 non basta seguire una dieta equilibrata. Ad affermarlo è un gruppo di ricercatori dell‘Università della California a Los Angeles (UCLA) che hanno condotto un’analisi trasversale su un campione di 14.528 persone obese e non obese, legate al programma National Health and Nutrition Esame Survey III.

Lo scopo era quello di valutare l’effetto della sarcopenia, ovvero la perdita della massa muscolare che interessa le persone particolarmente sedentarie ma che è dovuta anche all’avanzare dell’età, sulla resistenza insulinica e sui livelli di glucosio nel sangue.

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Dieta e Diabete, il parere del diabetologo

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Cos’è il diabete e come cambia la vita di chi scopre di esserne affetto? Quali sono gli scopi della terapia nutrizionale e quali indicazioni alimentari occorre seguire per tenerlo sotto controllo? Esistono cibi permessi e cibi vietati a chi è diabetico? Per rispondere a queste e ad altre domande sul diabete mellito abbiamo intervistato per voi il Dottor Mario Manunta. Specialista in medicina interna e diabetologia, Mario Manunta è responsabile del Servizio di diabetologia della Casa di Cure Triolo Zancla a Palermo.

Dottor Manunta, può dirci sinteticamente quali sono gli obiettivi principali della terapia nutrizionale del diabete?

Lo scopo reale della terapia nutrizionale del diabete è quello di guidare il paziente nell’introito dei carboidrati perchè impari ad assumerli nel modo corretto e nei momenti giusti della giornata. La patologia stessa infatti impedisce la corretta gestione degli zuccheri.

In che modo esattamente i carboidrati incidono sul livello di glicemia?

Il nostro pancreas produce un ormone, l’insulina, che ha il compito di gestire gli zuccheri. L‘insulina si lega a particolari recettori cellulari che ne permettono l’internalizzazione all’interno della cellula stessa. Quando questo meccanismo è alterato si crea una situazione paradossale: gli zuccheri restano intorno alle cellule, ma non dentro. E’ come se andassimo a fare benzina e mettessimo il carburante nel portabagagli piuttosto che nel serbatoio. La macchina sarà piena di benzina ma ugualmente non potrà camminare. In queste condizioni le cellule richiedono continuamente zucchero, per questo motivo il diabetico è sempre affamato. La polifagia è un sintomo del diabete mellito.

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