Disturbi alimentari: il cervello non sa resistere alle tentazioni

Il cervello non sa proprio dire di no ai cosiddetti “peccati di gola”, perché? Ha fame di ricompense. Questo, l’esito di una ricerca condotta da Eric Stice, uno studioso americano dei laboratori dell’Oregon Research Institute. I risultati dello studio sono stati pubblicato anche sulla rivista di settore Journal of Neuroscience.

Secondo l’esperto, i disturbi alimentari non sarebbero dettati da un deficit degli ormoni rilassanti stuzzicati dal cibo, al contrario, è il cervello a rendere il nostro appetito insaziabile, perché più sensibile rispetto alla norma a forme di ricompensa stimolate dal gusto di un buon piatto.

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Una dieta scorretta causa il cancro più del fumo

Per prevenire il tumore bisogna prima di tutto mangiare bene. Questo è il consiglio di Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, intervenuto al ciclo “Vivere in salute”, promosso dall’università La Sapienza di Roma. Secondo l’esperto l’alimentazione errata è la prima causa di cancro e supera anche il fumo. Questa tesi in qualche modo ribalta totalmente le teorie seguite negli ultimi anni.

Insomma, le sigarette non sono l’unico male e i dati parlano chiaro: le cattive abitudini alimentari sono responsabili al 35%, il tabacco 30%, le infezioni virali 10%, i fattori riproduttivi 7%, l’attività lavorativa e l’inquinamento 4%.  La dimostrazione di ciò è il tumore al colon: molto diffuso nei Paesi in cui si mangia carne, mentre è rarissimo dove le proteine animali scarseggiano. Frutta e verdura sono preziose per prevenire questa neoplasia e anche tutte le altre.

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Proprietà degli aromi tipici della cucina italiana

Sono tanti gli aromi o profumi che si usano in cucina per dare un po’ più di sapore ai nostri piatti. Queste erbe sono importanti non solo perché impreziosiscono la nostra cucina, perché svolgono un ruolo molto importante per la linea e la salute: permettono di sostituire almeno in parte il sale, sono drenanti, alcune hanno azioni antisettiche o aiutano a digerire. Per una volta non ci concentriamo sulle spezie più esotiche o orientali, come il curry, ma su alloro, origano, salvia e rosmarino.

L’alloro

Lo si usa in molti arrosti, nei piatti di carne, ma a volte anche nelle tisane. L’alloro stimola gli enzimi dello stomaco. Questo significa che può rendere i cibi più digeribili. In infuso, può eliminare i gas intestinali. Ha un profumo molto delicato, ma il gusto è leggermente amaro, ecco perché spesso è inserito anche in alcune ricette di dolci. Mi raccomando usate solo foglie fresche e in quantità limitate.

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La dieta del gruppo sanguigno non serve solo a dimagrire

La dieta del gruppo sanguigno è stata molto critica. Alla fine del 2010 c’è stata anche una classifica con le peggiori diete seguite dalle star e anche quella del sangue è stata nominata. Sono passati pochi mesi e tutto sembra essersi modificato. Il motivo? Uno studio dell’Università della Pennsylvania (Usa), condotto una ricerca su 20.000 persone, ha dimostrato oltre a favorire il dimagrimento, permette anche di capire se una persona è a rischio tumore, ma anche d’infertilità, ulcera dello stomaco, infarto e altre malattie.

Insomma, nel sangue c’è scritta la nostra vita. Pensate che, secondo gli esperti, le persone con il gene Adamts7 siano predisposte all’infarto, ma se il loro gruppo è 0 le probabilità di morire di crepa cuore sono praticamente nulle. Muredach Reilly, responsabile dello studio, è convinto che partendo da questo dato si potranno sviluppare nuove terapie per le persone a rischio d’infarto, oltre a una serie di diete personalizzate per mantenere le persone in salute e in forma.

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L’alimentazione contro il reflusso gastrico

Chi soffre di reflusso gastrico sa bene quanto può essere fastidiosa questa patologia, per fortuna, con un’alimentazione mirata si può attutire il problema. Innanzi tutto spieghiamo i termini: per reflusso gastrico si intende un reflusso nell’esofago del contenuto dello stomaco che si manifesta con sintomi piuttosto fastidiosi come il rigurgito, la pirosi, ossia una sensazione di bruciore allo sterno e, a volte, anche con la difficoltà a deglutire.

