Il pesce fa bene alla prostata

Mangiare pesce aiuta a curare il tumore alla prostata? Sembra che la risposta sia un si, almeno secondo una rassegna degli studi sul tema, condotta presso la McGill University di Montreal, in Canada, e pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition. Più precisamente, i ricercatori canadesi, attraverso l’analisi di una trentina di contributi, sono giunti alla conclusione che se il consumo regolare di pesce, la cui efficacia preventiva nei confronti di infarto e ictus è ampiamente accertata, non è in grado di prevenire il tumore alla prostata aiuta nel caso questo abbia già fatto la propria nefasta comparsa riducendo del 44 per cento la probabilità di sviluppare metastasi e del 63 per cento il rischio di morte.

Sempre secondo i ricercatori canadesi gli effetti benefici del pesce sulla prognosi del tumore alla prostata potrebbero essere ascrivibili all’azione antinfiammatoria esercitata dagli oli contenuti nel pesce; proprio questi sarebbero in grado di agire sulla crescita del tumore contrastandola, come evidenziato da alcuni studi precedenti a proposito dei grassi omega-3, contenuti in buone quantità proprio nel pesce.

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Il pomodoro aiuta a prevenire il tumore alla prostata

Le proprietà benefiche del pomodoro sono da tempo indiscusse, e ora se ne aggiunge un’altra, ovvero quella di essere un ottimo alleato nella prevenzione del tumore alla prostata, soprattutto se consumato cotto, intero e compreso di buccia e semi.

Questo risultato è emerso nel corso di uno studio italiano condotto dal Centro Scienze dell’Invecchiamento dell’Università di Chieti in collaborazione con l’ateneo Federico II di Napoli, pubblicato sulla rivista Cancer Prevention Research.

Ecco cos’ha dichiarato la dottoressa Manuela Iezzi, a proposito dell’uso del pomodoro nella prevenzione del tumore alla prostata:

Abbiamo appurato che una dieta arricchita con pomodoro intero, specie se cotto e con la buccia, come accade nelle più tipiche preparazioni della cucina mediterranea, riduce lo sviluppo dei tumori della prostata e i fattori infiammatori coinvolti nel processo tumorale. Molto più di quanto può accadere assumendo un solo componente, come il licopene.

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Mangiare soia fin da giovani riduce il rischio di cancro al seno

Abituarsi a mangiare piatti a base di soia fin da giovani può essere un buon modo per prevenire il cancro al seno, soprattutto se si è predisposti. Ecco quanto scoperto da un team di scienziati del Clinical Genetics Branch Division of Cancer Epidemiology and Genetics, un reparto del National Cancer Institute, negli Usa, coordinati dalla dott.ssa Larissa Korde. In base a quanto emerso da questo studio, un buon apporto di nutrienti della soia fin da giovani può ridurre il rischio di sviluppare il carcinoma mammario, negli anni a venire, da un minimo del 25% fino al 50%.

Ma non è soltanto questo. I ricercatori ricordano come le proteine in isoflavoni della soia inibiscano la crescita di tumori anche negli uomini come il cancro alla prostata. Già alcuni precedenti studi suggerivano come l’andamento del tasso d’incidenza del cancro al seno oscillasse in base alle abitudini alimentari e questo nuovo studio mette l’accento sulle possibilità offerte dal consumo della soia che contiene circa il 40% delle proteine e  degli aminoacidi essenziali dei quali il corpo ha bisogno per mantenersi in buona salute.

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Cancro al colon, un aiuto dal selenio

selenio e cancro al colon

Secondo un gruppo di ricercatori del Flinders Centre for Cancer Prevention and Control di Adelaide (Australia) assumere quantitativi adeguati di selenio attraverso la dieta aiuta a prevenire il cancro al colon. Questo prezioso minerale infatti sarebbe in grado di stimolare la cosiddetta apoptosi, un processo che conduce le cellule malate del nostro organismo ad autodistruggersi e che risulta ostacolato dalla presenza di un tumore.

Lo studio, coordinato dal dottor Graeme Young, si è basato sull’analisi di due precedenti sperimentazioni: una condotta su un gruppo di cavie da laboratorio, l’altra su un campione di 23 volontari ultracinquantenni che osservarono un programma alimentare ricco di selenio. In entrambi i casi è stata osservata la presenza nell’intestino di elevati livelli di una sostanza antiossidante, il GPx-2, in grado, secondo gli esperti, di proteggere dall’insorgenza del tumore.

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