Spaghetti di soia, un ottimo sostituto per le diete ipocaloriche

Sono davvero tantissime le diete che impongono un’alimentazione più che restrittiva. E, con il passare del tempo, finiscono per portare all’esasperazione chi la segue, al punto tale che spesso e volentieri ricomincia a mangiare come prima.

Una dieta corretta, al contrario, prevede certamente di fare dei sacrifici, ma compensa in ogni caso delle mancanze offrendo delle valide alternative che possano garantire un senso di sazietà anche dal punto di vista visivo. Un appagamento anche mentale. Ecco spiegato il motivo per cui, tante volte, bisognerebbe avere un approccio differente nei confronti di nuovi cibi che potrebbero rappresentare ottime alternative rispetto ad alimenti più classici.

Per questi motivi non è consigliabile né necessario rinunciare alla pasta. Una buona alternativa potrebbe essere consumare gli spaghetti di soia, oppure gli shirataki, i noodles di riso nero o gli spaghetti di verdura. Queste soluzioni potrebbero sembrare estranee alle nostre abitudini e complicate da cucinare, invece in realtà i modi di cucinare gli spaghetti di soia sono molto semplici e le ricette sono davvero tante. Pensate soltanto agli spaghetti di soia ai frutti di mare, o soltanto con le verdure alla piastra o al vapore, quindi leggere, ma comunque gustose e appetitose.

Questi spaghetti sono utilissimi e preziosi sostituiti nel momento in cui si sta rispettando una dieta ipocalorica oppure si deve tenere a bada l’apporto di carboidrati per diverse motivazioni. Un altro punto di forza è certamente la loro reperibilità, possono essere acquistati senza particolari problemi sia sul web che all’interno dei negozi biologici. Prediligendo il canale online si può anche ottenere un buon risparmio.

Perché gli spaghetti di riso sono utili nelle diete ipocaloriche? È facile, visto che presentano solo 10 calorie e si possono condire secondo le proprie preferenze, in modo particolare con diversa verdura. Un altro punto di forza è quello di garantire un ottimo senso di sazietà e rendere anche più semplice e veloce il transito intestinale. Certo, gli spaghetti di soia o i noodles di riso possono avere un profumo eccessivamente forte per alcune persone, ma solamente nelle versioni umide, mentre in quelle secche non si riscontra tale problema.

Sulla base di ciò che si è detto finora, una dieta ipocalorica non deve solo ed esclusivamente basarsi su una ridotta quantità di alimenti e, di conseguenza, di calorie, ma può anche basarsi sulla capacità, che hanno alcuni alimenti, di far raggiungere più in fretta il senso di sazietà. Gli spaghetti di soia (o i noodles) mirano proprio a questo, ovvero: ad appagare il nostro fabbisogno sia dal punto di vista visivo (e, quindi, mentale) e sia per la sensazione di sazietà che ci danno.

I semi di soia sono rinomati per il loro importante apporto calorico, tanto che forniscono il 36% di proteine. Inoltre, sempre la soia, può benissimo diventare un ottimo sostituto dei tradizionali legumi, dal momento che è ricca di vitamine (principalmente A, B2, D ed E) e di Sali minerali come: il calcio, il fosforo, il potassio, magnesio e ferro.

Sul web vi sono molte ricette da cui poter prendere spunto per cucinare gli spaghetti di soia. Ciò è dovuto al fatto che: la cucina tradizionale del nostro Paese si sta arricchendo sempre più di nuovi ingredienti, che, a volte, sono più vicini a noi e alla nostra cultura, mentre, in altri casi, appartengono a tradizioni culinarie di Paesi del lontano Oriente. Questo è, per l’appunto, il caso! Gli spaghetti di soia o i noodles non sono un ingrediente tipico della nostra cucina, ma, grazie allo scambio di culture e a una crescente internazionalizzazione della cucina, questi alimenti vengono preparati anche nei Paesi occidentali con maggiore frequenza.

In più, la preparazione degli spaghetti di soia è semplice e veloce e, il loro tradizionale condimento, è a base di verdure cotte nel Wok, ovvero in una tipica padella semisferica in ghisa o in ferro, icona della cucina orientale e, in particolar modo, cinese. Per cucinare un buon piatto a base di spaghetti di soia con verdure, servono (per 4 persone):

  • 100 g spaghetti di soia;
  • 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva;
  • 3 cucchiai di salsa di soia;
  • 1 zucchina;
  • 1/4 peperone rosso;
  • 1/4 peperone giallo;
  • 1 carota;
  • 1 cipollotto;
  • 3 fagiolini corallo;
  • germogli di soia q.b.;
  • 1/2 bicchiere brodo vegetale

Come prima cosa, prendete una pentola, riempitela d’acqua e aspettate l’ebollizione. Nel frattempo, tagliate a listarelle le verdure, ovvero: la carota, i peperoni, la zucchina, i fagiolini e, per ultimo, il cipollotto. Quando l’acqua inizierà a bollire, versate gli spaghetti di soia e lasciateli cuocere per 4 minuti; dopodiché, scolateli e lasciateli raffreddare in una ciotola piena di acqua fredda, fino al loro utilizzo. Ora, scaldate il Wok sul fornello con 2 cucchiai di olio e saltateci le verdure in quest’ordine: prima il cipollotto, dopo pochi minuti la carota, poi i fagiolini e i peperoni e, infine, la zucchina.

Aggiungete il brodo e 3 cucchiai di salsa di soia nel Wok assieme alle verdure e versateci gli spaghetti di soia. Fate rapprendere i liquidi per alcuni minuti e, alla fine, otterrete un veloce, sfizioso e gustoso piatto, adatto a una dieta ipocalorica.