Per le persone che soffrono di reflusso gastrico, un’alimentazione con cibi specifici è il modo migliore per controllare il disturbo; oltre ai cibi, anche la quantità dei pasti ha la sua importanza, infatti, sarebbe meglio mangiare poco e più volte al giorno piuttosto che tre volte e in maniere abbondante.

Questo perché quantità più piccole di cibo fanno lavorare di meno lo stomaco con conseguente minore secrezione di acido per la digestione; anche mangiare piano e masticare lentamente è molto importante per evitare il reflusso, in quanto ingurgitare del cibo frettolosamente e senza masticarlo bene aumenta il tempo in cui esso rimane nello stomaco.

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La Piattaforma nazionale sull’alimentazione, l’attività fisica e il tabagismo

È partito un nuovo monitor ministeriale per verificare gli stili di vita degli italiani. Da ieri a Roma si è insediata la ‘Piattaforma nazionale sull’alimentazione, l’attività fisica e il tabagismo’. L’obiettivo ovviamente è quello di contrastare fumo, abuso di alcol, scorretta alimentazione e inattività fisica fra gli italiani: fattori di rischio delle principali patologie croniche. Riconoscete questo programma perché è caratterizzato da un cuore che ride.

Non è la prima volta che parliamo di politiche volte a migliorare e conservare la salute delle persone. Purtroppo nonostante la tanta informazione, la dieta mediterranea è più un’utopia che una realtà: sono poche le persone che mangiano cinque porzioni di frutta o verdura al giorno, che non consumano troppo carne, che bevono un litro d’acqua al giorno, rinunciando al vino e che fanno sport in modo costante.

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Mangiare troppe calorie predispone a malattie

Mangiare troppe calorie è pericoloso non solo per la linea, ma anche per la salute. Un team di ricerca internazione, guidato da Giuseppe Matarese, Laboratorio di Immunologia, presso l’Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale del Consiglio nazionale delle ricerche (Ieos-Cnr) di Napoli, ha evidenziato che esiste un legame tra quello che mangiamo e la protezione dalle malattie autoimmunitarie e infiammatorie.

Questo legame dipende da un fattore della cellula si chiama mTOR (mammalian target of rapamycin) ed è responsabile del controllo della captazione dei nutrienti (per esempio, aminoacidi e glucosio) e dei livelli energetici intracellulari,  inoltre, è molto espresso in un particolare gruppo di linfociti detti ‘T regolatori’, importanti nella protezione di alcune malattie.

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Dieta vegana, aumenta il rischio di aterosclerosi

Eliminare la carne come forma di benessere e salute. Nella giusta misura è vero, però bisogna fare attenzione, perché fare scelte estreme, senza controllo medico, può essere anche controproducente per la salute. La dieta vegana mette a dura prova il cuore, perché aumenta il rischio di aterosclerosi e di conseguenza il pericolo di sviluppare l’ictus e patologie cardiache e vascolari.

A sostenere questa tesi è uno studio pubblicato su Journal of Agricultural and Food Chemistry che mette in evidenza come le persone che seguono un regime dietetico di stampo vegetariano e vegano, quindi che eliminano la carne e gli altri prodotti di origine animale, hanno più possibilità di sviluppare queste patologie.

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La dieta ecologica per salvare la Terra a tavola

Salvare la terra in punta di coltello, secondo il WWf è possibile. L’Istituto Rowett per la Nutrizione e la Salute dell’University of Aberdeen ha studiato The Livewell diet, un regime alimentare che oltre ad essere sano, permette di rispettare la Natura e i suoi equilibri. È una dieta che non serve a dimagrire, tanto meno a cambiare le proprie abitudini alimentari in modo radicale (non bisogna diventare vegetariani), semplicemente è necessario eliminare quei prodotti dannosi per l’individuo, perché magari troppo grassi e riscoprire i sapori della terra.

C’è ovviamente in questo progetto un doppio obiettivo: mettere in luce come le produzioni alimentari stiano rovinando il pianeta (per esempio la soia toglie spazio alla Savana) e bloccare il dilagare dell’obesità.

