La frutta secca, regina indiscussa delle festività natalizie oramai lontane, è un toccasana per il cuore e per le arterie, ma è anche un’alleata preziosa contro i tumori e il diabete. A sostenerlo, sono un gruppo di ricercatori del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, ma anche uno studio dell’American Association for Cancer Research.
Il team di studiosi americani, infatti, durante la conferenza Experimental Biology 2011 che si è tenuta a Washington D.C., ha dimostrato non solo che i pistacchi sono meno calorici di quanto generalmente si creda, ma sono anche in grado di ridurre il rischio di sviluppare patologie a carico del sistema cardiovascolare, e secondo i ricercatori basterebbe una porzione di pistacchi (43-85 grammi) al giorno.
Inoltre, dei grassi contenuti nei pistacchi, di cui il 90% sono monoinsaturi che hanno effetti benefici, solo una piccola parte viene assorbita dall’organismo.
Il gruppo di studiosi, ha esaminato 16 persone adulte e in condizioni di salute ottimali, a cui è stato chiesto di seguire un regime alimentare, che prevedesse il consumo di pistacchi nella misura di 30 grammi al giorno.
I risultati emersi dall’esperimento, hanno dimostrato come il valore energetico di una porzione di pistacchi fosse inferiore del 5,9% rispetto a quanto generalmente calcolato, vale a dire circa 160 calorie ogni 30 grammi.
Il ricercatore David Baer ha spiegato che:
Lo studio dimostra che il grasso contenuto nei pistacchi non viene completamente digerito o assorbito, pertanto questi frutti risultano dotati di un valore energetico più basso rispetto a quanto stimato in precedenza.
Inoltre, il pistacchio, essendo ricco di una particolare forma di vitamina E chiamata gamma-tocoferolo, aiuta a ridurre sensibilmente il rischio di tumore ai polmoni.
Secondo un’altra ricerca dell’American Association for Cancer Research, invece, il pistacchio sarebbe un’arma molto efficace contro i radicali liberi grazie alla carica di antiossidanti, mentre gli anacardi e le mandorle sarebbero utili contro il diabete di tipo 2 migliorando la sensibilità all’insulina.