 

Dieta DASH, quanto si perde e menu tipo

La dieta DASH è stata la dieta preferita dagli americani nel 2017. Il motivo è semplice: si tratta di un tipo di alimentazione che permette non solo di dimagrire ma anche di controllare l’ipertensione, problema molto diffuso negli USA. DASH uol dire infatti Dietary Approaches to Stop Hypertension e secondo alcuni studi avrebbe effettivamente la capacità di indurre la perdita di peso e di incidere positivamente su diabete e patologie cardiovascolari.Il punto fondamentale sta infatti nella drastica riduzione del consumo di sale. Nella versione standard della dieta DASH si può consumare un massimo di 2,4 grammi di sale al giorno mentre nella versione iposodica la quantità giornaliera scende a 1,5 grammi. Si diminuisce il sodio, ma si aumenta il potassio introdotto con frutta, verdura e cereali.

Dieta DASH quanto si perde

Esistono diverse versioni di questa dieta che hanno anche differenti introiti calorici. A seconda delle calorie introdotte si ottiene un dimagrimento più o meno veloce ma è sempre il dietologo a suggerire tipologie di alimenti e calorie da introdurre. Esiste una versione da 2000 kcal al giorno per chi deve mantenersi normopeso e una ersione sa 1600 kcal al giorno o meno, per chi invece deve dimagrire. In generale, con la dieta DASH si perdono circa 2,5 chili nelle prime settimane e poi da 4 a 16 chili nei giro di due mesi ma il vantaggio più grande starebbe nella diminuzione della ritenzione idrica, dovuta proprio alla carenza di sodio.

> LA DIETA DASH PER DIMAGRIRE E RIDURRE LA CELLULITE SENZA TROPPE RINUNCE E SACRIFICI

Dieta DASH menu tipo

La dieta DASH somiglia moltissimo alla dieta mediterranea. Non ci sono alimenti vietati. Si possono mangiare tanta frutta e verdura, preferendo spinaci, zucca, pomodori, broccoli, albicocche, mandarini, prugne e ciliegie. I carboidrati no sono vietati ma si possono mangiare a piccole porzioni con la raccomandazione di preferire pane e pasta integrali. Le proteine migliori sono quelle del pesce, del pollo e della carne bianca in generale, dei legumi. Anche i latticini di possono consumare con moderazione. Ecco un menu tipo giornaliero:

> DIETA DASH CONTRO L’IPERTENSIONE

Colazione: fiocchi di cereali con crusca, 1 banana, 1 tazza di latte parzialmente scremato, 1 fetta di pane di grano tenero, 1 cucchiaino di margarina, 1 bicchiere di succo d’arancia.

Pranzo: 180 g di pollo, 2 fette di pane integrale, 1 cucchiaio di senape, 120 g di insalata con fette di cetriolo fresco, 120 g di pomodori, 1 cucchiaio di semi di girasole, 120 g di macedonia di frutta.

Merenda: 80 g di mandorle non salate, 60 g di uvetta, 125 g di yogurt alla frutta senza grassi e senza zuccheri aggiunti.

Cena: 85 g di manzo, 1 tazza di fagioli verdi saltati, 1 piccola patata al forno, 1 cucchiaio di formaggio cheddar naturale a ridotto contenuto di grassi, 1 piccola mela.

L’infertilità maschile può essere causata dalla dieta

Negli ultimi 30 anni il numero di spermatozoi presenti nel liquido seminale maschile si è dimezzato. Il trend è allarmante e numerosi studi dimostrano che l’infertilità maschile non è causata soltanto da fattori genetici ma anche da fattori esterni, come quelli ambientali e quelli legati all’alimentazione e alle cattive abitudini quotidiane. Il fumo e l’eccesso di alcol sono ad esempio fattori che danneggiano la fertilità.

Stessa cosa vale per l’esposizione alle polveri sottilie allo smog. Le cosiddette Pm21 possono causare addirittura il 60% dei casi di infertilità. Le donne invece, possono soffrire di infertilità per l’esposizione a farmaci dannosi come i semplici antinfiammatori tipo l’ibuprofene ma è soprattutto quello che mangiamo che può avere un’influenza negativa sul nostro stato di salute generale e sulla fertilità.

> L’ALIMENTAZIONE SANA CHE AUMENTA LA FERTILITA’ FEMMINILE

Ad esempio, gli alimenti confezionati nella plastica, come l’acqua minerale in bottiglia che magari resta al sole per lunghi periodi all’interno dei magazzini, possono rilasciare sostanze a base di estrogeni sintetici che minacciano la fertilità maschile. Frutta e verdura esposte ad agenti inquinanti possono dare problemi e anche la dieta ha la sua importanza.

> LA DIETA CHE AUMENTA LA FERTILITA’ MASCHILE

In generale, secondo gli esperti la dieta mediterranea resta l’unico tipo di alimentazione che può dare benefici alla salute e alla fertilità. Non si tratta di alimenti miracolosi ma solo di uno stile di vita da seguire, ricco di cereali integrali, frutta e verdura, olio extra vergine di oliva e pesce, e alimenti come i broccoli che contengono antiossidanti e che possono aiutare a preservare la fertilità di uomini e donne.

