Come combattere e soprattutto arrestare il problema dell’obesità? È una domanda che ci siamo posti spesso noi di Dietland e che si pongono quotidianamente gli esperti di tutto il mondo. Purtroppo la situazione è molto grave e complicata. Si devono assolutamente predisporre delle politiche per fermare la diffusione di questa malattia che potrebbe nel 2030, secondo Lancet, toccare una persona su due in Inghilterra e negli Stati Uniti.
L’altro giorno abbiamo parlato di questa donna che desidera arrivare a pesare più di 700 chili per essere la “più grassa del mondo”. Un esempio tremendo, quanto triste, che però è anche il ritratto di una società che ha perso di vista le cose veramente importanti. Secondo le stime citate prima, gli obesi in Usa potrebbero passare dal 32% al 50%, e Oltremanica dal 26% al 46%. Ciò non significa solamente avere un esercito di persone fuori misura, ma fare i conti con persone che si ammaleranno gravemente nel corso della vita diventando un pericolo per sé e un costo per la società.
Quali sono le strategie ipotizzate? Steven Gortmaker, docente dell’Harvard School of Public Health, ha analizzato 20 proposte raccolte negli anni ed è emerso che di queste solo 8 sono realmente efficaci. Ha sicuramente promosso la tassa sul cibo spazzatura, le restrizioni al marketing destinato ai bambini e la diffusione di programmi scolastici finalizzati a promuovere il cibo salutare. È importantissimo educare le nuove generazioni, soprattutto quelle che hanno ancora una taglia “piccola”. È più facile non ingrassare che dimagrire. Tant’è che ha ipotizzato quest’idea:
La tassa di un cent a oncia sulle bevande zuccherate in California potrebbe garantire entrate per 1,5 miliardi di dollari l’anno, ridurre il tasso di obesità e i costi legati alle malattie e alla perdita di salute. Allora perché non introdurla? Forse perché c’è un’industria da 50 miliardi di dollari che si oppone.
Ovviamente si tratta di una bella provocazione che ha sollevato parecchie polemiche. Dall’altra parte, quella delle industrie, si sostiene che non sia il caso di introdurre una fat tax quanto sia meglio lavorare sulla composizione dei cibi, riducendo gli zuccheri, il sale e le calorie. Sarà davvero sufficiente? Non ci resta che continuare a seguire il dibattito per capirlo.