Tutti pazzi per i cibi spazzatura. È inutile negarlo, facciamo i salutisti, ma poi è difficile resistere alla tentazione. Il junk food, così come lo chiamo gli inglesi, mina costantemente la nostra linea e la nostra salute: è la prima causa di obesità infantile e di colesterolo alto e da numerosi effetti nocivi.
cibi spazzatura
I 5 peggiori cibi spazzatura
Quando si parla di cibo spazzatura (traduzione dall’inglese all’italiano di “junk food”) si fa riferimento a tutti quei prodotti ricchi di calorie vuote, cioè che non apportano alcun nutriente. Ecco, allora la top five dei cibi da cui stare alla larga se ci tenete alla linea e alla salute!
Il No ai cibi sani degli studenti americani
Da qualche mese le mense di Los Angeles hanno cambiato regime per adeguarsi alle direttive governative statunitensi in tema di salute e alimentazione. Per combattere l’obesità anche tra i banchi di scuola hanno ritoccato i loro menù dando un taglio ai fritti e agli alimenti ipercalorici e aggiungendo più verdure. La cosa non è piaciuta agli studenti, che hanno dichiarato guerra ai cibi sani!
Cibi da fast food più sani con le alghe marine
Le alghe rovinano le vacanze al mare? In certi casi, in effetti, possono rendere dura la vita dei bagnanti, ma la novità è che proprio le alghe marine possono rendere i cibi grassi e ipercalorici più sani e favorire la perdita di peso. Sono gli scienziati dell’University of Newcastle a suggerire di aggiungere alla farina per la produzione di pane, biscotti e grissini, le fibre estratte dalle alghe marine.
E per constatare se le fibre estratte dalle alghe marine potessero essere efficaci nella lotta all’obesità, hanno condotto uno studio utilizzando una particolare alga di origine norvegese, cresciuta nel Circolo Polare Artico, che si chiama Fucus Vesiculosus. È un’alga ricca dell’alginato, una sostanza che è nota per l’azione sulle funzioni digestive e nel controllo dell’acidità gastrica.
Depressione e alimentazione, esiste un legame?
Secondo i ricercatori del londinese University College esisterebbe un legame fra ciò che mangiamo e l’insorgenza di disturbi come la depressione. In particolare lo studio cui facciamo riferimento, condotto su un campione di 3500 volontari dell’età media di 55 anni, ha evidenziato come coloro che mostrano una propensione al consumo di cibi raffinati e trasformati siano maggiormente a rischio di incorrere in disturbi depressivi rispetto a quelli che preferiscono alimenti grezzi e naturali.
I soggetti coinvolti sono stati suddivisi in due gruppi in base allo stile di vita alimentare: nel gruppo di coloro che preferivano cibi più sani quali frutta, verdura e pesce si è registrato il 26% in meno di probabilità di sviluppare la depressione nell’arco di cinque anni contro il 58% in più del gruppo che preferiva carni e prodotti lattiero-caseari trasformati, dolci e fritti e, più in generale, i cosiddetti cibi spazzatura (junk food).