Dieta del tubo

La dieta del tubo nasce per migliorare la digestione e favorire la perdita di perso a partire proprio dalla zona dove si verificano più di frequente i gonfiori, la pancia. Il presupposto di questa dieta si fonda sulla correlazione tra difficoltà digestive e gonfiori addominali. Ad una buona digestione corriponde dunque una silhouette più delineata?

dieta del tubo

Partire dalle funzionalità digestive di sicuro non fa male, anzi un buon transito intestinale aiuta a mantenere più in salute il corpo. Per raggiungere lo scopo bisogna dunque orientare l’alimentazione in modo da consumare maggiormente cibi ricchi di fibre che possono favorire questo transito e migliorare il processo digestivo.

Gli alimenti da preferire sono soprattutto legumi, verdure e frutta, sia cotti che crudi. Tra le proteine vanno bene le carni magre sia di vitello che di pollo. Tra i cereali sceglieremo invece quelli non raffinati, dal riso integrale al farro, dal miglio al pane di segale.

I cibi da ridurre o eliminare sono al contrario tutti quelli che rallentano il processo digestivo. Dunque no a frittura, formaggi grassi, salumi, sughi troppo ricchi, specialmente se a base di carne. Vanno evitati anche cereali raffinati e dolciumi.

La dieta del tubo si struttura in 5 pasti quotidiani che comprendono colazione, pranzo e cena più due spuntini, uno a merenda e uno dopo cena. Per condire si utilizzano 2 cucchiai di olio extravergine di oliva al giorno oltre ad un cucchiaino di sale. Valgono le regole generali consuete a proposito dell’idratazione: bere due litri d’acqua al giorno e integrare eventualmente con tisane al finocchio che hanno un’azione sgonfiante sullo stomaco.

La dieta del tubo dura 5-7 giorni dopo i quali si potrà proseguire con una dieta di mantenimento che consente di aumentare leggermente la porzione di cereali da 60 a 80 grammi e di aggiungere un cucchiaio di olio al giorno come condimento.

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I diversi tipi di riso

Il riso è un alimento molto interessante da un punto di vista nutrizionale e offre anche una grande varietà di scelta: scopriamo i diversi tipi di riso che sono classificati da un registro nazionale che li raggruppa in base a caratteristiche comuni a cui poi si aggiungono le varietà straniere e commerciali.

diversi tipi di riso

Riso comune o originario

È un riso dai chicchi piccoli, utile per quasi tutte le preparazioni anche se si sconsiglia di usarlo per i risotti perché aumenta di volume e rilascia amido in cottura. Si presta bene alla preparazione di crocchette, dolci di riso, arancini. La cottura richiede circa 12 minuti.

Riso semifino

Ha chicchi leggermente più lunghi e grandi del riso originario e si presta alla preparazione di antipasti e timballi. Si cuoce in 13-15 minuti. In questa categoria troviamo il Vialone Nano e il Riso Padano.

Riso fino

Dai chicchi più lunghi, si cuoce in 14-16 minuti ed è adatto alla preparazione di contorni e di risotti. In questo gruppo si trovano il riso Ribe, il riso Parboiled e il riso Sant’Andrea. Quest’ultimo, meno conosciuto, assorbe più di altre varietà il condimento.

Riso superfino

I chicchi sono più grandi e la cottura è più lunga, richiede ben 18 minuti. Si usa soprattutto per i risotti. A questa classe appartengono il riso Carnaroli, che non scuoce; il riso Arborio, ottimo per le mantecature; il riso Roma, più ricco di amido e più versatile delle altre varietà, consigliato soprattutto ai principianti in cucina.

Riso trattato

Categoria a parte costituiscono i risi trattati. Tra di essi si segnala il Parboiled, preparato a partire dal riso fino tramite vapore acqueo che gelifica la parte esterna del chicco e trattiene vitamine e minerali in modo che non si disperdano in cottura. Fanno parte di questa classe anche il riso a cottura rapida, che viene essiccato ad aria calda; il riso precotto, che viene trattato al vapore come il Parboiled ma più a lungo, per ridurne i tempi di cottura; il riso arricchito a cui si aggiunge una soluzione vitaminica.

Altre categorie

A questo sottogruppo appartengono tipi di riso non italiano o con denominazioni non previste dalla legge ma presenti sul mercato e molto richiesti per specifiche preparazioni.

Riso Basmati

La più famosa tipologia di riso indiano, è molto aromatico.

