Un’altra psicosi sta monopolizzando le nostre tavole. Non è la prima volta che un virus, in questo caso un batterio, modifichi l’alimentazione delle persone, per paura, per difesa o semplicemente perché non si sa che cosa mangiare. La selezione “naturale” è toccata ai cetrioli e la colpa è di quello che è stato soprannominato il batterio killer. Secondo l’ Eurobarometro, un cittadino europeo su tre (il 35 per cento) evita di acquistare quei prodotti che possono essere “incriminati”. Oggi succede al cetriolo, quello che qualche anno fa è accaduto alla carne di pollo.
A diffondere questo dato è la Coldiretti che sta cercando di tenere controllate le reazioni delle persone, soprattutto degli agricoltori che potrebbero buttare tonnellate di cetrioli, ma anche di altra frutta e verdura, tutta coltivata e raccolta in Italia. E quindi sicura.
Purtroppo l’epidemia di questo particolarissimo tipo di Escherichia Coli è stata attribuita a una partita di cetrioli spagnoli. Poi il dito è stato puntato contro le feste nel porto di Amburgo e poi al ristorante Lubecca. Risultato? Panico ovunque. Insomma, per l’Europa questa situazione proprio non ci voleva, perché negli ultimi 10 anni è stato davvero un incubo. Prima la mucca pazza, poi l’aviaria, dopo il latte cinese alla melamina e la diossina tedesca. Ma non è tutto. Magari i meno informati si saranno, infatti, fatti scappare il grano canadese contaminato dall’ocratossina e olio di semi ucraino contaminato da idrocarburi.
Tra l’altro questa psicosi da Escherichia Coli potrebbe ora colpire anche la carne, perché, secondo gli esperti, si trova abitualmente nell’intestino dei bovini. Insomma, l’hamburger o una bistecca al sangue potrebbero diventare pericolosi? Chi lo sa. Questa tesi è sostenuta da Donato Greco, epidemiologo dell’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità), che tra le tante cose esclude che l’epidemia possa essere dovuta all’acqua contaminata o alla frutta e alla verdura.