Coldiretti: gli italiani tornano alla dieta mediterranea

Dopo cinque anni di calo dei consumi, l’ultimo studio di Coldiretti segnala finalmente il segno positivo per il consumo degli alimenti più importanti della dieta mediterranea. Sulle tavole degli italiani tornano infatti alimenti indispensabili come le verdure e il pesce e i dati Ismea ci dicono che dopo cinque anni di segno negativo, finalmente torna a crescere la spesa degli italiani per l’acquisto di beni alimentari con un salto complessivo del 3,2%.

dieta mediterranea

Il consumo del pesce fresco sale al +7%, frutta di stagione (+4,3%), frutta secca (+7,9%), pasta di semola integrale (+16%) o il riso integrale (+20%) aumentano decisamente rispetto all’anno precedente. E non finisce qui, infatti pare che gli itliani siano più attenti a consumare prodotti salutistici ma senza rinunciare alla praticità e alla velocità. Secondo Coldiretti infatti è aumentata la spesa complessiva per prodotti come le zuppe pronte (+33%) e per le insalate in busta con gli ortaggi di IV gamma (+4,3%).

> LA DIETA MEDITERRANEA RIDUCE I RISCHI DI CANCRO AL SENO IN MENOPAUSA

Anche il consumo dell’olio extravergine di oliva evidenzia un incremento e nel 2017 risulta superiore dell’11% rispetto al 2016 mentre sono in flessione i derivati del pomodoro (-0,5%) e la pasta secca di semola con un calo del 3%. C’è a considerare però che, come spiega Coldiretti, è molto probabile che gli italiani tornino a consumare la pasta secca di grano duro nel 2018, visto che le nuove regole prevedono l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli ingredienti utilizzati, obbligo che potrebbe portare ad un aumento di fiducia dei consumatori nei confronti dei marchi che producono pasta con grano di provenienza italiana.

L’influenza si può combattere con la dieta

L’influenza è nel pieno del suo picco stagionale. Ha già messo a letto più o meno 4 milioni di italiani nelle ultime settimane (rapporto epidemiologico Influnet dell’Istituto Superiore della Sanità) e in Sardegna sono 6 i casi gravi e 2 i decessi causati dalle complicanze gravi della sindrome influenzale. Dal 2004 no si raggiungeva un picco così alto di ammalati, nonostante siano in aumento le campagne di sensibilizzazione al vaccino – specie per le categorie più a rischio – e l’aumento al loro ricorso.

Un aiuto per contrastrare i fenomeni influenzali ci può venire dall’alimentazione. I cibi infatti possono aiutare a stimolare il nostro sistema immunitario e possono garantirci i nutrienti indispensabili per un processo di guarigione rapido. La prima regola è nutrirsi, senza mai saltare i pasti anche se la febbre fa passare l’appetito, ma senza appesantirsi con eccessive calorie. Va bene una colazione nutriente a base di latte e miele, un pranzo leggero a base di verdure cotte o crude insieme a pesce e carne. Indispensabile aggiungere alla dieta anche i legumi, lo yogurt che contiene probiotici, il parmigiano e la frutta che dà il giusto apporto di vitamine (kiwi e agrumi soprattutto).

Quando si ha a febbre molto alta è indispensabile mantenersi idratati. Bere tanto è la prima regola per guarire prima, perchè la febbre e il sudore tendono a farci perdere importanti sali minerali che vanno reintegrati con l’acqua e con l’alimentazione. Anche se non sentite il bisogno di bere, sappiate che è necessario introdurre almeno 1,5 litri di acqua al giorno. Se non riuscite a bere molta acqua, aiutatevi assumendo tisane come la tisana allo zenzero, che ha un effetto antinfiammatorio ed espettorante utilissimo durante l’influenza.

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> LA DIETA PER PREVENIRE L’INFLUENZA

Dieta della mela, come funziona e menu tipo

Vanno molto di moda le diete che permettono di dimagrire velocemente e con pochi sforzi ma che sottopongono l’organismo a un notevole stress. La dieta della mela sarebbe una di queste ma se seguita per poco tempo può avere il vantaggio di essere una dieta disintossicante. I nutrizionisti detestano – e hanno ragione – questo tipo di regimi alimentari basati sull’assunzione di un solo alimento anche perchè sebbene si può riuscire a dimagrire velocemente il rischio reale è che i chili si riprendano in fretta una volta che si ricomincia a mangiare normalmente.

Il menu tipo della dieta della mela prevede un primo giorno in cui si mangiano solo mele, almeno due mele a pasto. Poi, ogni volta che si ha fame si può sempre mangiare una mela e bere tanta acqua fino a quando non ci si sente sazi. Si possono bere anche tè, tisane e caffè senza limitazioni ma senza zucchero.

Dopo il primo giorno in cui si mangiano esclusivamente mele, dai giorni successivi si possono aggiungere altri alimenti come lo yogurt, l’insalata, il latte scremato o il latte di soia a colazione e poi proteine light come il pollo e il pesce. Una dieta fatta in questo modo non può durare più di 5 giorni, dopo diventerebbe veramente molto pericolosa.

Trascorsi i 5 giorni bisogna riprendere gradualmente la normale alimentazione. A pasti principali bisgona integrare con alimenti leggeri come riso integrale, pane integrale, verdure, proteine in quantità limitate e con moderazione ma mai rinunciare a tutti i nutrienti per evitare di fare danni irreversibili alla salute.

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5 alimenti antirughe per combattere l’invecchiamento in modo naturale

Ci sono cibi, con notevoli caratteristiche antietà, che ci aiutano a combattere le rughe con un effetto lifting completamente naturale. Del resto, sappiamo già che molti cibi ricchi di antiossidanti aiutano a mantenere la pelle giovane e idratata ma alcuni alimenti sono proprio un toccasana per le rughette e le zampe di gallina. Eccovi la lista dei 5 alimenti antirughe per combattere l’invecchiamento in modo naturale.

