Le spezie interferiscono con i farmaci

Le spezie sono dei prodotti ottimi per insaporire i piatti e ridurre il sale e i condimenti. Possono però influire su metabolismo dei farmaci, bisogna quindi fare molta attenzione ad assumerne in quantità. Proprio così. Nella medicina orientale è una prassi abbastanza collaudata: le spezie si utilizzano anche in campo terapeutico, alcune, infatti, proteggono dalle infezioni, tengono lontani i batteri o regolano il colesterolo.

Un recente studio, elaborato da un gruppo di ricercatori giapponesi, guidati da Yuka Kimura, ha analizzato l’azione delle spezie sul sistema dei citocromi: le strutture cellulari che metabolizzano i farmaci e che si trovano soprattutto in intestino, fegato e reni.

Il risultato? Secondo gli esperti, cannella, pepe bianco e nero, zenzero e noce moscata inibiscono l’attività di questo sistema facendo sì che i farmaci medicinali rimangano attivi più a lungo. Non è una cosa negativa, bisogna solo fare molta attenzione. Per esempio, che la curcumina rende più efficaci i chemioterapici, i chiodi di garofano gli antibiotici nei confronti dei germi gram negativi.

Tutto ciò si può rivelare anche dannoso, soprattutto in presenza di alte dosi. Lo zenzero, per esempio, associato agli antinfiammatori può comportare un aumento della loro gastrolesività e l’aglio può ridurre l’ efficacia degli antivirali. Mi raccomando questo non vuol dire non assumere spezie. Con dosi alte s’intende massicce, ovvero se assunte in modo continuativo e magari sotto forma di integratore. Non basta un pizzico di pepe sull’arrosto. È dunque sempre valido il consiglio di sostituire il sale con gli aromi facendo comunque attenzione a tutto per proteggere il nostro corpo da probabili interazioni.

[Fonte: Corriere]

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