Fermo restando che frutta e verdura rappresentano alimenti sani e che il loro consumo quotidiano nell’ambito di una dieta corretta ed equilibrata non può che giovare alla salute, secondo una ricerca condotta presso la Scuola di medicina Mount Sinai di New York e coordinata dall’italiano Paolo Boffetta vi sarebbe solo una debole associazione fra il loro elevato consumo e la riduzione del rischio di insorgenza del cancro.
Più precisamente la ricerca, pubblicata sul Journal of the National Cancer Institute, si è basata sull’analisi dei dati dello studio europeo Epic (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) che ha riguardato circa 500mila uomini e donne dei quali sono stati monitorati, nel periodo fra il 1992 e il 2000, lo stile di vita e le abitudini alimentari.
Le 30mila diagnosi di cancro riscontrate negli otto anni di osservazione e il loro raffronto con i suddetti parametri ha permesso ai ricercatori di concludere che l’azione preventiva di un elevato consumo di frutta e verdura sul cancro è piuttosto modesta e si è dimostrata maggiore nelle donne e nei bevitori abituali forti consumatori di cibi vegetali per i quali comunque è stata dimostrata una minore incidenza solo di quelle forme di cancro legate appunto al vizio dell’alcol e del fumo.
In ogni caso, concludono i ricercatori, è probabile che mangiare molta frutta e verdura non basti per prevenire il cancro tanto più che i più accaniti consumatori di vegetali dello studio erano al contempo più più attivi fisicamente e meno soggetti a dipendenze quali fumo e alcol.
Come spiega Paolo Boffetta
In questa popolazione studiata per quasi otto anni è risultato che nei soggetti che consumavano quotidianamente molta frutta e verdura erano contemporaneamente presenti altre variabili dello stile di vita, come la minore assunzione di alcool, la non dipendenza dalle sigarette e una maggiore propensione all’attività fisica. Tutte variabili ‘sane’ che possono aver contribuito a un basso rischio di insorgenza del cancro