1. ACQUA

Banale forse, ma è sempre utile ripetere che l’idratazione è indispensabile per avere una pelle liscia e luminosa non solo perché le cellule hanno bisogno di acqua ma anche perché bere molta acqua ci aiuta ad eliminare più tossine. Il risultato è una pelle sana e fresca.

> LA DIETA DIMAGRANTE E ANTIRUGHE

2. FRUTTI ROSSI

Le fragole, i ribes, i mirtilli ma anche le patate rosse e le barbabietole hanno un grande potere contro l’invecchiamento. Contengono acido silicico che aumenta l’elasticità e la tonicità dell’epidermide e che contribuisce alla tonicità del tessuto connettivo.

> I CIBI CHE INVECCHIANO LA PELLE

3. PESCE CRUDO

IL sushi va così tanto di moda che non sarà difficile convincervi che il pesce crudo fa bene alla pelle. Infatti contiene iodio che favorisce il metabolismo e acidi grassi che mantengono la pelle morbida, inoltre le alghe apportano vitamine e minerali e le fibre facilitano la digestione.

> UTILI CONSIGLI PER RIMANERE GIOVANI

4. FRUTTA SECCA E SEMI

I semi di papavero, di zucca, di girasole, gli anacardi, le noci e le mandorle, contengono zinco che aiuta la riparazione cellulare e che è uno dei membri chiave di un gruppo di enzimi che aiuta a nutrire il collagene. In più lo zinco aiuta a riparare le smagliature e a contrastare la cellulite e tutti gli altri segni esteriori dell’invecchiamento.

 

Reset metabolico, come si fa

Dimagrire, perdere peso, perdere una taglia: sono le parole che ci affliggono ogni volta che ci guardiamo allo specchio e che pensiamo alla nostra immagine. Molte diete propongono regimi alimentari basati su un quantitativo ridottissimo di calorie, o peggio ancora sul digiuno ma nessuno ci parla mai del reset metabolico, indispensabile per permettere al nostro organismo di bruciare più calorie e quindi di dimagrire.

risvegliare il metabolismo

Reset metabolico, cos’è

Il reset metabolico è una strategia nutrizionale che ha lo scopo di aumentare il dispendio energetico giornaliero. Per attuarlo potete affidarvi ad un esperto oppure provare da soli a calcolare una dieta inversa, detta anche “reverse diet”, cioè un regime alimentare non ipocalorico che vi aiuti a stabilire qual è la soglia di calorie che potete assumere senza ingrassare. Il reset metabolico funziona solo se all’organismo viene data prima una soglia di calorie superiore al suo fabbisogno e poi si diminuisce gradualmente.

> 7 CONSIGLI PER ACCELERARE IL METABOLISMO

Reset metabolico, come funziona

La domanda di partenza è: con quante calorie mantengo il mio peso stabile? Appuntate per una settimana tutto quello che mangiate e bevete cercando di mangiare correttamente ma senza pensare alla dieta. Aiutandovi con un’app, assegnate ad ogni cibo un quantitativo di calorie e dividete per sette: avrete le calorie giornaliere che avete consumato nel periodo in esame. Se alla fine della settimana di prova il peso è rimasto stabile vorrà dire che quello è il valore calorico con cui si mantiene il peso. Se invece siete dimagriti o ingrassati vorrà dire che quelle calorie per voi sono troppe o troppo poche. Partendo da qui, non vi resta che aumentare gradualmente le calorie che servono a mantenere costante il vostro peso; nella seconda fase, sempre gradualmente, dovrete diminuire le calorie per dare al corpo il segnale del dimagrimento.

> LA DIETA PER RISVEGLIARE IL METABOLISMO

Entrambe le fasi del reset metabolico sono molto lunghe e possono durare anche dei mesi, ecco perché è indispensabile rivolgersi ad un nutrizionista e programmare con lui un piano alimentare adeguato.

Moka perfetta: il modo più tradizionale e autentico di gustare il caffè

Il caffè è uno dei piaceri che gli italiani si concedono ogni giorno. Perché sia veramente un piacere è però importante che il caffè sia buono e preparato a regola d’arte, anche quando lo beviamo a casa. Il metodo più tradizionale per prepararlo è la moka, indispensabile accessorio che ha sulle spalle già 80 anni di vita. Ma è veramente possibile ottenere un buon caffè anche a casa? La risposta è si, a patto di seguire alcune regole, necessarie per fare in modo che la classica tazzina della bevanda più amata dagli italiani sia corposa, cremosa e ricca di aroma.

Le regole d’oro per un caffè eccezionale
Alcune delle regole fondamentali per preparare un ottimo caffè riguardano la moka, che non va trattata come qualsiasi altro utensile da cucina. Come prima cosa è bene evitare di lavare la moka con il detersivo, e meno che mai metterla in lavastoviglie. Dopo aver preparato il caffè con la moka è sufficiente sciacquare l’utensile e riporlo ad asciugare sullo scolapiatti. Con il passare degli anni e l’uso continuo si possono formare dei depositi di calcare, soprattutto nel bollitore della moka. In questo caso è possibile rimuovere le incrostazioni con acqua e aceto, da lasciare in posa anche per qualche ora, per poi sciacquare abbondantemente. Da evitare assolutamente sono i prodotti detergenti di qualsiasi tipo, soprattutto l’anticalcare. Certo poi che la moka deve essere di buona qualità, solo quelle dei marchi storici consentono di preparare un caffè perfetto sotto ogni punto di vista.