Riso Thai

Dal chicco lungo, coltivato soprattutto nel sud-est asiatico, si usa soprattutto come contorno.

Riso Jasmine

Proveniente dalla Thailandia, è molto aromatico e solo il profumo lo rende distinguibile dalle due precedenti varietà a cui somiglia nell’aspetto e negli usi.

Riso Biyori

Il più utilizzato ed economico per la preparazione del sushi, è un riso pre-trattato dunque facile da lavorare.

Riso Tamanishiki

La varietà più pregiata utilizzata per la preparazione del sushi ma quasi introvabile sul mercato italiano.

Riso Venere

È un riso nero italiano che non appartiene alle categorie ufficiali perché è stato brevettato da un’azienda privata. Nasce da un incrocio tra una varietà italiana e una varietà asiatica. È un riso integrale, ricco di amido e molto versatile, utile per ogni preparazione ma poco indicato per il risotto.

Riso Ermes

Anche il riso Ermes è un incrocio, stavolta ottenuto ibridando il riso Venere con un riso indiano. La colorazione è rossa anziché nera ma le prestazioni sono simili a quelle del riso Venere.

Riso selvatico

Non si tratta propriamente di riso ma di una pianta graminacea del genere Zizania che cresce soprattutto in America. Il suo aspetto è molto simile al riso ed è commestibile, inoltre non contiene glutine.

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Ricette con semi di soia freschi

I semi di soia freschi non sono altro che i fagioli del famoso legume ancora acerbi, che si possono consumare in diversi modi: scopriamo qualche ricetta per prepararli sfruttando tutti i vantaggi della soia fresca anziché rivolgersi sempre alla più diffusa forma secca.

semi di soia freschi

In genere i fagioli di soia freschi si trovano sotto forma di edamame, il nome che si dà alla preparazione di questo prodotto che viene cotto al vapore o lessato per pochi minuti e che si può consumare da solo, salando leggermente, o aggiungere ad altre preparazioni quali insalate o zuppe.

Gli edamame venivano venduti come cibo da strada in Giappone durante l’epoca Edo. Oggi che la soia si è diffusa anche nella nostra alimentazione quotidiana, specialmente se vegana, possiamo approfittarne anche noi. Tra le virtù di questo alimento troviamo alte quantità di vitamine C ed E, minerali come potassio e magnesio e alti valori proteici.

I giapponesi suggeriscono di mangiarli crudi, estraendoli direttamente dal baccello fresco. Ma non è facile trovare la soia fresca, è più semplice reperirla in forma di edamame già pronto da utilizzare per le proprie preparazioni.

Il tempo di cottura deve essere breve, perché il fagiolo deve restare croccante. Prevedete un massimo di 4-5 minuti. Se la cottura è a vapore potete allungare i tempi a 10 minuti. Una volta cotti, salateli in superficie e consumateli come contorno.

I semi di soia freschi cotti in questo modo potete poi utilizzarli anche per arricchire il minestrone, una zuppa o un’insalata. In alternativa potete usarli anche per la preparazione di un dolce, in particolare lo zundamochi.

Questo tipico dolce giapponese si prepara pestando gli edamame cotti fino a ridurli ad una pasta morbida a cui aggiungerete zucchero e acqua finché non avrete ottenuto un composto liscio che userete per arricchire i classici mochi di riso glutinoso.

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Le più importanti fonti di sali minerali

I sali minerali sono fondamentali per la nostra vita e soprattutto per la nostra salute. Rappresentano massimo il 5% del nostro peso e se ci pensate non è poco. Sono sostanze inorganiche non energetiche, che permettono ai vari meccanismi del corpo umano di non incepparsi. Danno, per esempio, forza al tessuto osseo, svolgono un compito delicato nella regolazione dell’acidità dei tessuti e fungono da catalizzatori di numerose reazioni chimiche.

nano-bombe d'acqua

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4 idee per la colazione vegana

Anche se sempre più spesso e più facilmente si trovano nei bar prodotti vegani, non è ancora tanto diffusa la cultura della colazione vegana dunque è sempre preferibile prepararla e consumarla a casa prima di uscire di casa. Ecco qualche idea per una colazione vegana sana, nutriente e completa.

colazione vegana

Non serve troppa fantasia per comporre una colazione vegana energetica al punto giusto per affrontare la giornata con grinta ma varia in modo da non annoiarsi mangiando sempre le stesse cose.

