Ultimamente si parla spesso di pane nero e numerosi locali lo propongono nel loro menu: è il pane al carbone vegetale che è diventato improvvisamente di moda e che oggi scopriamo. Di cosa si tratta, quali sono i suoi benefici e se esistono eventuali controindicazioni.
A dare il caratteristico colore nero al pane, che nel sapore non risulta diverso dal comune pane di semola, è il colorante E153 derivato dal carbone vegetale, o carbone attivo, un elemento prodotto dalla combustione del legno e già noto per le sue proprietà a livello medico. Si utilizza infatti in forma di compresse per assorbire i gas intestinali e ridurre il gonfiore addominale.
Il motivo per cui il pane nero ha ottenuto un tale successo è che promette gli stessi benefici del carbone attivo assunto in compresse, semplicemente mangiando un alimento di base come il pane. Presto però sono arrivate le polemiche tra chi ritiene che un uso poco accorto possa portare a conseguenze negative, per esempio in chi soffre di colon irritabile, e chi invece pensa che non abbia alcun vantaggio reale e si tratti solo di una moda.
In un’epoca in cui l’alimentazione sana viene spinta talvolta all’eccesso, alla continua ricerca del prodotto bio, la richiesta di un pane più digeribile, leggero e che non provochi gonfiore addominale è andata di pari passo con la voglia di sperimentare in cucina. Ecco nato il pane nero, scenografico quanto basta per stuzzicare la curiosità.
In realtà le quantità di carbone vegetale contenute nel pane nero, nel quale si usa più che altro come colorante, sono tanto esigue da non poter garantire risultati particolarmente evidenti. Di contro, un eccesso di consumo può provocare interazioni con i farmaci che si assumono – per esempio in caso di diabete o di disfunzioni tiroidee – perché il carbone vegetale si lega alle medicine e le rende indisponibili per il corpo. Potrebbe inoltre ridurre anche l’assorbimento delle vitamine.
Infine, ma non meno importante, va segnalato un altro rischio legato al carbone vegetale e ad un eventuale abuso. Il carbone attivo contiene benzopirene, una sostanza che si sviluppa dalla combustione del legno e che è riconosciuta come cancerogena. Per questo motivo negli Stati Uniti il carbone vegetale è stato vietato mentre in Europa è consentito il consumo attenendosi a quantità specifiche.
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