L’acqua per il caffè
Non si può fare un buon caffè se non si usa della buona acqua; è anche per questo che in alcune regioni italiane il caffè è più buono. Meglio evitare soprattutto le acque molto calcaree: per chi vive in zone in cui l’acquedotto offre acqua ricca in calcare, è consigliabile utilizzare sempre un’acqua oligominerale in bottiglia. Quando si versa il liquido nella moka è di fondamentale importanza non superare il livello della valvola. Aggiungendo altra acqua si “allunga” la bevanda. Chi ama un caffè più leggero e meno corposo può mettere quindi dell’altra acqua, senza mai eccedere. Se l’acqua è troppa infatti per farla bollire tutta e farla salire nel contenitore superiore si allunga eccessivamente la “cottura” della bevanda, cosa che può portare ad ottenere un gusto eccessivamente amaro e a disperdere gran parte degli aromi tipici del caffè.

Il caffè per moka
Siamo arrivati all’elemento fondamentale per ottenere una perfetta tazzina di caffè: la miscela. Chi ha la possibilità di avere in casa un macinino da caffè, potrà acquistarlo in grani, per macinarlo ogni mattino. Occorre però essere degli esperti, in quanto il clima esterno e l’umidità dell’aria possono modificare il risultato della macinatura. Per questo Pellini propone del caffè macinato di alta qualità, in barattoli da 250 g. Stiamo parlando di miscele già ottimamente calibrate, che permettono di ottenere una bevanda equilibrata sotto ogni punto di vista. E’ impossibile dire quale sia effettivamente la miglior miscela per espresso da fare a casa, in quanto caffè diversi presentano delle proprie sfumature di gusto. Chiaramente ognuno dovrà selezionare la miscela più adatta ai suoi gusti personali e trovare il caffè in polvere perfetto per sè. Perché il caffè sia davvero ben fatto è importante inserire nel filtro la corretta quantità, evitando di pressarlo in modo eccessivo: l’acqua in ebollizione deve passare attraverso ai piccoli granelli, in modo da estrarre correttamente ogni aroma e restituire il gusto unico dei chicchi. Quando si sente il classico rumore del caffè che sale e si vede il liquido che fuoriesce dal fungo superiore della moka, è il momento di spegnere il gas, lasciando che il calore residuo della caffettiera faccia da sé tutto il resto. Una volta “salito” tutto il caffè, prima di suddividerlo nelle tazzine per gustarlo, è importante mescolarlo, per renderne omogeneo il sapore e la consistenza. Non resta altro da fare che assaporarne tutto l’aroma.

La dieta detox da fare prima di Natale

Si avvicina un periodo dell’anno in cui mantenersi in forma sarà molto difficile. Infatti secondo i dietologi, con i pranzi e le cene di Natale e Capodanno si possono prendere addirittura fino a tre chili. E se pensate alle calorie di una fetta di pandoro o di panettone e della frutta secca in quantità industriale non è difficile credere che sia vero. Allora, per riuscire a sopravvivere a queste giornate, è il caso di iniziare con il piede giusto e avvicinarsi al Natale facendo qualche giorno di dieta detox.

I princìpi della dieta detox da fare prima di Natale sono semplicissimi. Si tratta di ridurre drasticamente i carboidrati, limitare il consumo di proteine e puntare tutto sulle verdure e la frutta, insieme a qualche alimento cosiddetto “bruciagrassi” come lo zenzero e la curcuma. Abbandonate il latte e biscotti a colazione per tre giorni e sostituite con un centrifugato di frutta e verdura zuccherato con un cucchiaino di miele. Aggiungete solo due fette di pane integrale. A merenda via con una spremuta di frutta e prima di pranzo un altro centrifugato.

A pranzo solo verdure, ad esempio un passato di verdure e un’insalata di verdure crude condite con limone. Niente olio! Anche a cena vale la stessa regola: zuppa di verdure e insalata condita con un goccio di olio e succo di limone. Durante la giornata potete bere un altro succo di arancia e due tazze di tè verde.

La regola base della dieta detox è consumare alimenti vegetali in abbondanza, ricchi di vitamine, sali minerali e fibre, ma soprattutto ricchi di acqua che, unita all’acqua che dovete bere ogni giorno (almeno due litri) avranno uno stupefacente effetto detossinante. Ai centrifugati aggiungete anche zenzero o curcuma per massimizzare i risultati della dieta detox.

L’importanza di utilizzare un collutorio senza alcool

Utilizzare un collutorio si rivela una prassi fondamentale per il mantenimento di una corretta igiene orale: è in grado, infatti, di eliminare i batteri che vivono all’interno della bocca, mantenendo la cavità orale fresca e pulita ed eliminando i problemi di alito cattivo. Inoltre, il collutorio riesce a raggiungere quelle aree della bocca in cui difficilmente lo spazzolino arriva.

La procedura corretta è quella di utilizzare il collutorio in combinazione con gli altri strumenti per l’igiene orale, quali lo spazzolino e il filo interdentale. Purtroppo diversi collutori contengono alcool: secondo alcuni studi, l’alcool crea irritazione alle mucose e secchezza delle fauci. È pertanto caldamente consigliato l’utilizzo di un collutorio assolutamente privo di alcool e, soprattutto, bisogna stare attenti ad evitarne l’ingestione.