Colazione vegana classica

Un succo di frutta o una spremuta fresca, qualche fetta biscottata con un velo di marmellata, una tazza di latte vegetale e una manciata di frutta secca, per esempio di noci, comporranno la perfetta colazione classica in chiave vegana.

Colazione vegana con smoothie

Se andate di corsa e non avete tempo di sedervi a tavola per consumare la colazione con calma, preparate uno smoothie che contenga tutto quello di cui avete bisogno. Un esempio? Mezzo mango a pezzi, 1 carota tritata, 1 tazza di latte di cocco, 1 cucchiaino di cannella. Frullate tutto, aggiungete una manciata di semi di chia e bevete immediatamente.

Colazione vegana detox

Con un centrifugato di frutta e verdure otterrete una bomba di energia, minerali e vitamine e al tempo stesso depurerete l’organismo partendo con il piede giusto. Preparate un mix con 1 costa di sedano, mezza mela verde, 3 carote e o scegliete una delle nostre ricette per centrifugati. Quando c’è il latte, sostituitelo con il latte vegetale.

Colazione vegana con pancake

I più golosi non vorranno rinunciare al dolce, ecco dunque la ricetta per i pancake vegani, perfetti anche per una colazione più lenta nel weekend. Unite in una terrina 100 grammi di farina, 5 grammi di lievito in polvere, 100 ml di latte di soia, 2 cucchiai di olio di oliva e 20 ml di acqua frizzante. Mescolate con cura e versate il composto in una padella antiaderente per preparare i pancacke. Girate dopo un minuto. Servite con frutta fresca e sciroppo d’acero o di agave.

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La dieta anticancro del professor Umberto Veronesi

Sono passati pochi giorni da quando Umberto Veronesi, il famoso oncologo milanese, si è spento. Per anni è stato il simbolo della ricerca sul cancro, della cura della malattia e soprattutto del malato, e di uno stile di vita sana, basato soprattutto su un’alimentazione antiossidante e leggera. Il suo regime alimentare è stato chiamato la dieta anticancro.

cibi anti cancro

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10 cibi per contrastare la carenza di iodio

La carenza di iodio può provocare problemi di salute legati soprattutto alla tiroide, è dunque importante conoscere quali cibi possono aiutarci a prevenirla. Secondo i dati ufficiali, in Italia sono 6 milioni le persone con patologie legate alla tiroide e alla carenza di iodio.

carenza di iodio

Secondi diversi studi scientifici è stato dimostrato che una scarsa assunzione di iodio con la dieta può provocare disturbi a lungo termine sin dal feto. Resta inteso che chi soffe già di carenza di iodio o problemi alla tiroide dovrebbe consultare il medico per un consiglio su misura. Scopriamo intanto quali cibi possono offrire ottime fonti di iodio per la nostra alimentazione quotidiana.

Tra gli alimenti più importanti troviamo le alghe, i fagioli, lo yogurt bio e i mirtilli rossi. Le alghe sono ricchissime di iodio proprio in virtù della loro provenienza marina. Una porzione da 50 grammi ne contiene più del 100% del fabbisogno giornaliero. Una porzione di fagioli bianchi cotti offre invece il 42% del fabbisogno giornaliero.

Lo yogurt ne contiene fino a 90 microgrammi che corrispondono al 60% del fabbisogno giornaliero. Chi segue un’alimentazione vegana o è intollerante ai latticini può ovviare consumando alghe, fagioli e mirtilli rossi, tra i cibi più ricchi di iodio segnalati, in luogo dello yogurt.

Un’alternativa per arricchire la dieta di iodio è scegliere il sale iodato al posto del sale tradizionale. Le dosi ideali per coprire il proprio fabbisogno sono di circa 5 grammi al giorno per gli adulti e di 2-3 grammi al giorno per i bambini.

Bisogna invece fare attenzione ad altri alimenti che possono intervenire sulla capacità della tiroide di assimilare le iodio: si segnalano la soia, cavoli e spinaci, frutta secca come nocciole, arachidi e mandorle.

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Dieta iperproteica, quali sono i rischi?

La dieta iperproteica viene quasi sempre scelta con la convinzione che permetta un dimagrimento più rapido. Per anni è passato il messaggio, più che negativo, che le proteine fossero essenziali per perdere peso. In realtà non è così. La dieta iperproteica non è una dieta dimagrante, è una dieta che mette a rischio il rene, il fegato, il cuore e il cervello.

