Ginkgo Biloba, proprietà ed effetti collaterali

Il Ginkgo Biloba è tra le primissime piante comparse sulla terra, oltre che essere la più longeva. Originaria dell’estremo Oriente, è una miniera di principi attivi, che si trovano nelle foglie dalla tipica forma a ventaglio, mentre la polpa e i frutti sono tossici. Il Ginkgo ha innumerevoli proprietà benefiche, ma anche qualche controindicazione a cui è necessario prestare attenzione.

Proprietà curative del Ginkgo Biloba

Le foglie di questa pianta antichissima, non a caso definita da Darwin un fossile vivente, sono ricche di flavonoidi come kampferolo, quercitina, isoramnetina, acido cumarico, catechine, proantocianidine ecc., di derivati terpenici (o ginkgolidi) e di acidi ginkgolici. I flavonoidi, grazie alla loro azione antiossidante, giocano un ruolo estremamente importante nel benessere dell’organismo, poiché contribuiscono a neutralizzare i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento precoce e di diverse patologie degenerative, nonché alcune forme tumorali.

I flavonoidi, inoltre, esercitano un effetto positivo anche a livello della rete capillare, aumentando il tono della parete vasale e diminuendo la permeabilità. Per questo motivo, infatti, gli estratti di Ginkgo sono utilizzati nei disturbi della circolazione periferica come ritenzione idrica, vene varicose e cellulite.

I derivati terpenici, invece, svolgono un’azione nutritiva a protettiva sui neuroni della corteccia cerebrale, migliorando le capacità mentali e ostacolando il declino della memoria e dell’attenzione. Per questa ragione viene impiegato anche come preventivo della demenza negli anziani e del Morbo di Alzheimer. Inoltre, il Ginkgo è in grado di inibire l’aggregazione piastrinica, di ridurre la liberazione di istamina, nonché di contrastare il restringimento dei bronchi.

Come si usa il Ginkgo Biloba

Il Ginkgo si utilizza sottoforma di estratti standardizzati (al 22-27% in flavonoidi ed al 5-7% in derivati terpenici), e si trova in capsule, gocce o anche compresse. La posologia, solitamente, viene indicata sulle confezioni. Per gli estratti standardizzati al 22-27% in flavonoidi ed al 5-7% in derivati terpenici, il dosaggio va dai 120 ai 240 mg al giorno, in 1 o 2 somministrazioni, preferibilmente al risveglio e lontano dai pasti. Si acquista in farmacia o in erboristeria e si consigliano cicli di 3-4 mesi, intervallati da 20 giorni di pausa.

L’estratto di Ginkgo Biloba viene impiegato con successo anche nella preparazione di creme cosmetiche per la regolarizzazione della secrezione sebacea, e in caso di pelle secca e devitalizzata. Grazie alla spiccata azione antiossidante, aiuta a proteggere la pelle dallo stress ossidativo ed esercita un’azione di stimolo a livello del turnover epidermico.

Questa pianta, inoltre, è eccezionale non soltanto per il viso, ma anche contro la cellulite, un inestetismo cutaneo tra i più odiati e temuti dalle donne, causato da un’alterazione dei tessuti sottocutanei. L’estratto di Ginkgo, infatti, migliorando il flusso sanguigno delle arterie e dei capillari, favorisce la riduzione del ristagno dei liquidi e dell’accumulo di scorie metaboliche.

Tutt’ora sono allo studio le sue proprietà riguardanti il trattamento della sindrome premestruale e in particolare della disfunzione erettile causata dall’assunzione di farmaci antideprtessivi, grazie alla sua capacità di aumentare afflusso di sangue alla micro-circolazione.

Effetti collaterali, precauzioni e interazioni

L’ingestione dei frutti e dei semi provoca reazioni allergiche e disturbi a livello dell’apparato respiratorio, circolatorio e digerente. Sopratutto i semi possono provocare gravi intossicazioni alimentari, nonché la perdita di coscienza e la comparsa di convulsioni.

Del Ginkgo, non si conoscono particolari effetti collaterali, tuttavia, a scopo cautelativo, le linee guida del Ministero della Salute, ne sconsigliano l’uso in gravidanza, durante l’allattamento e agli emofilici. I principali effetti indesiderati sono un senso di malessere generale, diarrea, disturbi gastrointestinali ed emicrania.

Inoltre, aumenta l’effetto di anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici, antidepressivi, diltiazem e nifedipina. Riduce l’azione di antiepilettici, beta bloccanti e nicardipina. In associazione a fluoxetina e buspirone dà disturbi psichici e può indurre lo stato comatoso se abbinato ad alte dosi di trazodone.

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