È partito un nuovo monitor ministeriale per verificare gli stili di vita degli italiani. Da ieri a Roma si è insediata la ‘Piattaforma nazionale sull’alimentazione, l’attività fisica e il tabagismo’. L’obiettivo ovviamente è quello di contrastare fumo, abuso di alcol, scorretta alimentazione e inattività fisica fra gli italiani: fattori di rischio delle principali patologie croniche. Riconoscete questo programma perché è caratterizzato da un cuore che ride.
Non è la prima volta che parliamo di politiche volte a migliorare e conservare la salute delle persone. Purtroppo nonostante la tanta informazione, la dieta mediterranea è più un’utopia che una realtà: sono poche le persone che mangiano cinque porzioni di frutta o verdura al giorno, che non consumano troppo carne, che bevono un litro d’acqua al giorno, rinunciando al vino e che fanno sport in modo costante.
Adottare nuovi stili di vita permette di ridurre i fattori di rischio nei confronti di molte malattie. Inoltre, questa piattaforma metterà in campo sinergie con l’industria alimentare per ridurre il sale, gli acidi grassi e gli zuccheri dagli alimenti. Per questo motivo della piattaforma fanno parte rappresentanti delle amministrazioni centrali interessate, delle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, delle associazioni di categoria della filiera alimentare, delle associazioni dei consumatori e delle organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto con il ministero della Salute protocolli d’intesa.
Questo nuovo programma ha già in corsa numerose attività mirate a raggiungere gli obiettivi di ‘Guadagnare salute’. In particolare, sono stati attivati sistemi nazionali di sorveglianza sulla popolazione adulta e sui bambini per la conoscenza della diffusione degli stili di vita non salutari e delle patologie correlate; sono state condivise e sviluppate con la scuola attività di sensibilizzazione degli operatori, di sperimentazione di interventi educativi su alimentazione e attività fisica, fumo, dipendenze e igiene orale, con la produzione di materiali didattici specifici. Insomma, un po’ alla volta qualcosa si muove. C’è poi però una soglia entro cui non si può agire: sono le abitazioni private dei cittadini. Lì ci vuole impegno e responsabilità individuale.