Sono diversi i collutori privi di alcool antibatterici presenti sul mercato: sono facilmente riconoscibili dall’etichetta posta a tergo delle singole confezioni, che ne attesta la mancanza di etanolo. Ciò che conta è sicuramente la serietà professionale delle singole aziende: i collutori Curasept Daycare riescono ad offrire una protezione completa dei propri denti grazie alle proprietà dei tre principi funzionali e quattro oli essenziali.

Il fluoruro di sodio, lo zinco cloruro e lo xilitolo, che agiscono in simbiosi, svolgono una importante azione antiplacca, antibatterica. Aumentano la resistenza strutturale dei denti, catturano le sostanze chimiche ed i gas prodotti dai batteri, che causano il problema dell’alito cattivo, contribuiscono alla remineralizzazione.

I quattro oli essenziali presenti nei collutori Curasept Daycare sono l’Eucaliptolo, il Timolo, il Mentolo, il Salicilato di Metile. Insieme, attaccano la placca e prevengono la formazione del tartaro, svolgendo un’efficace azione purificante, anti-irritante e antinfiammatorio, mantenendo nel contempo l’alito fresco. L’azienda mette inoltre a disposizione collutori Whitening per preservare il colore bianco dei denti, e Sensitive per contrastare il fenomeno della sensibilità dentinale.

Come fare la tisana alla menta fatta in casa

Depurarsi e aiutare la digestione. La tisana alla menta fatta in casa è un toccasana ed è squisita e molto aromatica. Le foglie di menta hanno infatti un forte aroma rinfrescante che lascia in bocca una piacevole sensazione. Ideale per stimolare la digestione, la tisana alla menta è utile anche in caso di raffreddore e tosse perchè aiuta a liberare le vie respiratorie ed ha un leggero effetto balsamico. Inoltre è utile anche a chi soffre di nausea. Il suo elevato contenuto di polifenoli, sali minerali e vitamine la rende la bevanda ideale per migliorare lo stato di salute.

MENTA, USI E PROPRIETA’

Come fare la tisana alla menta

La preparazione della tisana alla menta fatta in casa è molto semplice. Se avete a disposizione le foglie fresche da una piantina aromatica, è meglio. Altrimenti potete utilizzare delle foglie secche da acquistare in erboristeria. Se riuscite a procurarvi una garza di cotone, questa vi servirà per raccogliere le foglie di menta fresche o secche e metterle in infusione. Potete legare il sacchetto sulla sommità con lo spago alimentare e utilizzarlo come si fa con le bustine del tè.

L’OLIO ESSENZIALE DI MENTA PIPERITA E GLI USI COSMETICI

Portate a ebollizione un litro di acqua e preparate 30 grammi di foglie di menta. Mettete la menta in infusione e lasciatela almeno 5-7 minuti. Fate intiepidire la tisana e poi bevetela. Potete anche consumarla fredda ma calda sprigiona molto del suo potere balsamico. Evitate di zuccherare la tisana, al massimo potete usare la stevia.

Dieta disintossicante in 3 giorni, per tornare in forma velocemente

A volte c’è bisogno di ritrovare la forma e sgonfiare un po’ la pancia velocemente. Anche se non si tratta di un rimedio da adottare con costanza, ma solo di un rimedio di emergenza, la dieta disintossicante in 3 giorni potrà aiutarvi a rimetervi in sesto depurando l’organismo dalle tossine, regolarizzando lo stomaco e magari perdendo anche un chiletto o due.

Come regola generale ricordate di bere molto, almeno due litri di acqua al giorno, non scendete mai sotto le 1200 calorie al giorno e create il vostro menu conuna grande prevalenza di verdure, frutta, frutta secca e cereali integrali in dosi minime. Evitate anche bevande zuccherate e abolite i cibi raffinati e zuccherati e tutti i tipi di dolci. Tutti gli spuntini possono essere a base di centrifugati di frutta e verdura o di frutta secca, oppure con una fetta di ananas o una manciata di frutti di bosco.

DIETA DETOX DELL’ESTATE 2017 DI NICOLA SORRENTINO

Dieta disintossicante 3 giorni, menu settimanale

Giorno 1

Colazione: macedonia di frutta mista con un vasetto di yogurt bianco magro e una manciata di fiocchi d’avena integrali.

Pranzo: insalata di verdure miste a piacere, tonno e una patata piccola.

Cena: un piatto di riso integrale (50 gr circa) condito con verdure cotte.

I FALSI MITI DELLA DIETA DETOX

Giorno 2

Colazione: macedonia di frutta mista con un vasetto di yogurt bianco magro e una manciata di fiocchi d’avena integrali.

Pranzo: insalata mista di verdure fresche e una fetta di pane integrale piccola.

Cena: zuppa di fagioli (40 gr di fagioli secchi o 80 gr di fagioli in scatola) con carote e cipolle.

MINI DIETA DETOX: COME PERDERE UN CHILO IN DUE GIORNI

Giorno 3

Colazione: macedonia di frutta mista con un vasetto di yogurt bianco magro e una manciata di fiocchi d’avena integrali.

Pranzo: insalata di verdure crude con gallette integrali di avena.

Cena: un trancio di salmone o di altro pesce (100 gr) con una patata bollita piccola e verdure al vapore.

Dieta: per dimagrire contano anche gli orari dei pasti

Dimmi a che ora mangi e ti dirò se puoi dimagrire. Secondo recenti ricerche scientifiche gli orari in cui consumiamo i pasti principali della giornata, a parità di calorie, influenzano notevolmente le nostre possibilità di dimagrire. L’esperimento è stato condotto da un gruppo di scienziati del Southwestern Medical Center che hanno sottoposto alcuni topolini ad un esperimento dividendoli in due gruppi. Il primo gruppo mangiava ad orari stabiliti solo per 12 ore al giorno. Il secondo gruppo invece aveva il cibo disponibile a tutte le ore.

