Mangiare pesce fa bene alla salute, ma non è sufficiente. È necessario sapere anche di cosa si sono cibati i pesciolini che finiscono nel nostro piatto. A dirlo è il progetto europeo ‘Aquamax‘ (‘Sustainable aquafeeds to maximise the health benefits of farmed fish for consumers‘) che sostiene che i salmoni e le trote salmonate d’allevamento sono più buone, se nutrite con mangime a base di verdure.
I ricercatori hanno studiato i benefici nutrizionali dei pesci allevati con una dieta che sostituisce alcuni degli ingredienti marini con verdure. Hanno valutato se il salmone allevato può ancora essere considerato un cibo sano quando il 50 per cento della sua dieta si basa su mangimi vegetali. Questa ricerca cambia un po’ le carte in tavola, perché quando siamo abituati a parlare di agricoltura biologica, facciamo un po’ più fatica a pensare anche all’alimentazione dei pesci, ma la catena alimentare inizia da lontano.
Gli ingredienti vegetali possono sostituire il 70 per cento dell’olio di pesce e l’80 per cento delle proteine marine nei mangimi tradizionali senza avere alcun impatto negativo sulla salute del pesce. E’ anche interessante notare che il salmone sembra mantenere il suo valore come fonte di acidi grassi salutari per gli esseri umani. Insomma, vivono bene loro e al tempo stesso stiamo meglio noi. A tal proposito gli esperti hanno spiegato:
Scambiare ingredienti vegetali alla farina di pesce e all’olio di pesce significa prendere in considerazione moltissimi componenti del mangime. Ci rendiamo conto di rischiare di perdere alcuni dei benefici acidi grassi omega-3 nel grasso del pesce alterando la composizione del mangime.
La verità è che in questo modo i pesci di allevamento sarebbero più controllati, a vendo meno contatti con diossine o prodotti chimici. Tutti fattori che possono minare soprattutto la salute delle donne incinta. Bisogna decidere di rinunciare a qualcosa: da una parte si perde parte dei nutrienti, come gli omega-3, dall’altra elementi tossici.