Problemi di ipertensione? Sono moltissime le persone che devono fare i conti con la pressione alta. Per loro però ci sono buone notizie, perché bere succo d’arancia potrebbe aiutarli a mantenere bassa la pressione e a migliorare l’elasticità dei vasi sanguigni. Il merito sembra essere dall’esperidina, un flavonoide contenuto nella polpa e nella buccia degli agrumi.
A sostenere questa tesi è uno studio del French National Institute for Agricultural Researh che ha verificato le proprietà di questo particolare flavonoide in grado di ridurre l’ipertensione.
Per giungere a questa tesi, i ricercatori hanno analizzato un gruppo di uomini tra i 50 e i 65 anni in sovrappeso. Per i test, i volontari sono stati divisi in tre: il primo gruppo ha assunto mezzo litro di succo d’arancia al giorno; il secondo una bevanda addizionata l’esperidina, il terzo un banale placebo, in questo caso una bevanda in cui non vi erano tracce del flavonoide.
Dopo un periodo di prova durato quattro settimane, i volontari che avevano assunto l’esperidina, sia tramite il succo d’arancia che attraverso l’integratore, avevano una pressione sanguigna significativamente ridotta rispetto a chi aveva bevuto la bevanda placebo. Ma c’è di più, perché mantenere bassa la pressione non permette anche di migliorare la salute del cuore. Invece, dopo quest’integrazione, le persone hanno mostrato un significativo miglioramento nell’elasticità dei vasi sanguigni. L’effetto protettivo del succo d’arancia sarebbe dovuto quindi proprio all’esperidina.
Questa tesi trova conferma anche in un altro studio, stavolta condotto in un centro di ricerca cardiologica statunitense, la Cleveland Clinic Foundation. Gli esperti hanno comparato, in 24 pazienti con problemi alle coronarie e ipertensione controllata, gli effetti di una bevanda alla vitamina C con succo d’arancia, di normale succo e di un succo “rafforzato” con vitamina C ed E. Tutti i drink a base di arancia avevano abbassato la pressione arteriosa. È ovvio che se da un lato dà grandi benefici, può essere poco tollerato da chi soffre di acidità gastrica.
[Fonte: Riza]