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5 tisane per la menopausa

Quando arriva il momento della menopausa bisogna fare i conti con alterazioni ormonali e una serie di fastidi correlati, scopriamo dunque le tisane per la menopausa che aiutano a far fronte ai diversi sintomi.

tisane per la menopausa

È bene tenere conto che se si sta già seguendo una terapia farmacolagica è importante chiedere consiglio al medico prima di affidarsi alle seguenti tisane, per evitare interazioni. Anche se si tratta di prodotti naturali alcune erbe possono avere effetti contrastanti con i farmaci.

Tra i sintomi più comuni della menopausa ci sono insonnia, stanchezza, sudorazione, ansia e persino difficoltà a respirare. Ecco dunque affrontare questi fastidi con qualche piacevole tisana da preparare in casa.

Tisana di iperico

Noto anche come erba di San Giovanni, l’iperico ha tra le sue virtù principali la capacità di tenere a bada l’ansia. Usate 5 grammi di iperico secco in una tazza di acqua bollente.

Tisana alla liquirizia

La liquirizia, grazie alla glicirrina, è utile nel trattamento della menopausa perché regola di estrogeni. Offre inoltre magnesio, vitamina C e flavonoidi. Preparate un infuso con 3 grammi di polvere di liquirizia in una tazza di acqua bollente.

Tisana al tiglio

Per tenere a bada la sudorazione eccessiva preparate un infuso con 10 grammi di fiori di tiglio in una tazza di acqua bollente. Lasciate riposare per 10 minuti e addolcite con il miele, se lo gradite. Bevetelo prima di andare a letto.

Tisana di valeriana e passiflora

Queste erbe regolano il sonno e aiutano il rilassamento muscolare, alleviano il mal di testa e le aritmie cardiache. Usate 2 grammi di valeriana e 2 grammi di passiflora in una tazza di acqua bollente.

Tisana alla salvia

La salvia è detta anche la pianta delle donne grazie ai benefici che può donare. Preparate un infuso da consumare nell’arco di tre giorni usando un litro di acqua bollente in cui metterete in infusione 20 grammi di foglie di salvia. Bevetelo dopo i pasti.

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Le ricette Smartfood, con i cibi che mimano il digiuno

La dieta Smartfood è un regime alimentare salutare per prevenire alcune patologie, come i tumori. L’omonimo libro è un caso editoriale e in circa sette mese (dalla sua uscita in libreria) ha vento 100 mila copie in Italia ed è stato tradotto in otto lingue diverse. L’autrice è la giornalista Eliana Liotta, che si è avvalsa della collaborazione di Pier Giuseppe Pellicci, Direttore della ricerca all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, e della nutrizionista Lucilla Titta.

riso venere

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Rimedi naturali contro la fame nervosa

La fame nervosa è la nemica di tutte le diete, anche se abbiamo la motivazione più salda, la dieta meno costrittiva e tutta la buona volontà necessaria, non è detto che non finiamo per cedervi. Ecco alcuni rimedi naturali per contrastare la fame nervosa.

fame nervosa

Le sue origini sono psicosomatiche, il corpo non ci sta chiedendo cibo perché ne ha bisogno fisiologicamente. Sorge infatti anche quando siamo perfettamente sazi, addirittura poco dopo esserci alzati da tavola dopo un pasto completo.

Uno dei rimedi più utili per contrastare la fame nervosa è l’iperico, anzi più precisamente l’estratto di iperico. Si tratta di un’erba capace di contrastare gli stati d’ansia e la depressione, dunque efficace per mettere un freno alla compulsione verso il cibo vissuto, più o meno inconsciamente, come compensazione per la nostra tristezza. Si trova in erboristeria ma è bene consultare il medico prima di assumerlo.

Un altro rimedio utile per mangiare meno è quello di condire i cibi con le spezie, favorendo quelle dal sapore leggermente piccante. Le spezie piccanti agiscono sulla produzione di endorfine e sono in grado di placare il senso di fame nervosa. Preferite peperoncino, zenzero e cannella.

Anche gli agrumi aiutano a circoscrivere la fame nervosa tenendola a bada. Sfruttate i vantaggi degli oli essenziali agli agrumi. Preparate una miscela di olio di oliva con qualche goccia di olio essenziale di arancio e di mandarino. Mettetene di tanto in tanto una goccia sui polsi.

È utile anche spezzare la dipendenza che il cibo spazzatura spesso provoca creando un cortocircuito nel nostro cervello, che ce ne chiede ancora. Disintossicatevi evitando il cibo spazzatura e sostituendolo con centrifugati di frutta e verdure, energetici e sani.

