Mangiare e sentirsi in colpa. Ci sono cose troppo buone per resistere e poi la fame, spesso immotivata, che spinge a continuare ad assumere cibo anche quando c’è la consapevolezza di aver raggiunto il limite. Quante volte vi siete sentiti in colpa? Quante volte avete pranzando sapendo di sbagliare? Attenzione perché questa condizione psicologica è pericolosa e può portare a risultati in attesi. Quali? Per esempio, ingrassare.
A sostenerlo sono i ricercatori dell’Utrecht University in Orlanda che sono giunti a conclusione che non importante soltanto mangiare bene e sano, ma anche fare attenzione allo stato psicologico del paziente. La tranquillità mentale influenza la nostra forma fisica. È una teoria che abbiamo visto parzialmente applicata ad altri aspetti dell’alimentazione, ma ora si rivela in modo sorprendentemente nuovo e potrebbe contribuire a cambiare l’approccio alla dieta.
Se siamo a dieta e siamo consapevoli di trasgredire alle regole, questa condizione psicologica ostacolerà tutte le nostre buone intenzioni: vogliamo dimagrire e invece saremo destinati a veder crescere il nostro peso. Per quale motivo? Gli esperti sostengono che dipenda dal fatto che la consapevolezza di mangiare male o troppo induca a mangiare ancora di più e soprattutto prodotti molto calorici.
Non è tutto, perché la tendenza all’assunzione di calorie potrebbe aumentare ulteriormente se ci concentriamo sulle potenzialità ingrassanti. È una sorta di circolo vizioso e non porta a nulla di buono, questo è chiaro. È molto importante quindi mettersi a dieta con la consapevolezza che sarà una strada lunga e complicata, che ci saranno momenti di debolezza ma che la nostra forza di volontà sarà tale da superare gli ostacoli.
La cosa importante, poi, è lavorare per piccoli obiettivi, evitando colpi di testa o diete fai da te che possono portare a regimi alimentari troppo rigidi. Ogni programma dimagrante deve prevedere delle piccole gratificazioni, per evitare di indurre il paziente in tentazione. L’aspetto psicologico è quindi importantissimo e va coltivato.
Photo Credit | ThinkStock