Il segreto della forma fisica di Kim Kardashian? La dieta Atkins

dieta atkins

Vi siete chiesti come ha fatto Kim Kardashian a ritrovare una forma fantastica dopo il parto? Grazie alla dieta Atkins. La bella Kim, che era ingrassata di quasi trenta chili durante la gravidanza, si è mostrata nei giorni scorsi in tutto il suo splendore e con un corpo che non lasciava immaginare la recente gestazione. Tutto merito della dieta Atkins, dunque? La Kardashian dice di sì, ovviamente accompagnata da un severo programma di allenamento.

La nascita della piccola North è avvenuta lo scorso 15 giugno ma per mesi Kim Kardashian non è stata vista in giro e non aveva più partecipato neanche ai vari reality che la vedevano protagonista; il motivo era semplice: oltre a dedicarsi alla figlia e al compagno Kanye West, la Kardashian voleva rimettersi in forma e perdere i trenta chili acquistati durante la gravidanza.

La bella Kim ce l’ha fatta: è tornata in forma e affascinante come sempre. Merito della dieta che ha seguito in questi mesi, ovvero la Atkins, un regime alimentare dimagrante iperproteico, basato sull’assunzione di proteine magre, grassi sani e pochi carboidrati.

In pratica, i cibi vietati dalla dieta Atkins sono pasta, pane, riso, biscotti, legumi secchi, dolci e alcool, mentre sono consentiti carne, pesce, formaggi, uova e olio. Questa dieta si articola in quattro fasi e in quelle finali è possibile reintrodurre, seppur in dosi molto ridotte, i carboidrati.

A dichiarare l’ammirazione per questa dieta è la stessa Kardashian dal suo Twitter:

Sto seguendo la dieta Atkins e la amo.

Kim Kardashian non è la prima star di Hollywood ad essere una sostenitricedi questa dieta nata negli anni Settanta negli Stati Uniti, l’hanno seguita anche Rihanna, Sharon Osbourne, Jennifer Aniston, Demi Moore e Catherine Zeta-Jones.

Ovviamente, accanto al regime alimentare iperproteico, la Kardashian ha abbinato un severo allenamento fisico che, insieme alla dieta Atkins le ha permesso di ritornare in splendida forma.

 

Photo Credit | Thinkstock

 

Condividi l'articolo: