Contro le allergie alimentari etichette più trasparenti e chiare

Quante volte mangiando qualcosa avete avuto una sorta di bruciore, prurito, la sensazione che la lingua si gonfiasse e via così. Probabilmente siete stati colpiti da una reazione allergica, problema estremamente diffuso. Alla fine dell’anno è stato approvato un nuovo regolamento sulle etichette alimentari varato dall’Unione Europea. È davvero importante questo cambiamento perchè renderà più chiare tutti i componenti presenti nei cibi.

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Nuove allergie cibi esotici soia sesamo rischio

Nuove allergie ai cibi esotici: soia e sesamo a rischio

Nuove allergie cibi esotici soia sesamo rischio

Le allergie alimentari sono sempre più comuni e in continuo aumento, complice il consumo di cibi un tempo meno diffusi come la soia o i semi di sesamo. In Italia, infatti, si contano 2 milioni di allergici, senza contare i bambini intolleranti a latte, uova, nocciole e altri alimenti, che nel corso di 10 anni sono addirittura raddoppiati sfiorando quota 600mila. Ecco, perché nei giorni scorsi a Milano durante il World Allergy and Asthma Congress 2013 sono state presentate le linee guida dell’EAACI (European Academy of Allergy and Clinical Immunology) per la prevenzione delle allergie alimentari.

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Intolleranze alimentari e metodi contraccettivi

Che relazione intercorre tra intolleranze alimentari e metodi contraccettivi? Come può, la presenza di intolleranze alimentari, influenzare la donna sulla scelta del metodo contraccettivo? Prima di rispondere a queste domande, torna utile dare una definizione di intolleranza alimentare e una definizione di metodo contraccettivo.

Le intolleranze alimentari sono reazioni tossiche, causate dall’ingestione di alcuni cibi che non risultano tollerati dall’organismo a causa della mancanza di enzimi, presenti nell’intestino tenue, in grado di scindere le sostanze contenute in essi. Le intolleranze alimentari, a differenza delle allergie alimentari, non attivano una risposta del sistema immunitario e i loro sintomi si presentano dopo un pò di tempo dall’ingestione dei cibi nocivi per l’organismo.

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Arachidi, calorie e valori nutrizionali

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I semi di arachide, noti anche come noccioline americane, sebbene molto calorici e ricchi di grassi (soprattutto acido oleico) rappresentano un alimento molto valido sotto il profilo nutrizionale: contengono infatti discrete quantità di proteine, fibre, minerali quali zinco, magnesio, potassio, fosforo, manganese, rame e vitamine; sono inoltre privi di colesterolo e contengono modeste quantità di sodio, a meno di non essere salati dopo la tostatura, vantano un buon contenuto di polifenoli (soprattutto resveratrolo), utilissime sostanze antiossidanti, e rappresentano un’ottima fonte di coenzima Q10 al pari di soia e spinaci.

Tuttavia, il loro elevato apporto calorico (596 kcal per 100 grammi di prodotto), unito al considerevole contenuto di grassi, ne rende consigliabile un consumo moderato nell’ambito di una dieta ipocalorica e in caso di ipertrigliceridemia. Infatti, anche se si crede piuttosto difficile arrivare a consumare 100 grammi di arachidi in un solo pasto, occorre tener presente che quando queste sono accompagnate da una bibita fresca o da un aperitivo si può arrivare a trangugiarne quantità considerevoli.

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Allergie al latte, le nuove linee guida

allergie infantili al lattosio

Si è tenuto qualche giorno fa a Milano il V Meeting di Allergologia Pediatrica, che ha visto riuniti oltre 800 pediatri di 34 Paesi per un confronto sul tema delle allergie infantili, un fenomeno in costante crescita in tutto il mondo (si stima infatti che nei Paesi sviluppati il 25-30% dei bambini sia affetto da allergie respiratorie).  Il meeting ha rappresentato l’occasione per la presentazione delle nuove linee guida internazionali DRACMA (Diagnosis and Rationale for Action Against Cow’s Milk Allergy) sulla diagnosi e la terapia dell’intolleranza alle proteine del latte vaccino.

Il documento, frutto del lavoro di un team di esperti coordinati da Alessandro Fiocchi, primario del Reparto di Pediatria dell’Ospedale “Macedonio Melloni” di Milano e Presidente della Commissione Speciale sulle Allergie alimentari della WAO (World Allergy Organization), propone indicazioni relative non solo a diagnosi e trattamento delle allergie alle proteine del latte, ma anche alle alternative al latte vaccino.