Utili, infine, possono rivelarsi anche i Fiori di Bach, specialmente se avete già sperimentato con successo la loro efficacia su di voi. In particolare sono adatti ai nostri scopri Agrimony, Chicory e Elm.

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4 sostituti del burro gustosi e light

Ci possono essere diversi motivi per sostituite il burro. Prima di tutto, come dovremmo sapere, seppur buonissimo è estremamente grasso e tende ad alzare il colesterolo. Il burro dovremmo completamente eliminarlo dalla dieta o concedercelo davvero di rado. Inoltre, se avete intenzione di convertirvi a un regime dietetico vegano, ricordiamo che trattarsi di un prodotto di origine animale. Pensiamo quindi a qualche soluzione vegetale, più salutare sotto tanti punti di vista.

burro

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I cibi da evitare se si soffre di colite

Chi soffre di colite dovrebbe evitare accuratamente alcuni alimenti che tendono ad aggravare la situazione. I sintomi della colite, un’infiammazione intestinale, sono tristemente noti: dolore, diarrea, gonfiori. Le abitudini alimentari possono influire, naturalmente, sul decorso del fastidio.

colite

Scopriamo una lista di alimenti da evitare quando si soffre di colite, in modo da evitare di esacerbare la situazione esistente. Il cibo in sé non provoca il problema ma può aggravarlo favorendo bruciori e gonfiore.

Fagioli

I fagioli in particolare, ma i legumi in generale, per il loro alto contenuto di fibre possono produrre gas e favorire il gonfiore. Se non si può fare a meno di consumarli è bene rimuovere la pellicola esterna.

Caffè e tè

Le bevande che contengono caffeina o guaranà, come quelle energetiche, sono da evitare per chi soffre di problemi di colite.

Latticini

Può capitare che soffrire di colite comporti anche una intolleranza al lattosio. Non è necessariamente così, ma ridurre i latticini può migliorare il vostro stato fisico quando siete alle prese con questo fastidio.

Broccoli

Le verdure della grande famiglia dei broccoli e dei cavoli non sono facilmente digeribili e possono provcare gonfiori e gas intestinale. Potete consumarli con moderazione solo se ben cotti e tagliati a pezzetti molto piccoli.

Mais

Anche il mais, difficile da digerire, può influire negativamente sull’irritazione intestinale in corso, provocando anche attacchi di diarrea.

Spezie

Da evitare con cura tutte le spezie, perché possono aggravare l’infiammazione. Meglio favorire erbette fresche, riducendo comunque la quantità dei condimenti.

Carni grasse

Sono più difficili da digerire rispetto a carni magre o pesce, da favorire come fonti proteiche. Ben tollerato da chi soffre di colite pare sia il salmone.

Maionese e salse grasse

Tutte le salse cremose ricche di grassi, come la maionese, non sono il miglior amico di chi sta facendo i conti con una colite.

Alcol

Nel caso dell’alcol si consiglia moderazione. In generale chi soffre di colite tollera meglio il vino bianco anziché quello rosso mentre si accusano maggiori fastidi consumando birra e altre bevande gassate.

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Ricette light e facili con la zucca

La zucca è la vera regina dell’autunno e ha tantissime proprietà benefiche. Ecco perché è necessario imparare qualche ricetta, ovviamente light e facile, per consumarla quanto più possibile. Ricordiamoci che fa bene, ma è anche molto buona. Piace ai grandi e pure ai bambini.

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5 ricette con il tempeh

Derivato dalla fermentazione della soia gialla, è un’ottima fonte proteica per coloro che adottano un’alimentazione vegana: scopriamo 5 ricette con il tempeh che ci consentono di cucinare e consumare questo prodotto alimentare altamente digeribile e facile da preparare.

ricette con il tempeh

Si può consumare in molti modi, semplicemente marinato oppure cotto, stufato, al vapore, saltato in padella, addirittura fritto. È un ottimo sostituto vegetale della carne, ideale dunque per chi segue una dieta vegana ma anche per chi vuole variare la propria alimentazione attingendo a fonti proteiche diverse.

Polpette di tempeh

Mettete il tempeh a marinare la sera prima in acqua con olio, limone e pomodori secchi. Il giorno dopo frullate il tempeh marinato insieme a pomodori secchi, olive, zenzero e carote cotte al vapore. Aggiungete sale e maizena, mescolate bene e con l’impasto ottenuto formate delle polpette. Passatele nella farina di mais e cuocetele in forno o in padella.

