Ciò che si mangia, può aiutare a rimanere giovani. Stavolta non parliamo dei soliti cibi antiage e soprattutto antiossidanti che combattano i radicali liberi e l’invecchiamento cutaneo. Un’altra tecnica per preservare la giovinezza, non solo fisica, ma mentale, è diminuire le calorie nel piatto. Lo sostiene una ricerca ‘Food restriction enhances visual cortex plasticity in adulthood’.
Secondo gli esperti, infatti, per far in modo che il cervello resti giovane (ovviamente è solo un modo di dire) è bene diminuire l’apporto calorico giornaliero, in questo modo si favorisce un aumento della plasticità cerebrale. Maria Spolidoro, ricercatrice dell’In-Cnr di Pisa, ha spiegato in questo modo lo studio fatto:
Abbiamo dimostrato che una lieve riduzione delle calorie ingerite ha un forte impatto sulla plasticità del cervello, quella caratteristica che ci permette di apprendere, memorizzare e promuovere il recupero da danni cerebrali di vario genere.
La ricerca, condotta su modello animale, ha dimostrato che diminuire le calorie induce cambiamenti molecolari correlati alla plasticità cerebrale. Insomma, come abbiamo ripetuto moltissime volte, mangiare bene è davvero il primo biglietto per una vecchiaia felice. Pensate che, sempre secondo gli esperti, ridurre il cibo (ovviamente si parla di riduzione moderata) può aumentare l’aspettativa di vita.
Ciò su cui bisogna fare molta attenzione, sono le dosi. Mangiare un po’ meno, non esagerare con le calorie e i grassi, non vuol dire digiunare o impostare un regime alimentare totalmente privo di un equilibrio. Privarsi del cibo causa, infatti, carenze gravi e stress. È bene quindi trovare un compromesso tra il troppo e il troppo poco. Può sembrare un consiglio banale, ma purtroppo sono molte le persone che soffrono di disordini alimentari.