Secondo una ricerca della Johns Hopkins, il silenziamento di una proteina renderebbe il grasso in eccesso più facile da smaltire. Lavorando su cavie da laboratorio, gli studiosi hanno scoperto che “spegnendo” una particolare proteina che stimola l’appetito, si riduce da un lato l’assunzione calorica complessiva, e dall’altro si riesce a trasformare il grasso cattivo in una forma meno difficile da bruciare.
Lo studio, pubblicato su “Cell Metabolism” coordinato dal professore Sheng Bi, potrebbe aprire la via ad un nuovo rimedio efficace per la cura dell’obesità, una patologia sempre più diffusa e che in Italia è cresciuta più del 30% negli ultimi 10 anni. Ecco, perché, come spiega il prof. Sheng Bi, se si riuscisse ad indurre il corpo a trasformare il grasso cattivo in grasso buono, che brucia calorie invece di immagazzinarle, si potrebbe aggiungere un nuovo strumento per contrastare la cosiddetta “malattia del benessere”.
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