Tempeh in agrodolce

Marinate il tempeh in salsa di soia, cuocetelo in padella con curcuma e sale. Preparate un agrodolce con cipolla cotta con uvetta, pinoli, olio, zucchero e aceto. Condite il tempeh con questa salsa e servite.

Sugo di tempeh

Soffriggete la cipolla finché non sia dorata, aggiungete pomodorini, aggiustate di sale e pepe. Unite il tempeh tagliato a dadini e cuocete per 15 minuti. Usate il sugo ottenuto per condire la pasta.

Tempeh e asparagi

Marinate il tempeh in acqua e salsa di soia il giorno prima. Saltate del cipollotto in padella con un paio di cucchiaio di marinata, aggiungete il tempeh tagliato a dadini. Cuocete per 15 minuti aggiungendo, poco prima di fine cottura, gli asparagi sbollentati e tagliati a dadini, mescolando bene prima di togliere dal fuoco e servire.

Tempeh con finocchi

Tagliate il finocchio a fette, cuocetelo in padella con olio e aglio. Dopo pochi miniti aggiungete il tempeh a fette e lasciate cuocere per 15 minuti. Verso fine cottura aggiungete due cucchiai di tamari, ultimate la cottura e servite caldo.

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Spirulina, l’alga della salute

Uno dei prodotti naturali nutrizionalmente più validi sono le alghe, nello specifico la spirulina che contiene moltissime proteine, tutti gli amminoacidi essenziali (Fenilalanina, Isoleucina, Leucina, Lisina, Metionina, Treonina, Triptofano, Valina), Omega 3 e omega 6, che contrastano i livelli di colesterolo e trigliceridi, vitamine A, D, K e vitamine del gruppo B e molti sali minerali (ferro, sodio, magnesio, manganese, calcio, iodio e potassio).

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World Vegan Day 2016, appuntamento il Primo novembre

Si celebra domani, il primo novembre, il vegan day. È la 22esima giornata mondiale del Veganismo e serve per celebrare questo stile di vita e soprattutto a chiarire quali siano i vantaggi di questa dieta. Consideriamo che secondo i dati Eurispes, nel 2015 ben l’8% degli italiani ha dichiarato di seguire un’alimentazione priva di derivati animali (+2% rispetto al 2013) e anche le vendite di prodotti vegan confermano il trend positivo. È quindi un tema che interessa a una fetta di popolazione sempre più ampia.

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Acerola, tutti i benefici

Simile alla ciliegia, di provenienza sudamericana, l’acerola è un alleato prezioso per il nostro benessere grazie al suo altissimo valore di vitamina C a cui si aggiungono numerosi benefici che scopriremo oggi.

acerola

Tra le fonti di vitamina C spicca per il suo altissimo contenuto, che supera di quasi 20 volte quello degli agrumi: su 100 grammi di prodotto troviamo infatti tra 1000 e 1500 mg di vitamina C. Con queste quantità è indubbiamente un ottimo aiuto per la nostra alimentazione.

All’elevato contenuto di vitamina C si sposano poi numerose altre proprietà. L’acerola infatti è ricca di carotenoidi, contiene vitamine del gruppo B, offre flavonoidi e antociani e minerali quali calcio, ferro e magnesio.

Questo frutto agisce sul sistema immunitario stimolandolo e aiutandoci ad affrontare meglio i malanni stagionali, gli stati influenzali, i problemi a carico dell’apparato respiratorio tipici della stagione fredda. Grazie al suo elevato potere antiossidante, inoltre, previene l’invecchiamento cellulare e mantiene i tessuti sani.

Studi più recenti hanno rivelato che consumare con costanza succo di acerola può intervenire anche nella prevenzione del diabete e delle malattie cardiovascolari perché è in grado di abbassare il tasso di glucosio e di trigliceridi nel sangue contrinuendo anche ad elevare il colesterolo HDL, o colesterolo buono.

L’acerola ha anche proprietà astringenti, dunque agisce positivamente in caso di diarrea. Di contro possiede anche proprietà diuretiche che aiutano il corpo a depurarsi e la pelle ad apparire più bella e luminosa.

Il frutto è molto deperibile ed è difficile trovarlo fresco al di fuori dei paesi che sono in grado di produrlo, soprattutto il Brasile e altri paesi dell’America centrale e meridionale. Si trova però in forma di succo concentrato, polvere solubile o compresse, disponibili in erboristeria.

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