Grassi saturi buoni e dove trovarli

Parlare di grassi saturi buoni sembra essere un controsenso, dato che al nostro organismo i benefici sono apportati dai grassi insaturi. Eppure alcuni di essi potrebbero non essere, in piccole quantità, pericolosi.

Esistono grassi saturi definibili buoni?

Almeno questo è ciò che si evince dalla posizione di alcuni nutrizionisti che hanno preso in analisi questo tipo nutriente. E che hanno sottolineato come in realtà la questione potrebbe cambiare in base alla tipologia e alle quantità.

Partiamo però prima di tutto dallo spiegare cosa sono i grassi saturi. Questi si trovano principalmente in alimenti come latticini interi, alimenti trasformati, salumi e carni grasse ma anche nell’olio di palma e nell’olio di cocco. Il vero problema consta nel fatto che un loro consumo eccessivo possa essere associato a un aumento dei livelli di colesterolo cattivo.

Qualcosa che potrebbe rappresentare un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Soprattutto per via della sua capacità di accumularsi nelle arterie. Il problema del loro consumo è anche legato al fatto che creano problemi per quel che concerne la risposta dell’organismo all’insulina.

Favorendo lo sviluppo dell’insulino-resistenza e aumentando il rischio della comparsa di malattie come obesità e diabete. Non solo: possono anche interferire con la produzione di alcuni ormoni come il cortisolo e favorire uno stato generale di infiammazione del corpo.

Bisogna valutare e selezionare con attenzione

Una vera e propria tragedia. Come è possibile allora pensare che esistano dei grassi saturi buoni? In realtà come già anticipato dipende dalla tipologia e dalle quantità. Un esempio ne sono i grassi saturi presenti all’interno del cocco, perché possono essere sfruttati come fonte di energia immediata tanto quale come quelli del cioccolato fondente. Allo stesso tempo i grassi saturi delle carni di animali che sono alimentati con erba presentano un profilo di acido grasso migliore.

Insomma, si tratta di fare una giusta selezione per quel che riguarda la loro origine se si vuole sfruttare la loro “potenziale” utilità. E questo significa quindi scegliere degli alimenti che generalmente, per le loro caratteristiche, sono considerati buoni e che contengono anche questa tipologia di grasso. Pensiamo al salmone, al cioccolato fondente, anche all’olio di cocco e al cocco stesso.

Tutto sta nella giusta gestione di ciò che mangiamo, unito a uno stile di vita che ci consenta eventualmente di abbattere i rischi che il consumo potenzialmente porta con sé. Come sempre ci vuole misura e ovviamente, per esser sicuri di stare bene, conviene seguire una dieta il più possibile sana e ricca di frutta e verdura.

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