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Il pasto ideale? Un chiosco tecnologico consiglia cosa mangiare

Il pasto ideale non è facile da realizzare, soprattutto dopo una giornata di lavoro impegnativa. Spesso il frigorifero è vuoto o si è troppo impegnati a fare i conti con i capricci dei bambini per destreggiarsi tra i fornelli. Presto, però, ci sarà una soluzione al problema: chiosco Meal Planning Solution”, un chiosco dalla tecnologia avanzata che consiglia cosa mangiare per cena.

La macchina è stata presentata a New York a metà gennaio e si basa ava, anonymous video analytics, strumento amato da chi fa analisi di mercato. È in grado di consigliare il pasto ideale in base alle caratteristiche fisiche del consumatore, tenendo in considerazione che nel 70% dei casi le persone mangiano sempre le stesse 10 cose.

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CLA (Acido linoleico coniugato), aiuta a perdere peso?

Sono molte le persone che abbinano, a della sana attività sportiva o a una dieta, un integratore alimentare, per dare energia, forza e anche per aiutare il proprio fisico a reagire positivamente allo sforzo, favorendo il dimagrimento e tonificando i muscoli. Il CLA, ovvero l’Acido Linoleico Coniugato, è utilizzato per incrementare la massa magra a discapito di quella grassa, anche se non ci sono in realtà prove certe che ne dimostrino l’efficacia.

CLA, che cos’è?

Il CLA è un acido grasso con omega 6 (con 18 atomi di carbonio e 2 doppi legami). Lo si può trovare in molti cibi, come i latticini o la carne, ma anche in alcuni oli. Viene utilizzato come integratore alimentare per favorire la massa magra. Purtroppo però non ci sono test in grado di confermare le teorie che attribuivano all’Acido Linoleico Coniugato proprietà dimagranti, antiossidanti e antidiabetiche, anzi secondo il Manuale completo degli integratori (R. Albanesi – L. Melli) aumenta il rischio cardiovascolare e il rischio diabetico.

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La dieta mediterranea allunga la vita

Siete alla ricerca dell’elisir di lunga vita? Niente di più facile: basta mangiare secondo le regole della dieta mediterranea. A sostenerlo sono le ultime statistiche rese note dalla Coldiretti, secondo la quale, per combattere l’invecchiamento basta seguire proprio la dieta mediterranea.

L’Italia è un paese molto longevo: nel 2010 si è registrato una media di vita di 79 anni per gli uomini e di oltre 84 anni per le donne, e sicuramente l’alimentazione influisce su questi dati: Sempre nel 2010 la dieta mediterranea è stata riconosciuta patrimonio mondiale dall’Unesco grazie ai benefici che riscontrano tutti coloro che seguono questa dieta.

La dieta mediterranea è molto di più di una semplice dieta: è un regime alimentare che insegna a mangiare in modo corretto, bilanciando tutti i nutrienti; la dieta mediterranea, infatti, non è solo pane e pasta come molti credono: è soprattutto abbondanza di frutta e verdura, legumi, cereali, carne bianca e pesce azzurro; e ancora: condimenti leggeri e non grassi come l’olio extravergine d’oliva e un buon bicchiere di vino a pasto.

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Vitamina E, elisir di lunga vita

La dieta mediterranea ha compiuto il miracolo, allungando le aspettative di vita. Questo almeno quanto risulta dall’ultima indagine Istat. All’interno di questo regime alimentare c’è però un elemento principe: la vitamina E che sembra essere responsabile della salute di molti anziani. A sostenerlo è una ricerca pubblicata sulla rivista Age and Ageing, che rivela come una buona supplementazione di vitamina E possa rendere l’uomo più longevo.

C’è però un limite di età? La E è molto efficace superati i 65 anni, per quelli più giovane non ha, in questo senso, molto valore. Ricordiamo che è una vitamina antiossidante, protegge i lipidi delle membrane cellulari l’LDL (lipoproteine a bassa densità), principale bersaglio dei radicali liberi. Le fonti principali sono oli vegetali spremuti a freddo (come soia, arachidi, mais, olive), nel tuorlo d’uovo, nei semi interi e noci.

