Guardarsi allo specchio è un gesto quotidiano. Lo si fa per abitudine, per vanità o semplicemente per necessità. Ma quanto l’esporci davanti alla nostra immagine condiziona la nostra autostima e di conseguenza il nostro peso? Se eliminassimo gli specchi dalla nostra vita, non sarebbe decisamente meglio?
La provocazione arriva dagli Stati Uniti dove una giovane blogger (il suo sito è The Beheld) ha inventato una terapia per l’anima e la linea. Lei si chiama Autumn Whitefield-Madrano e la sua filosofia Mirror fasting. In che cosa consiste? Evitare di guardarsi allo specchio, se non velocemente di prima mattina. Non è un invito a trascurarsi o a non stare attenti al proprio aspetto, ma evitare di dare troppa importanza alle apparenze.
La vita non è fatta solo di cose (o persone) esteticamente belle o brutte. Nel nostro quotidiano siamo troppo impegnati a portare avanti l’immagine che la sostanza di quello che siamo veramente. E allora i capelli devono essere perfetti, non ci devono essere fianchi arrotondati, il make up deve sempre essere impeccabile e via così.
Il Mirror fasting, ovvero il digiuno degli specchi, potrebbe essere la soluzione al problema. E lo sostiene anche una ricerca pubblicato sul Behaviour Research and Therapy che riguarda le donne britanniche. È emerso che si guardano circa 38 volte al giorno. Ma c’è di più perché su mille adolescenti circa 660 hanno dichiarato di voler dimagrire, mentre il 10 percento di voler ricorrere alla chirurgia estetica.
Questa filosofia sta scatenando una serie di reazioni molto interessanti. The Naked Face Project ha lanciato un’iniziativa per mettere al bando il trucco e la cura del corpo, per ovviamente far emergere le qualità interiori. Inoltre, eliminare cosmetici, parrucchieri e trattamenti di vario genere permette un risparmio base di almeno 300 euro e in tempo di crisi non è male.
Come vive Autumn Whitefield-Madrano tutto questo gran vociare sul suo Mirror fasting?
Non mi rendevo conto che ormai usavo lo specchio come una sorta di zattera nella mia vita quando le cose andavano male ed era solo un modo per spostare l’attenzione.
Poi però ammette, che tiene ancora uno specchietto in tasca.
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