Sicuramente il fegato è un organo centrale del metabolismo. E’ deputato alla trasformazione e all’immagazzinamento dei principi nutritivi (carboidrati, proteine e grassi) introdotti con la dieta, alla detossíficazione delle sostanze nocive e alla loro trasformazione in prodotti di scarto. Questi ultimi vengono poi immessi nella bile, attraverso la quale raggiungono l’intestino per essere eliminate. Tra i segnali iniziali di un sovraccarico del fegato possono esserci stanchezza, sonnolenza, sbadigli frequenti, pigrizia, umore depresso.
Il peso può essere normale (ma poco alla volta inizia ad aumentare) oppure si avverte un gonfiore diffuso. In seguito, si modifica l’attività intestinale, con alterazioni dell’aspetto delle feci o della frequenza delle evacuazioni (stipsi e/o diarrea, anche alternate). La pancia è tesa e dolente e può esserci steatosi (accumulo di grasso nel fegato), aumento del livello di colesterolo nel sangue, aumento delle transaminasi.
Se ti “pizzichi” l’addome, senti i tessuti “mollicci” e si forma un’evidente plica di grasso. Il cardo mariano (Silybum marianum) è una pianta della famiglia delle Compositae, originaria del bacino del Mediterraneo e molto diffusa anche nei prati comuni. Dal suo frutto viene ricavato l’estratto secco, ricco di una sostanza denominata silimarina. Questa possiede una valida azione protettiva sulle cellule del fegato nei confronti dei danni dovuti a sostanze tossiche ingerite con l’alimentazione (per esempio, l’alcol, i grassi animali). Inoltre il cardo mariano stimola la produzione di nuove cellule epatiche nel caso in cui siano state danneggiate.
Diversi studi hanno dimostrato che l’estratto di cardo mariano riduce le transaminasi nel sangue, cioè gli enzimi del fegato che aumentano quando quest’organo è sovraccarico (abuso di alcolici, diete ricche di grassi, fritti e farine bianche). Come assumerlo: per un’azione depurativa e disintossicante si consiglia l’assunzione di una capsula di estratto secco di cardo mariano due volte al giorno, circa 30 minuti prima di pranzo e cena.
Le controindicazioni: il cardo mariano va evitato da chi soffre di calcolosi biliare, perché – stimolando molto il fegato – potrebbe scatenare una colica. Il cardo mariano risulta ancora più efficace quando lo associ a un’alimentazione ricca di vitamina C: a dicembre la,trovi soprattutto in cavolo, verza, cavolini di Bruxelles, arance.
Per 15 giorni, quindi, prima di pranzo mangia una piccola insalata preparata con questi vegetali affettati finemente e conditi con olio d’oliva e succo d’arancia. Ricorda anche di bere acqua minerale solforata o bicarbonata non frizzante, che aiuta la funzionalità epatica. In questo modo purifichi il fegato e alleggerisci la digestione. Annulli il senso di tensione e pressione nella pancia, in corrispondenza della zona del fegato. Già dopo 7 giorni riduci la circonferenza-fianchi. Dai più tono alla pelle e al tessuto sottocutaneo.