Allarme kebab: secondo uno studio conterrebbe scarti di macelleria

Kebab

Brutte notizie arrivano dall’Inghilterra per chi ama il kebab e non si tratta del solito allarme sull’eccesso di calorie che contiene ma sulla sua composizione: un’indagine condotta da un team di esperti ha rivelato che questo prodotto conterrebbe una serie di scarti di macelleria non indifferenti e, soprattutto, non propriamente salutari e adatti all’alimentazione.

Prendendo sempre tutto con il beneficio del dubbio e senza creare allarmismi di sorta, secondo i risultati di un’indagine condotta in Inghilterra, il kabab conterrebbe scarti di macelleria quali polmoni, cuore, lingua, ossa e occhi e molto grasso animale. L’analisi è stata condotta da un team di scienziati e di nutrizionisti che, oltre a valutare le calorie contenute nel kebab delle quali, tra l’altro, ci eravamo occupati anche noi qualche tempo fa, ha preso in esame la composizione della carne.

Secondo gli esperti più del 50 per cento dei kebab contiene carne diversa da quella di vitello o di pollo della quale generalmente si pensa che siano fatti, ovvero un mix di carne di tacchino, pecora e addirittura maiale. Ma la cosa allarmante è che nel 9 per cento dei casi gli esperti non siano riusciti a individuare chiaramente quale fosse la carne utilizzata e che vi abbiamo trovato anche tracce di scarti di macelleria.

A parte la composizione, gli esperti hanno ricordato che un kebab contiene tra il 98 e il 277 per cento della quantità giornaliera di sale accettabile: oltre questa quantità la nostra salute è a ricschio. Inoltre, ogni kebab contiene tra le 1000 e le 1990 calorie senza contare le eventuali salse, patatine fritte e altri condimenti; a ciò bisogna aggiungere che contiene ben oltre la quantità di grassi saturi che una persona può assumere al giorno e che, in quasi tutti i kebab analizzati, gli esperti hanno riscontrato alcuni batteri.

Insomma: è proprio il caso di dire che in questo studio ce n’è abbastanza per gettare nello sconforto tutti gli amanti del kebab.

 

[Fonte]

 

Photo Credit | Thinkstock

 

 

Condividi l'articolo: