I semi di arachide, noti anche come noccioline americane, sebbene molto calorici e ricchi di grassi (soprattutto acido oleico) rappresentano un alimento molto valido sotto il profilo nutrizionale: contengono infatti discrete quantità di proteine, fibre, minerali quali zinco, magnesio, potassio, fosforo, manganese, rame e vitamine; sono inoltre privi di colesterolo e contengono modeste quantità di sodio, a meno di non essere salati dopo la tostatura, vantano un buon contenuto di polifenoli (soprattutto resveratrolo), utilissime sostanze antiossidanti, e rappresentano un’ottima fonte di coenzima Q10 al pari di soia e spinaci.
Tuttavia, il loro elevato apporto calorico (596 kcal per 100 grammi di prodotto), unito al considerevole contenuto di grassi, ne rende consigliabile un consumo moderato nell’ambito di una dieta ipocalorica e in caso di ipertrigliceridemia. Infatti, anche se si crede piuttosto difficile arrivare a consumare 100 grammi di arachidi in un solo pasto, occorre tener presente che quando queste sono accompagnate da una bibita fresca o da un aperitivo si può arrivare a trangugiarne quantità considerevoli.
Lo stesso vale per il loro derivato più goloso, ovvero il burro di arachidi alimento comunque pochissimo diffuso in Italia, al contrario di quanto accade negli Stati Uniti, ottenuto dalla macinazione dei semi che vengono salati, ridotti in crema e addizionati con stabilizzanti e oli vegetali parzialmente idrogenati che ne fanno un vero e proprio nemico di linea e salute. Diverso invece è per l’olio di semi di arachidi, che è invece particolarmente indicato per la frittura grazie al suo punto di fumo notevolmente inferiore a quello dell’olio di oliva.
Infine, è noto come le arachidi siano un alimento allergizzante; sembra infatti che l’allergia alle arachidi sia la più diffusa dopo quella a latte e uova. Questo perchè i semi di arachidi contengono tre allergeni, le proteine Ara h1, Ara h2 e Ara h3, che rimangono attivi anche dopo la tostatura.