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Intolleranze alimentari, come riconoscerle

intolleranze alimentari test

A differenza delle allergie, le intolleranze alimentari non manifestano i propri effetti subito dopo l’assunzione del cibo “incriminato”, ma alcuni giorni dopo che questa è avvenuta. Questo dettaglio ne rende difficile l’individuazione soprattutto perchè la persona che ne è affetta risulta, alle analisi di routine, perfettamente sana.

Quando si giunge a sospettare un’intolleranza alimentare il medico dovrà quindi svolgere esami specifici; fra questi:

  • Test bioelettrico QXCI
  • Test cinesiologico
  • Test citotossico
  • Test del polso
  • Test sublinguale

Vediamoli uno per uno:

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Gonfiore alla pancia e metabolismo lento: probabili intolleranze alimentari

intolleranze-alimentari

C è differenza tra sentirsi gonfi di liquidi e vedersi grassi? Spesso si tratta di due situa­zioni nettamente differenti, anche se in molti casi compaiono associate fra loro. Non sempre ristagni e adipe dipendono da un eccesso calorico ma paradossalmente si manifestano in persone che mangiano poco: talvolta, infatti, alla base di queste condizioni vi possono essere delle intolleranze alimentari.

Si tratta di reazioni del­l’organismo che compaiono, per esempio, quan­do seguiamo troppo a lungo lo stesso tipo di dieta o continuiamo a mangiare sempre alcune categorie di cibi. Con quali effetti? Il peso oscilla, il corpo si gonfia e aumenta il grasso su addome, fianchi e glutei. Per sbloccare il metabolismo, asciugare i tessuti e ridurre gli accumuli adiposi possiamo rivolgerci alla Natura, che proprio in questo periodo dell’anno ci mette a disposizio­ne i rimedi giusti per depurarci e fare ripartire alla grande i processi metabolici.

Cime di rapa, broccoli, insa­late amare, mele e non solo: gli ortaggi e la frutta che maturano a ottobre sono i più efficaci per debellare le intolleranze. Ne basta una minima dose ogni giorno per eliminare le putrefazione intestinali, princi­pali responsabili degli stati in­fiammatori che scatenano l’intolleranza. Finocchio, acero e cumino ecco le tre piante che disintossicano e nel contempo accelerano i processi bruciagrassi, con effetto snellente immediato.

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Allergie alimentari: quando il cibo diventa un nemico

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Qualche giorno fa abbiamo parlato di intolleranze alimentari, oggi affronteremo il “capitolo” allergie. Le allergie causate dai cibi possono manifestarsi all’improvviso e coinvolgono il sistema immunitario; il responsabile è un allergene: può essere una proteina contenuta nell’alimento “incriminato”, un additivo o un conservante. Per la maggioranza delle persone lo stesso allergene è innocuo, ma per alcune può trasformarsi in un nemico innescando varie reazioni a catena nel sistema di difesa.

Il risultato? L’organismo reagisce provocando nel giro di pochi minuti prurito, starnuti, irritazioni oculari, o, in casi gravi, una reazione violenta.

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Intolleranze alimentari: cosa sono e come combatterle

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Per intolleranza alimentare si intende una reazione avversa del sistema immunitario a uno o più alimenti; questa risposta si traduce in vari sintomi che scompaiono con l’eliminazione del cibo stesso. È difficile riconoscere il fenomeno, perché gli effetti di un’intolleranza sull’organismo sono poco evidenti, ma giorno dopo giorno danno disturbi e infiammazioni che, con il tempo, possono evolvere in malattie.

Le intolleranze alimentari non vanno confuse con le allergie alimentari, perché sono causate da una diversa risposta immunologia: nelle allergie reagiscono le immunoglobine di tipo E, mentre nelle intolleranze quelle di tipo G. Le differenze sono anche di tipo sintomatologico: in caso di allergia i sintomi dono immediati ed evidenti e si collegano facilmente al cibo ingerito e basta una piccola quantità di esso per provocarla, mentre nei casi intolleranza gli effetti sono più sfumati e difficilmente vengono collegati all’alimentazione, anche se, in realtà, sono proprio i cibi che mangiamo più frequentemente a dare la massima sensibilizzazione.

Tra le intolleranze, le più diffuse sono: quella al glutine, cioè alla proteina presente nel grano, che nel tempo può sfociare nella celiachia, quella al lattosio, cioè allo zucchero presente nei latticini di capra, mucca e pecora, e l’intolleranza alle arachidi.

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