Cinque a uno: è il rapporto ottimale tra omega 6 e omega 3. Dieci a uno: questa invece la proporzione reale tra i due nutrienti assunti con un’alimentazione standard. Secondo ricerche americane lo squilibrio è legato a un maggior consumo di cereali e di oli di mais, girasole e soia, ricchi di omega6. Avverte Giuseppe Fatati, responsabile del Servizio Dietologico dell’Azienda Ospedaliera di Terni
«Bisogna fare attenzione soprattutto alle margarine e ai prodotti che le contengono, come dolci da forno e cracker. Perplessità anche nei confronti delle fonti ittiche di omega-3 dal momento che i pesci dei Mediterraneo, di cui non si conoscono gli effettivi contenuti, potrebbero essere più poveri di questi elementi rispetto agli esemplari dei mari freddi».
La relazione squilibrata tra i due gruppi di acidi grassi polinsaturi espone al rischio di malattie cardiocircolatorie e della pelle, di infiammazioni delle articolazioni e di altri disturbi. Lo stato di salute viene influenzato dal genere di acido grasso prevalente in quanto gli omega-6 e gli omega-3 si comportano, a livello cellulare, come se fossero in competizione. I primi partecipano alla costruzione e alla funzionalità delle membrane cellulari e di composti ormonali, come le prostaglandine, per cui aiutano a controllare le reazioni infiammatorie e l’aggregazione delle piastrine e a mantenere la pelle elastica e giovane.
L’eccesso di queste sostanze, soprattutto di acido arachicionico, vasocostrittore, può incrementare la formazione di trombi nel sangue e di acidi biliari nell’intestino, la pressione arteriosa, le allergie e la proliferazione cellulare, mentre fa diminuire il livello di colesterolo HDL. Gli omega-3 riducono i trigliceridi e il colesterolo nel sangue e prevengono i problemi dell’apparato cardiovascolare e del sistema nervoso. In più migliorano la memoria e la visione. Consiglia lo specialista
«Per riequilibrare, oltre alle due o tre porzioni di pesce alla settimana raccomandate, occorre consumare oli vegetali con acidi grassi monoinsaturi, in pratica d’oliva e d’arachidi. I vantaggi si ottengono con una dieta costituita da prodotti freschi, stagionali e dei territorio, che assicurano buone percentuali di omega-3».
Un’eccessiva assunzione di cibi con grassi saturi, come panna e burro, o di carboidrati provoca un maggior fabbisogno di acidi grassi insaturi che dovrebbero sempre essere abbinati agli antiossidanti (vitamine A, C ed E, zinco e selenio).