Per ridurre il giro vita rabarbaro, fiocchi d’avena e yogurt

La radice di rabarbaro altamente disintossicante, soprattutto se abbinata al consumo di yogurt, succo di melagrana e semi oleosi, previene le fermentazioni addominali. E, di riflesso, riduce anche il punto vita. L’intestino, soprattutto nel suo ultimo tratto (intestino grasso), è il lungo segmento del tubo digerente deputato al riassorbimento dell’acqua e dei sali minerali e all’espulsione delle scorie attraverso le feci. La funzione di riassorbimento è svolta soprattutto dal colon, che assorbe prevalentemente l’acqua. Il colon è caratterizzato anche da un elevato nu­mero di batteri “buoni” (flora batterica intesti­nale), indispensabile per produrre vitamine e per il metabolismo del colesterolo.

Se l’intesti­no non funziona a regime, le tossine ristagna­no nell’addome e favoriscono gonfiori e sovrappeso. Uno stato di intossicazione dell’intestino è  segnalato soprattutto dal fenomeno della disbiosi. Questo disturbo consiste in un’alterazione della normale flora microbica intestinale, con maggiore proliferazione di batteri putrefattivi. Si manifesta con gonfiore intestinale (meteorismo), eventualmente associato a flatulenza e pancia tesa, non necessariamente sovrappeso, talvolta possono accompagnarlo crampi lungo il decorso del colon (fianco destro, fianco sinistro, parte alta dell’addome), spesso associati a diarrea, stitichezza o alternanza tra stipsi e diarrea.

 Attenzione, quindi, se avverti che l’addome è spesso gonfio o dolente: in tutti questi casi una buona depurazione può rimettere l’intestino a posto assottigliando il punto vita e sciogliendo la ritenzione idrica. Il rabarbaro( Rheum rhaponticum o palmatum) è un’erba originaria della Cina. Le sue radici vengono utilizzate sin dall’antichità come rimedio lassativo e digestivo. Esse contengono flavonoidì e tannini. A basse dosi il rabarbaro esercita un’azione digestiva, stimolando la secrezione di succhi gastrici e di bile nonché i movimenti intestinali.

A dosaggi maggiori prevale l’azione lassativa per la presenza di glucosidi antracenosidi. Il rabarbaro in commercio si trova sotto forma di tintura madre (se ne assumono 30 gocce in mezzo bicchiere d’acqua 3 volte al giorno per non più di 10 giorni) oppure in capsule, contenenti polvere micronizzata di radice di rabarbaro, associata ad altre erbe depurative dell’intestino. Il rabarbaro non va assunto in gravidanza e durante l’allattamento ed è controindicato in caso di emorroidi, ulcere, colite ulcerosa, morbo di Crohn.

 Durante la cura da 15 giorni a base di rabarbaro, la mattina a colazione mangia sempre un vasetto di yogurt magro naturale con un cucchiaio di fiocchi d’avena integrali, un cucchiaino di miele e 3 gherigli di noci: fai scorta di fibre e vitamina B, fondamentale per la regolarità dell’intestino. Anche in questo caso, poi, incre­menta il consumo di liquidi be­vendo ogni giorno 2 bicchieri di acqua con succo di melagrana (un misurino), ottimo drenante e disinfettante. In questo modo regolarizzi l’intestino ed evacui almeno una volta al giorno, se non due, rendi le feci più morbide e non devi più soffrire quando vai in bagno, sgonfi l’addome e i fianchi, elimini la sensazione di intossicazione generale e di pesantezza.

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