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L’alimentazione più sana se la spesa si paga in contanti

L’alimentazione sana non dipende dall’educazione, dal tempo che si spende in cucina, dai gusti e neanche dalle necessità dietetiche, dipende dalla carta di credito.  Uno studio della Cornell University di New York ha verificato che chi paga con soldi contanti sta più attento agli acquisti, evitando dolciumi, patatine e bibite zuccherate, mentre chi utilizza la carta di credito si concede qualsiasi tipo di stravizio.

Per giungere a questa tesi, un gruppo di ricercatori americani ha osservato per circa 6 mesi i comportamenti legati allo shopping di circa un migliaio di persone e hanno trovato un collegamento tra carta di credito e junk food.

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Una colazione abbondante non aiuta a perdere peso

Una colazione ricca e abbondante per tagliare la fame e mangiare meno a pranzo. È un mito da sfatare. Abbuffarsi le prime ora del mattino non serve a ridurre l’apporto calorico dei pasti successivi. Lo sostiene una ricerca tedesca dell’università di Monaco che ha chiesto ha 380 volontari (280 obesi e 100 normopeso) di tenere un diario dei pasti per due settimane. Il risultato? Gli studiosi hanno potuto notare che coloro che eccedevano a colazione non aveva ridotto le calorie durante il giorno e, quindi, non erano riusciti a dimagrire.

Insomma, un famoso luogo comune è stato completamente smontato. Questo non vuol dire che non occorra fare colazione, piuttosto è bene fare attenzione alle calorie, per non accumularne troppe nell’arco della giornata.

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Disturbi alimentari, la tv è nemica della linea

In quasi tutte le case c’è una televisione vicino a un tavolo da pranzo e puntualmente durante i pasti catalizza l’attenzione dei commensali, favorendo l’insorgere di disturbi alimentari. La cosa più tipica è cenare, guardando il telegiornale. È un grave errore, per l’effetto ipnotico della tv che spinge ad avere abitudini alimentari sbagliate: c’è chi, preso dal suo programma preferito, mangia troppo o chi, invece, troppo poco.

Secondo i dati dell’ dell’Osservatorio ADI – Nestlé, il 33% delle persone che consuma i pasti davanti al piccolo schermo è obeso, mentre il 27% è sottopeso, mentre il 30% è in sovrappeso. Le percentuali sono state raccolte su un campione molto vasto, 13 mila persone, durante uno studio per verificare le abitudini alimentari del Paese.

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Strategie di marketing per perdere peso

Ci vuole una nuova disciplina: educazione alimentare. È questa la grande sfida dei Paesi industrializzati che, dopo anni di catene di fast food, cibo in scatola e già pronto, desiderano porre rimedio ai disturbi alimentari e cambiare il comportamento a tavola delle nuove generazioni, attualmente volto solo a incrementare i tassi di obesità e le malattie cardiache. Ma come fare? Qualcuno ha scelto la terapia d’urto.

Durante la conferenza annuale della School Nutrition Association sono stati mostrati i risultati di sei tecniche sperimentali: c’è chi ha collocato nelle scuole distributori che contenessero “cibi spazzatura“, favorendo al contrario quelli con frutta fresca o chi ha previsto pasti, nelle mense scolastiche, sani con porzioni equilibrate. Le cavie stavolta non sono simpatici animaletti, ma 11mila studenti.

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Dieta salvadanaio per risparmiare mangiando

Proteggere la salute e anche il portafoglio. Fare la spesa costa molto, soprattutto quando si tende a cucinare poco e acquistare prodotti già confezionati. Quest’abitudine oltre a essere dannosa per il corpo che non riceve i nutrimenti necessari, è anche abbastanza gravosa per il bilancio familiare. Ecco perché il pediatra Italo Farnetani, dell’università di Milano-Bicocca, ha studiato una dieta salvadanaio per risparmiare mangiando sano.

Che ne dite? Potrebbe essere una sorta di buon proposito per il 2011. È importante ovviamente a tutte le età avere un’alimentazione corretta, motivo in più quando si è piccoli e in fase di crescita.  Il pediatra ha inoltre commentato:

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