Solo i topolini del primo gruppo sono riusciti a perdere peso e ad avere i risultati migliori delle analisi al sangue. Dai topolini agli esseri umani, il passo è breve perchè è stato dimostrato che il dimagrimento degli umani è fortemente influenzato dai ritmi cicardiani. Il ritmo cicardiano è quello che regola i periodi di sonno-veglia e che ha forti influenze anche sul metabolismo.

CRONODIETA, DIMAGRIRE ASSECONDANDO I RITMI BIOLOGICI

I cibi, anche in base al loro contenuto, vanno assunti a determinati orari. Ad esempio, i carboidrati andrebbero assunti nella prima parte della giornata e al massimo a pranzo. Le proteine si possono assumere a cena. Inoltre, se si deve scegliere di fare un pasto più abbondante sarebbe preferibile farlo a colazione, quando il metabolismo è più attivo e il senso di sazietà dura più a lungo.

Molte le conferme a questa teoria che potremmo chiamare della “cronodieta“. Ad esempio, secondo uno studio del 2013 le persone che consumano il pranzo dopo le 15 hanno una maggiore tendenza ad ingrassare.

Dieta volumetrica: come funziona e menu settimanale

La dieta volumetrica, frutto dell’idea della dottoressa Barba Roll, è un modo diverso dal solito di intendere l’alimentazione. Generalmente, quando si inizia una dieta si comincia a pesare qualunque alimento ma per la dieta volumetrica non è così.

dieta volumetrica

Dieta volumetrica, come funziona

Il suo funzionamento è molto semplice: si utilizzano cinque ciotole ed un piatto per dosare qualunque tipo di cibo. Le ciotole sono di grandezze variabili a seconda del cibo che contengono. La più grande è quella che deve contenere verdure crude, segue poi la ciotola per le verdure cotte, quella per i carboidrati  (meglio se integrali) e i legumi e quella per la frutta. Per finire c’è anche la ciotolina più piccola, cioè quella che contiene frutta secca o condimenti come l’olio. Nel piatto si dosano invece le proteine animali di carne, pesce e formaggi.

DIETA VOLUMETRICA PER TAGLIARE LE CALORIE MANGIANDO

A ben guardare si tratta di una semplice dieta mediterranea, completa di tutti gli alimenti fondamentali, ma la differenza è che con la dieta volumetrica ci si libera facilmente della schiavitù della bilancia e inoltre, riempiendo per bene ciotole e piatti anche l’occhio ne beneficia, perchè vedendo un piatto colmo di cibo favorisce il senso di sazietà.

Dieta volumetrica menu settimanale

Per ogni giorno della settimana sono previsti 5 pasti al giorno, tre principali e due spuntini. A colazione si buò bere tè o latte scremato, da abbinare a 40 gr di pane integrale con un cucchiaino di marmellata o di formaggio fresco. Gli spuntini sono tutti a base di centrifugati di verdure e tè verde.

Ecco due esempi di menu giornaliero:

Pranzo: orata al forno con pomodori e zucchine; insalata verde mista con indivia, tarassaco, scarola, condita con un cucchiaino di olio extra­vergine d’oliva, erba cipollina, basilico e poco sale
Cena: tacchino al curry e coriandolo; carote con prezzemolo; radicchio condito con un cucchiaino di olio extravergine d’oliva, sale, prezzemolo tritato e succo di limone

Pranzo: pasta integrale con melanzane grigliate, pomodorini pachino, cubetti di mozzarella light; insalata di germogli, carote, finocchio, sedano, condita con un cucchiaino di olio extravergine d’oliva e poco sale
Cena: zucchine stufate con cipolla e aromi, un cucchiaino di olio extravergine di oliva e menta; salmone affumicato in carpaccio servito con un’insalata di valerianella, pomodorini, sedano; una fetta di pane integrale.

Dieta: 5 cattive abitudini da abbandonare subito

Quando si tratta di mangiare sano, e peggio ancora di dimagrire, dopo l’iniziale entusiasmo è facile lasciarsi prendere dallo sconforto e farsi convincere a ricominciare a mangiare come e più di prima. Noi vi suggeriamo una lista di 5 cattive abitudini da abbandonare se volete ritornare a sentirvi in forma  e magari tornare ad indossare quei jeans che non vi entrano più.

Dieta contro ansia e depressione

1. Fare la spesa a stomaco vuoto

Andare al supermercato con un buco nello stomaco vi spingerà a comprare molto più di quello di cui avete realmente bisogno e vi farà venire voglia di mangiare cose poco sane, grasse o caloriche. Il risultato potrebbe essere quello di portarsi a casa tanta roba, buona sicuramente ma forse poco nutriente e soprattutto per niente adatta alla dieta.

LA DIETA PER ESSERE FELICE E SUPERARE LA DEPRESSIONE

2. Fissare obiettivi impossibili

Una dieta normale non affama e non prevede sofferenze atroci. Un buon ritmo di dimagrimento è quello che si aggira sui tre, massimo quattro chili a settimana per chi è in leggero sovrappeso. Se invece vi siete messi in testa di dimagrire sette chili in 4 settimane sappiate che è un obiettivo irreale e pericoloso. Il rischio è che nel tentativo di raggiugerlo facciate seriamente del male alla vostra salute.

