Perdere peso può provocare disturbi alimentari

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Raramente ci si guarda allo specchio con soddisfazione. Sono numerose (anzi sono la gran maggioranza) le persone che vorrebbero avere un corpo diverso, più tonico, più magro, più slanciato, più tutto… la mancanza di autostima è un fattore estremamente rilevante per stabilire una buona relazione con se stessi ed è la prima causa che porta allo sviluppo di disturbi alimentari.  Secondo un’indagine, svolta da Michael Lowe, professore di psicologia presso la Drexel University, i principali disagi psicologici arrivano subito dopo aver perso peso.

Come mai? Si fatica tanto per ottenere un risultato e quando il risultato arriva si perde ulteriore fiducia in sé? Ovviamente il problema è decisamente più complesso e riguarda quella che mi sento di definire bulimia da dieta. Che cosa vuol dire? Più si perde peso, più si vorrebbe perdere peso e migliorarsi. Il dottor Lowe ha analizzato nel dettaglio i disturbi alimentari per evitare di ricondurre tutto a un mero problema emozionale.

Il focus sulla ricerca sui disturbi alimentari è stato incentrato soprattutto sullo stato di pensieri, credenze, emozioni e personalità ma mentre queste influenze mentali sono senza dubbio parte del problema, storicamente c’è stata pochissima attenzione su come il peso corporeo attuale e passato contribuisca al disturbo alimentare.

Per riuscire ad aiutare una persona affetta da anoressia e bulimia nervosa è necessario prendere in considerazione tutti gli aspetti, anche la sua storia personale relativa al peso: banalmente dimagrire, quindi passare da un peso maggiore x a un peso minore y può favorire l’insorgere di certi problemi. Questo passaggio viene chiamato dagli esperti  “peso soppressione”. Verificare a quanto ammonta questo peso (quindi la differenza tra oggi e ieri) serve a prevenire sia l’anoressia o la bulimia.

Non ci addentriamo in altre questioni psicologiche, ma riflettiamo su come vanno condotte le diete: molto lentamente. Gli obiettivi devono essere graduali, piccoli e non solo per dare tempo al corpo e al metabolismo di abituarsi, ma anche alla propria mente di scendere a patti con un nuovo io, diverso.

Photo Credit | ThinkStock

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