A gennaio le basse temperature del periodo invernale affaticano la circolazione e rendono più evidenti ristagni, cedimenti e cellulite. E non è tutto: perché un «grosso colpo» alla funzionalità del circolo e alla linea è dato anche dalla dieta ricca di grassi e zuccheri che ha caratterizzato tutto il mese di dicembre, quando – complici le feste – risulta estremamente difficile sottrarsi alle “trappole” alimentari, che fra l’altro caricano anche il sangue di grassi, colesterolo e tossine. Questo complesso di fattori ha una serie di importanti conseguenze a livello estetico: un cuore che pompa a rilento e una cattiva circolazione rendono opaca e grigia la cute, ossigenano male i tessuti e li espongono all’aggressione dei radicali liberi, aprendo col tempo la strada a disturbi come ritenzione idrica e depositi adiposi.
Per dare una mano al sistema circolatorio, in questo periodo l’ideale sarebbe tenere il più possibile il corpo libero, non costretto da calze, pantaloni o altri indumenti pesanti, in modo da velocizzare i flussi sanguigni e garantire una buona traspirazione cutanea. Ma visto che d’inverno stare scoperti è impossibile, è più semplice mettere in atto una cura basata su quattro piante tipicamente invernali e sempreverdi: il pino, il vischio, la thuja e il pungitopo. Conosciamole meglio.
La thuja: L’estratto omeopatico in granuli di questa generosa conifera è adatto soprattutto se arrivi a gennaio, dopo le feste, con il corpo appesantito e intossicato da dieta grassa e sovraccarico di stress. In genere, la parte superiore del tuo corpo è snella e i chili di troppo (spesso con cellulite) sono concentrati su fianchi e cosce. Sei freddolosa, detesti il brutto tempo e per questo a gennaio tendi a mangiare dolci fuori pasto per “tamponare” il disagio? Thuja ti aiuta a dísintossìcarti e a riattivare il drenaggio linfatico; per un mese prendine 5 granuli al giorno per riequilibrare i disordini metabolici causati da stanchezza e dieta squilibrata.
A gennaio le case si riempiono dei tipici vegetali portafortuna d’inizio anno: sono il pino, il vischio e il pungitopo che, oltre a essere decorativi, hanno anche virtù cosmetiche e antinvecchiamento. Vediamoli uno per uno, ricordando che non vanno usati in gravidanza e in caso di ipertensione.
Il pino rinnova i tessuti: uno dei tonici circolatori più efficaci è un estratto che si ottiene dalla corteccia del pino marittino francese: è il picnogenolo, ricco di polifenoli (le proantocianidine oligomeriche), bioflavonoidi, acido caffeico e ferulico. Tutti questi principi attivi aumentano la microcircolazione e riallineano le fibre del collagene, restituendo tono ed elasticità alla pelle. Come assumerlo: il picnogenolo esiste come integratore in perle. La dose è 2 perle al dì per sette giorni, per dimezzare la dose nei giorni successivi, sino ad arrivare ad un mese di assunzione . Si può abbinare alla thuja.
Il vischio (Víscum album) è un sempreverde comune nelle regioni boscose dell’Europa e dell’Asia. È una delle piante più efficaci contro i disturbi del sistema cardiocircolatorio: essendo una pianta velenosa, va usato per brevi periodi. Non sono da ingerire le foglie, i rametti e soprattutto le bacche, che possono abbassare la pressione e provocare vomito. Come utilizzarlo: in erboristeria si richiede il macerato glicerico, di vischio alla 1 ch; se ne aggiungono 30 gocce all’acqua del bagno (da ripetere 3 volte la settimana) e si resta immersi per 15 minuti.
Il pungitopo, noto col nome botanico di Ruscus aculeatus, appartiene alla famiglia delle Liliacee ed e una pianta ricca di virtù diuretiche e vasoprotettrici. Come raccomandava anticamente la medicina spagirica, il pungitopo può essere efficacemente impiegato in presenza di stasi linfatica e per ridurre il rossore dei capillari e della couperose. In commercio esistono creme e gel a base di rusco ideali per massaggi sgonfianti e decongestionanti da effettuare preferibilmente la sera dopo il bagno, partendo dalle caviglie e risalendo verso cosce e glutei.