Pesticidi, quanti ne sono contenuti nella frutta?

pesticidi fruttaQuanti pesticidi ho nel piatto? Una domanda particolare ma allo stesso tempo attuale che si sono posti gli esperti di Legambiente e che ha portato, dopo una serie di indagini, alla compilazione del rapporto annuale sui residui di fitofarmaci nei prodotti ortofrutticoli commercializzati in Italia. Il dossier, che si chiama“Pesticidi nel piatto 2012”, è stato elaborato da Legambiente sulla base dei dati forniti da Arpa, Asl e uffici regionali competenti.

A una prima lettura il rapporto pare essere abbastanza confortante, in quanto sembra diminuire l’uso delle molecole chimiche per la produzione agroalimentare, ma accanto a questi dati favorevoli si registra un trend tutt’altro positivo: l’aumento del numero delle diverse sostanze chimiche presenti, in contemporanea, in uno stesso campione.

Il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza spiega:

Una lettura più attenta dei risultati delle analisi condotte dai laboratori regionali ed elaborati da Legambiente in questo studio mostra una situazione tutt’altro che rassicurante, con numerosi casi di prodotti ortofrutticoli e derivati contaminati da 7, 8 e addirittura 9 principi attivi differenti.

Multi residui sono stati rivenuti in diversi prodotti ortofrutticoli: ben nove diverse molecole in tre campioni d’uva, dalle quattro alle sei sostanze diverse nelle mele, che sono risultate contaminate da più residui nel 65% dei casi; preoccupante anche la situazione delle arance, nelle quali sono stati rinvenuti fino a cinque residui chimici, delle fragole e dei finocchi con, rispettivamente sei e quattro molecole chimiche diverse.

Male anche per pere, pesche, ciliegie, prugne, susine e melagrane e albicocche, nelle quali sono state rinvenute diverse irregolarità. Per quanto riguarda la provenienza, i dati sono stati raccolti in tutta Italia e, quindi, la situazione interessa, allo stesso modo, sia il nord che il sud.

Sui preoccupanti risultati del dossier si è espresso anche il Senatore Francesco Ferrante

Che la questione del multi residuo non sia più rinviabile lo confermano proprio i dati del rapporto annuale di Legambiente. Ora sta al Governo recepire questo campanello d’allarme prevedendo le dovute contromisure nel Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che e’ in via di definizione e che ad oggi non contempla il riferimento al multi residuo.

 

[Fonte]

 

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