Il settore della pesca è il più soggetto alle truffe. Capita spesso, infatti, che il consumatore inconspavole acquisti pesce scaduto e prodotti con etichette contraffatte. Il pagasio, ad esempio, viene venduto come se fosse ricciola o il blu marlin viene spacciato per pesce spada.
additivi
Additivi alimentari, conservanti pericolosi
L’utilizzo di additivi, cui si fa massicciamente ricorso nell’industria alimentare, è piuttosto controverso; se da un lato alcuni di essi, come i conservanti, sono utili perchè proteggono i cibi dall’inevitabile deterioramento provocato da germi e batteri, dall’altro ve ne sono diversi, come coloranti e agenti di rivestimento, che non hanno alcuna utilità se non quella di rendere maggiormente invitante nell’aspetto cibi spesso di cattiva qualità, invogliando al loro consumo.
Alcuni additivi poi, che si tratti di coloranti o conservanti, sono francamente nocivi per la salute e il consumo di cibi che li contengono andrebbe accuratamente evitatato; per questo motivo è fondamentale imparare a leggere le etichette prima di procedere all’acquisto di un qualsiasi prodotto alimentare che sia stato sottoposto a processi di trasformazione industriale.
E’ doveroso poi precisare che sono gli alimenti più pregiati sotto il profilo nutrizionale a vantare un minore, o nullo, contenuto di additivi, mentre lo stesso non può dirsi di prodotti quali snack, merendine, caramelle, dolciumi, bevande gassate e zuccherate. Non a caso tra i prodotti ai quali è fatto divieto dalla legge aggiungere additivi di qualunque genere troviamo: latte fresco pastorizzato, olio extra-vergine di oliva, yogurt al naturale, miele, paste alimentari secche.
Additivi alimentari, il glutammato monosodico
Il glutammato monosodico è un aminoacido contenuto in tutte le proteine degli alimenti (formaggi, latte, funghi, carne, pesce e vegetali) ma è anche uno degli additivi più comunemente impiegati nell’industria alimentare come esaltatore di sapidità per dadi da brodo, prodotti in scatola, salse e sughi, salumi, piatti pronti surgelati e liofilizzati. In etichetta si trova classificato con la sigla E621.
Il glutammato fu scoperto in Giappone nel 1908 dal dott. Kikunae Ikeda, dell’università di Tokyo, che lo estrasse dall’alga marina kombu; il suo sapore si guadagnò subito l’appellattivo di umami (o umai) che significa saporito, delizioso e, secondo recenti ricerche, rappresenterebbe un sapore a sè (il quinto) comune anche ad altri alimenti particolarmente ricchi di proteine come carni e formaggio.
Gli additivi alimentari, cosa sono a cosa servono
Gli additivi sono sostanze impiegate nell’industria alimentare per conservare a lungo gli alimenti mantenendone inalterate le qualità nutrizionali e/o per renderli più appetibili nell’aspetto, nel gusto e nella consistenza. Più precisamente, è possibile distinguere gli additivi alimentari in tre gruppi:
- Additivi che mantengono inalterati gli alimenti: conservanti, che rallentano la formazione di germi e batteri e antiossidanti, che contrastano l’irrancidimento.
- Additivi che migliorano il gusto, l’aspetto e la consistenza degli alimenti: coloranti, addensanti, emulsionanti, edulcoranti, esaltatori di sapidità.
- Additivi usati per la lavorazione degli alimenti ma che non incidono sul gusto e sull’aspetto del prodotto finale: agenti anti-schiuma, anti-agglomeranti ecc.
In Italia sono oltre 3000 gli additivi autorizzati dalla legge; la gran parte di essi sono aromatizzanti e vengono segnalati sull’etichetta con la dicitura generica di aromi. Gli aromatizzanti vengono usati per conferire all’alimento cui vengono aggiunti particolari odori e sapori e possono essere naturali (aceto, limone, sale, zucchero ecc.) o artificiali.
Pesto e passata light
I condimenti confezionati, per non “pesare” sulla linea, devono avere un’etichetta dettagliata e ingredienti il più possibile naturali. I sughi già pronti sono una facile soluzione per preparare un primo piatto veloce, ma non sempre risultano completi dal punto di vista nutrizionale. La qualità e il valore nutritivo del sugo, cambiano infatti in base al tipo di ricetta, alla sua preparazione, alle percentuali e alla qualità degli ingredienti, ai metodi di conservazione, all’aggiunta di additivi.
Spesso i sughi industriali di bassa qualità sono calorici e privi di sostanze vitali. Meglio quindi privilegiare quelli provenienti da aziende che lavorano con ingredienti biologici. I sughi del supermercato sono confezionati in vasetti di vetro o in vaschette di plastica trasparenti. Quest’ultime le troviamo nel reparto frigo e hanno una data di scadenza più breve, perché hanno subito un trattamento di conservazione meno incisivo rispetto ai condimenti nei vasetti di vetro o ai surgelati, trattati termicamente o sterilizzati. Il contenuto calorico di questi sughi varia in base agli ingredienti.