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3. Mangiare velocemente

Divorare il pranzo in 5 minuti è un grandissimo errore. Lo stomaco, masticando in fretta, non manda correttamente il segnale del senso di sazietà perchè il cervello non riesce a capire quanto e cosa si sta mangiando. Abituatevi invece a posare le forchette dopo ogni boccone e a rallentare la masticazione del cibo.

5 MITI DA SFATARE SULLA DIETA MEDITERRANEA

4. Avere orari irregolari

Una dieta che funzioni deve essere regolare. Questo significa che i pasti devono essere fatti più o meno agli stessi orari, con spuntini regolari tra un pasto principale e l’altro. Regolarizzate il vostro stile di stile e la dieta ne beneficierà. Inoltre non saltate mai i pasti, neanche se vi sembra di non avere fame.

5. Usare piatti troppo grandi

Se dovete mangiare due fette di pette di pollo e un’insalata scegliete un piatto più piccolo in modo che la porzione sembri più abbondante. Nella dieta anche l’occhio vuole la sua parte e un piatto semivuoto, anche se in realtà è ricco, vi darà sempre l’impressione che avete mangiato troppo poco.

3 cibi che aiutano a sgonfiare la pancia

Cattiva digestione, stitichezza, sensazione di gonfiore addominale. Può capitare di sentirsi così e spesso mangiare, anche se non si fanno eccessi, peggiora soltanto la situazione. A parte abbandonare le cattive abitudini che possono aumentare il gonfiore addominale – come masticare chewing-gum, bere bibite gassate e usare dolcificanti – ci sono alcuni cibi che i dietologi consigliano per un addome piatto e per sgonfiare la pancia.

1. I vegetali

PANCIA PIATTA CON LA DIETA DEGLI ASPARAGI

In tutte le diete i vegetali sono fondamentali per aiutare la digestione con le loro fibre e perchè sono alimenti molto nutrienti. Non ci sono ortaggi consigliati, o fortemente sconsigliati, ma sicuramente verdure come il finocchio possono aiutare a ridurre il senso di gonfiore. Riguardo alla frutta invece, meglio evitare di consumarla dopo i pasti e preferirla solo a merenda.

LA DIETA PER LA PANCIA PIATTA DI ROSANNA LAMBERTUCCI

2. Carboidrati integrali

La scelta dei giusti carboidrati può aiutare molto il nostro benessere addominale. Sì ai cereali integrali, pasta e riso integrale, ma anche orzo e kamut. Evitate gli zuccheri e le farine raffinate e alternate alimenti integrali con alimenti semi -integrali per ottenere i massimi benefici per l’intestino.

COME AVERE LA PANCIA PIATTA IN DUE GIORNI

3. Tisane per una pancia piatta

Bere molto, idratarsi correttamente, è fondamentale per avere una pancia piatta. Le tisane ci possono aiutare molto ad aumentare l’introito quotidiano di liquidi. Per sgonfiare la pancia l’ideale sono le tisane e gli infusi a base di semi di finocchio, liquirizia, tarassaco, anice, menta piperita e tè verde.

Carenza di sali minerali: come migliorare l’assorbimento

I sali minerali sono sostanze indispensabili per la salute dell’organismo, per le funzioni nervose, per l’accrescimento di ossa e muscoli e per la produzione di energia. I macroelementi sono quelli presenti nel nostro corpo in misura maggiore e si tratta di calcio, fosforo, magnesio, sodio, potassio, cloro e zolfo. Microelementi sono quelli presenti in tracce o piccole quantità e si tratta di ferro, zinco, rame, iodio, selenio, cobalto, manganese, nichel ed altri.

Dall’alimentazione troviamo un ottimo supporto per l’introduzione dei sali minerali necessari ai processi del nostro organismo ma cosa fare in caso di carenza di sali minerali?

Carenza di sali minerali, sintomi

Alcuni tra i sintomi più comuni della carenza di sali minerali sono anoressia, nausea, vomito, aritmie e debolezza. Casi molto gravi di carenze di minerali possono portare anche a rachitismo, osteoporosi, demineralizzazione delle ossa e coma. Anche la mancanza dei microelementi essenziali (ferro, rame, zinco, fluoro, iodio) può avere gravi conseguenze come anemia, sclerosi multipla, nanismo e fragilità delle arterie. In caso di carenze, ad esempio perchè si pratica intensamente attività sportive che aumentano la sudorazione, stress o di difetti di assimilazione possono essere assunti gli integratori di sali minerali.

I 10 ALIMENTI PIU’ RICCHI DI SALI MINERALI

Assorbimento dei sali minerali

Uno dei problemi quando si assumono gli integratori è capire qual è il reale assorbimento dei sali minerali nel nostro organismo. Moltissimi di loro infatti possono essere esplulsi facilmente, senza essere assimilati, anche solo urinando.

ALIMENTI CHE CONTENGONO VITAMINE E SALI MINERALI

Ecco allora alcune utili indicazioni:

  • il calcio è assorbito più facilmente in presenza di vitamina D.
  • l ferro più disponibile all’assorbimento si trova nel pesce, nella carne e in alcuni vegetali, mentre quello presente nelle uova e nei derivati del latte è più difficilmente assimilabile.
  • alcune sostanze, come gli antiacidi, possono ostacolare l’assorbimento del fosforo, mentre frutta, verdura e cereali limitano l’assimilazione dello zinco.
  • non tutti i tipi di magnesio sono facilmente assimilabili. In linea generale, i sali di magnesio meglio assorbiti sono quelli in cui il minerale si trova legato a composti organici (gluconato, aspartato, piruvato, malato, citrato, pidolato, lattato, orotato).