Una dieta paterna troppo ricca di grassi espone le figlie al rischio di diventare diabetiche. A dimostrarlo è uno studio condotto presso la University of New South Wales (in Australia) i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature. Lo studio, coordinato dalla dottoressa Margaret J.Morris, si è svolto su un campione di cavie da laboratorio le quali sono state suddivise in due gruppi: ad uno sono stati somministrati cibi ad alto contenuto di grassi mentre il secondo, il gruppo di controllo, seguiva un’alimentazione normale.
Com’è facile immaginare i topi del primo gruppo sono aumentati di peso ed hanno cominciato a mostrare i primi segni del diabete. Quello che ha sorpreso i ricercatori è stato scoprire che gli esemplari femmine generati da maschi in sovrappeso erano più propense a sviluppare il diabete anche se normopeso rispetto a quelle nate da maschi non obesi. Le loro cellule pancreatiche, responsabili della secrezione di insulina, si comportavano infatti in modo anomalo e circa 600 dei loro geni mostravano alterazioni.
In particolare, l’attenzione dei ricercatori si è concentrata sul gene II13ra2, che nella progenie di sesso feminile dei topi obesi risultava maggiormente attivo a causa della rimozione di alcuni gruppi chimici indotta, ritengono gli studiosi, proprio dalla dieta paterna ricca di grassi. Già alcuni studi condotti in precedenza avevano mostrato come l’alimentazione materna influisca sulla futura salute dei figli, questo è il primo studio che chiama in causa la dieta paterna, anche se naturalmente i ricercatori australiani devono ancora dimostrare che lo stesso meccanismo sia presente nel genere umano.