Educazione alimentare, prima arma contro l’obesità

Quando negli anni ’60 il miracolo economico portò la televisione nelle nostre case e le automobili nelle nostre strade, il problema dell’obesità infantile riguardava solo il 6% della popolazione. Con il diffondersi lento ma inarrestabile di modelli alimentari e stili di vita ispirati a quelli provenienti da oltreoceano tale percentuale è giunta nel 2000 al 25% e si aggira attualmente intorno al 30-35%.

Un’ascesa preoccupante che rende i bambini italiani fra i più obesi in Europa e che li candida a un futuro difficile date, da un lato l’elevata percentuale di insuccessi del trattamento dell’obesità in età adulta, dall’altro le complicanze legate a questa condizione che può essere considerata già di per sè uno stato di patologia.

Infatti una volta che nell’organismo si sono instaurate anomalie delle cellule adipose dovute ad iperalimentazione come l’aumento del loro numero (iperplasia) e del loro volume (ipertrofia) è piuttosto difficile “neutralizzarle” con la conseguenza che un bambino obeso rimarrà predisposto all’obesità, o resterà obeso, per tutto l’arco della vita con una notevole riduzione della qualità e dell’aspettativa di vita stessa.

Scopri di più

Rimonabant, ecco perchè non ha funzionato

Come abbiamo accennato appena ieri, il farmaco dimagrante Acomplia (principio attivo rimonabant) è stato ritirato dal commercio nell’ottobre del 2008 dietro disposizione dell’Agenzia Italiana del Farmaco a seguito della conferma, da parte del comitato per i medicinali per uso umano dell’EMEA (Agenzia Europea per i medicinali), dell’elevatissimo rischio di effetti collaterali a livello psichico dovuti alla sua assunzione. All’epoca il farmaco, in commercio in Europa dal 2006, aveva fatto il proprio ingresso nelle nostre farmacie da soli cinque mesi (nel maggio 2008) e veniva usato dietro controllo medico come terapia aggiuntiva a dieta ed esercizio fisico nel trattamento dell’obesità in presenza di fattori di rischio. Ma qual era il suo meccanismo di azione?

Il rimonabant è una molecola che agisce sul sistema dei cannabinoidi endogeni, recettori localizzati sia a livello cerebrale che periferico, coinvolti nella regolazione dell’appetito e per i quali è stata dimostrata una sovrastimolazione in pazienti obesi con conseguente incontrollata assunzione di cibo e accumulo di grasso. Poichè stimolando i recettori per i cannabinoidi si ha un aumento della fame mentre la loro inibizione ha l’effetto opposto, rimonabant veniva utilizzato per le sue proprietà anoressizzanti che esplicava proprio bloccando l’azione di tali recettori purtroppo però con conseguenze deleterie a livello psichico.

Scopri di più

Pillola anti-obesità, forse tornerà presto

Potrebbe essere presto in arrivo la nuova pillola anti-obesità, un farmaco anti-grasso simile a quello ritirato dal commercio nel 2008 ma che, a differenza del primo (Rimonabant), non agisce sul cervello ma solo sul resto del corpo. Questo è quanto emerso da una ricerca, pubblicata sull’ultimo numero della  rivista scientifica Cell metabolism, e condotta da un team di scienziati europei coordinati dall’endocrinologo dell’Università di Bologna Uberto Pagotto. Si riaccendono quindi le speranze delle persone affette da obesità che non hanno potuto avvalersi con successo del farmaco precedente a causa dei suoi sgradevoli effetti collaterali quali ansia e depressione.

Come spiega Pagotto:

Il risultato segna un punto di svolta. Senza azione sul cervello, si elimina infatti il problema degli effetti collaterali sulla psiche. Si tratta quindi di usare farmaci che non vi penetrino, come quelli recentemente sviluppati e già testati con successo sugli animali. Se si dimostrano validi anche sull’uomo il gioco è fatto. Dopo il ritiro, un mese fa, anche dell’altro importante principio attivo in campo contro l’obesità, la sibutramina, la novità risulta ancora più interessante

Scopri di più

Chirurgia bariatrica, inaugurato nuovo Centro in Campania

E’ stato inaugurato presso il Presidio Ospedaliero Pineta Grande di Castel Volturno, in Campania, il nuovo Centro di Chirurgia Bariatrica, candidato a diventare ben presto uno dei punti di riferimento per tutto il Centro-Sud, dove è maggiore la concentrazione di persone obese a fronte di una quasi totale assenza di strutture d’eccellenza per il trattamento chirurgico dell’obesità. Si stima infatti che dei cinque milioni di italiani interessanti dal problema la gran parte siano donne residenti al sud e che proprio alla Campania spetti un triste primato con il 49 per cento dei bambini tra gli 8 ed i 10 anni in sovrappeso ed obesi.

La chirurgia bariatrica è ormai considerata una vera e propria tecnica salvavita nei casi di obesità grave, cui si accompagnano diabete, ipertensione e problemi cardiaci con una drastica riduzione della qualità e delle aspettative di vita. Infatti, come dichiara Luigi Angrisani, Presidente S.I.C.OB. (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche) e Direttore U.O.C. Chirurgia Laparoscopica e Mininvasiva, Ospedale SanGiovanni Bosco di Napoli:

L’impatto dell’obesità grave sulla spettanza di vita è rilevante: l’obesità severa è associata ad un rischio di mortalità a breve termine (5-10 anni) che è almeno doppio rispetto alla popolazione normopeso, in entrambi i sessi. Inoltre, l’aspettativa di vita nella popolazione severamente obesa è ridotta di 9 anni nelle donne e di 12 anni negli uomini

Scopri di più

Obesità, conoscerla, curarla

obesità

L’obesità può essere definita come una patologia cronica caratterizzata dalla presenza eccessiva di massa grassa nel corpo. Si definisce quindi obeso una persona il cui tessuto adiposo sia in eccesso e che presenti un indice di massa corporeo superiore a 30. L’obesità rappresenta un fattore di rischio per la salute poichè espone, soprattutto se di tipo addominale, al rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, diabete di tipo 2, alcuni tipi di cancro (colon-rettale, renale, della colecisti, endometriale e della mammella dopo la menopausa), difficoltà respiratorie e osteoartriti e risulta anche correlata con irregolarità mestruali, fegato grasso, aumento del rischio chirurgico, ipercolesterolemia.

In Italia si stima che una persona su dieci sia in sovrappeso e che l’incidenza dell’obesità sia in vertiginoso aumento tanto fra gli adulti, quanto fra i bambini. A diventare obesi sono soprattutto gli uomini e le persone appartenenti a fasce sociali e culturali più svantaggiate.

Scopri di più

Alga Kelp per riattivare il metabolismo

alga_kelp

Con il termine Kelp si fa riferimento a diversi tipi di alghe tutte appartenenti al genere Laminaria. L’alga Kelp in particolare è un alga bruna e cresce negli ambienti marini dell’oceano Pacifico. Le vengono riconosciute proprietà come stimolante metabolico ad azione ipolipemizzante ed ipoglicemia, proprietà sazianti, azione antiossidante e lassativa, drenante e anticellulite.

L’alga kelp, come tutte le alghe brune, ha un elevato contenuto di iodio, per questo motivo è utilizzata come ausilio nell’attivazione della funzionalità tiroidea, ed è utile quando un metabolismo eccessivamente lento impedisce di perdere peso nonostante una dieta dimagrante. Gli integratori a base di alga kelp vengono quindi assunti come coadiuvanti nella cura dell’obesità soprattutto quando questa è aggravata dal metabolismo rallentato e dalla diminuita attività tiroidea.

Scopri di più