La ritenzione idrica è un disturbo che affligge il 30% della popolazione femminile italiana, ma cosa c’è all’origine di questo problema? E com’è possibile risolverlo? Innanzitutto sarà bene distinguere tra 4 vari tipi:
- circolatoria o primaria, ovvero l’accumulo di liquidi negli spazi tra cellule causata dalla stasi circolatoria per un malfunzionamento venoso (in particolare negli arti inferiori);
- secondaria, ovvero risultato di altre patologie ben più gravi, come l’insufficienza renale, cardiaca, patologie epatiche o ipertensione;
- iatrogena, derivante da un uso non corretto di farmaci;
- alimentare, causata da un’eccessiva assunzione di sodio (alimenti salati).
La ritenzione idrica negli anni è divenuta sia uno spauracchio che una sorta di alibi per le donne, infatti spesso erroneamente le si attribuisce la responsabilità di stati di sovrappeso, quando invece il rapporto causa-effetto è opposto, ovvero l’essere sovrappeso e uno stile di vita sedentario causano la ritenzione idrica, innescando un circolo vizioso. Per scoprire con certezza qual è il vostro problema (ritenzione o massa grassa), basterà sottoporsi ad una visita con bilancia impedenziometrica, in grado di misurare la percentuale di liquido corporeo.
Dopodichè, chi è afflitto da ritenzione idrica secondaria dovrà curare sia il disturbo principale che la causa, mentre per quanto riguarda la iatrogena sarà il caso, sempre sotto consiglio del medico curante, di riesaminare il piano terapeutico. Alimentazione: guai a ricorrere a diete drastiche che prevedano la totale eliminazione del sale o la maniacale lettura delle etichette (persino dell’acqua minerale), basterà invece adottare alcune accortezze, come ad esempio assumere alimenti ricchi di vitamina C (agrumi, spinaci, lattuga, broccoletti, cavolfiore, pomodori), disintossicarsi da caffé, alcolici e carne e provvedere sempre ad una corretta idratazione,
Un trucco per diminuire le quantità di sale assunte durante i pasti è quello di salare la pasta a cottura terminata, diminuire al massimo il consumo di formaggi, insaccati, e cibi confezionati e imparare a sostituire il sale dove possibile con spezie e aceto balsamico. Per favorire il drenaggio dei liquidi si consigliano degli alimenti ricchi di potassio e poveri di sodio.
Oltre a modificare il proprio comportamento a tavola, bisognerà anche guardare allo stile di vita che si conduce. Infatti, come spesso sentiamo ripetere, fare attività fisica è la prima terapia da tentare e non costa nulla! Un pizzico di movimento tutti i giorni rimetterà in moto la microcircolazione. Basta una passeggiata, un giro in bicicletta o qualche vasca in piscina. Nei casi più seri il medico può prescrivere dei diuretici, per favorire l’eliminazione dei liquidi. Esistono anche dei rimedi naturali contro la ritenzione idrica.
Quelli per la circolazione sono cipresso, rusco, amamelide, dentella e tarassaco, che aumentano il tono delle pareti venose e possono essere assunti in varie forme (capsule, gocce). Anche l’ippocastano è noto per le sue proprietà decongestionanti, e per questo spesso si trova tra gli ingredienti delle pomate per ridurre il gonfiore agli arti inferiori. Per il drenaggio si consigliano gramigna, pilesella, asparago, betulla e ciliegio, assunti sotto forma di gocce disciolte in una bottiglia d’acqua, da sorseggiare durante la giornata, aumenta l’eliminazione dei liquidi in eccesso e impediscono il ristagno venoso. Anche l’ananas ha proprietà antinfiammatorie, mentre per uso esterno (massaggi) sono consigliate l’arancia amara, la caffeina e le alghe della Bretagna che stimolano l’eliminazione dei grassi superficiali.